Trenta dottorati per rivoluzionare scienza e salute pubblica in Italia

Trenta dottorati di ricerca in trenta diverse università italiane con l'obiettivo di dare una risposta alle carenze del sistema pubblico italiano. Tutto quello che c'è da sapere sul piano lanciato dalla Fondazione Lilly.

Andrea Gioacchini
Andrea Gioacchini
Classe '99, romano, si occupa di comunicazione editoria e giornalismo dal 2020. “Cerco pace in questo vento e scovo un soffio di lucidità” è il suo motto.
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Trenta dottorati di ricerca in trenta università italiane, distribuite in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale: è questo il programma “30×30” con cui la Fondazione Lilly rilancia la propria missione, con l’obiettivo di “investire nei migliori talenti italiani perché guidino la transizione verso un sistema pubblico più efficiente, equo e sostenibile, rafforzando al tempo stesso il ruolo dell’Italia nella definizione delle strategie globali per la salute pubblica”.

Il piano ha quindi l’obiettivo di formare i ricercatori di domani pronti a guidare la trasformazione del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) pubblico. Esso si estenderà su dieci anni e avrà un costo pari ad un milione e mezzo di euro. Vediamo nel dettaglio tutte le peculiarità del piano.

Trenta dottorati per la salute pubblica, cosa prevede il piano

Il programma “30×30” prevede quindi trenta dottorati in trena diverse università italiane. I vari percorsi saranno dedicati a cinque diversi temi: innovazione digitale e trasformazione tecnologica; sostenibilità, economia e modelli finanziari; accesso, equità e riforme organizzative; prevenzione, salute pubblica e One Health; partnership, formazione e internazionalizzazione.

Ogni dottorato, inoltre, sarà arricchito da diverse collaborazioni in ambito internazionale con atenei che verranno selezionati anche grazie alla presenza multinazionale di Lilly nel mondo. Questo permetterà di avere un approccio multidisciplinare e più internazionale possibile.

L’obiettivo dell’investimento è quello di fornire una risposta concreta a una serie di carenze strutturali del sistema italiano, in particolare l’ambito della ricerca. Secondo i dati forniti da Eurostat, la spesa lorda in Ricerca e Sviluppo (R&S) in Italia si attesta all’1,31% del PIL nazionale, contro il 2,24% a livello Ue.

Il gap riguarda anche l’ambito della tutela della salute con valori di poco superiori allo 0,2% in Italia e tra lo 0,3% e lo 0,6% negli altri principali Paesi dell’Unione europea. Così come la spesa sanitaria pubblica: 6,7% in Italia contro il 7,2% in Spagna e UK, il 9,1% in Francia, 10,1% in Germania.

Federico Villa, Direttore Generale della Fondazione Lilly per l’Italia, ha commentato così:

Siamo orgogliosi di rilanciare la Fondazione Lilly per l’Italia con un progetto che guarda al futuro del nostro Paese.

Crediamo nella scienza, ma anche nella capacità delle istituzioni di ascoltarla.

Solo rafforzando il legame tra ricerca e decisione pubblica possiamo costruire un sistema sanitario più efficace, orientato ai risultati e alle persone.

Egli, circa l’importanza strategica di questo progetto, specialmente per i più giovani, ha poi aggiunto:


I giovani ricercatori devono poter essere protagonisti del cambiamento, non solo spettatori.

Perché solo rafforzando il legame tra ricerca e decisione pubblica possiamo costruire un sistema sanitario più efficace, orientato ai risultati e alle persone.

Il piano sarà affiancato da una serie di iniziative. Nell’arco dei prossimi mesi, la Fondazione annuncerà una partnership con un attore di primo piano a livello internazionale nell’ambito dell’intelligenza artificiale.

Si tratta di una cooperazione dal grande valore tecnologico e scientifico, che porterà allo sviluppo di una piattaforma digitale avanzata. L’obiettivo principale sarà quello di facilitare, in modo rapido e sicuro, lo scambio di informazioni tra i ricercatori appartenenti al network universitario sostenuto dalla Fondazione.

Non finisce qui. Accanto a questo ambizioso progetto, la Fondazione conferma anche il proprio impegno verso la divulgazione scientifica nelle nuove generazioni.

In collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e del Merito, verrà infatti avviata una campagna nazionale rivolta agli studenti delle scuole, con l’obiettivo di promuovere la cultura scientifica e stimolare l’interesse verso le carriere nella ricerca e nelle scienze della salute.

Nel futuro sarà poi prevista – in sinergia con il Ministero della Salute e con gli enti internazionali non-governativi – la creazione di un Academy che possa fornire la giusta preparazione e formazione ai professionisti pubblici della sanità.

Marcello Gemmato, Sottosegretario alla Salute, ha commentato così:

Il nostro Servizio Sanitario Nazionale ha bisogno di strumenti innovativi e di competenze in grado di sostenere nuovi modelli organizzativi più aderenti alle reali esigenze di salute della popolazione.

È fondamentale investire su formazione e ricerca accademica, in particolare nel campo delle politiche sanitarie e della programmazione.

Solo così possiamo affrontare le sfide della sanità moderna, trovando il giusto equilibrio tra personalizzazione delle cure e sostenibilità del sistema.

Leggi anche: Chi sono i 17 ricercatori italiani premiati a Chicago per la cura dei tumori?

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