TPO e DMTA vietati: cosa cambia dal 1 settembre e come riconoscerli negli smalti

L’Unione Europea ha vietato l’uso di due ingredienti, diffusi nei gel e negli smalti semipermanenti: TPO (Trimethylbenzoyl Diphenylphosphine Oxide) e DMTA (Dimethyltolylamine). Vediamo cosa cambia e come riconoscerli.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Dal 1 settembre, nei Paesi dell’UE e per decisione della Commissione Europea, sono vietati i cosmetici contenenti TPO (Trimethylbenzoyl Diphenylphosphine Oxide) e il DMTA (Dimethyltolylamine). Nello specifico, il primo è un prodotto utilizzato per indurire le unghie, attraverso la polimerizzazione indotta dai raggi ultravioletti, mentre il secondo è un condizionante usato per facilitare l’adesione di altri prodotti. Queste sostanze, ora vietate e comunemente usate nei saloni, sono state classificate di categoria 1B, ossia presunte tossiche per la riproduzione umana, cioè per la fertilità e lo sviluppo del feto.

Ma cosa bisogna fare per riconoscere se gli smalti che abbiamo a casa contengono TPO o DMTA?

Perché TPO e DMTA sono vietati?

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Secondo studi condotti dall’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) alcune sostanze sono state ritenute cancerogene, mutagene o tossiche per la riproduzione. Anche se i potenziali rischi sono stati osservati su modelli murini (ratti) e ad alti dosaggi, con un rischio per la fertilità solo potenziale, il divieto è stato indotto soprattutto per tutelare le figure professionali di estetisti, onicotecnici e operai delle case produttrici, i quali sono esposti in modo significativamente superiore.

A partire dal 1 settembre è entrata in vigore la normativa che proibisce la vendita, l’utilizzo e la detenzione del TPO e DMTA nei prodotti cosmetici. Pertanto, prodotti contenenti queste sostanze non potranno essere usati nei centri estetici, nemmeno quelli acquistati prima del 1 settembre. Ciò comporta una perdita da parte dei centri estetici, i quali dovranno non solo smaltire i prodotti ma rifornirsi di nuovi, free TPO e DMTA.

Come riconosce se i prodotti contengono TPO o DMTA

Ma come facciamo a sapere se i prodotti che abbiamo a casa contengono sostanze dannose? Per prima cosa bisogna cercare sull’etichetta degli smalti le indicazioni Diphenyl(2,4,6-trimethylbenzoyl)phosphine oxide e Dimethyltolylamine, o i loro acronimi. Attenzione a non confondere il TPO con il TPO-L (ETPO) che invece è legale.

È dunque essenziale controllare l’INCI (lista degli ingredienti), riportato sulla confezione. Alcuni brand, con le formule “TPO-free” o “7-free”, dichiarano già l’esclusione di ingredienti dannosi.

In salone, meglio chiedere quali smalti vengono utilizzati. Per gli acquisti personali evitare prodotti a basso costo o senza etichetta chiara, preferendo marchi che hanno già riformulato la loro linea.

Leggi anche: Caro-libri, la proposta del Governo: “Detrazione del 19% per i testi scolastici”

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Michela Sacchetti
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Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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