Terapie contro il cancro più efficaci se eseguite al mattino: lo dice uno studio

Uno studio ha dimostrato come le terapie immunitarie contro il cancro abbiano dei risultati più positivi se somministrate la mattina. La ricerca si è concentrata, soprattutto, sull'analisi del tumore al polmone.

Giorgia Fazio
Giorgia Fazio
Estremamente curiosa di questioni attuali, diritti umani e ambiente. Nel tempo libero legge testi di filosofia orientale. Se non c’è differenza non c’è relazione” è il suo mantra.
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Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Cancer ritiene che eseguire le terapie oncologiche la mattina, quando le cellule immunitarie sono più attive, renderebbe le cure maggiormente efficaci.

Secondo quanto riporta Focus.it, si tratta di una vera e propria rivoluzione, perché rappresenterebbe innanzitutto una strategia a basso costo. Lo studio è stato condotto in Cina, con la partecipazione principale dei dottori Zhe Huang, Zhaohui Ruan, Shidong Xu, Nachuan Zou e Li Deng.

Vediamo meglio come è stata portata avanti la ricerca e perché le terapie contro il cancro si adattano ai ritmi circadiani, rendendo meglio soprattutto la mattina. Ecco di seguito tutti i dettagli.

Lo studio sulle terapie contro il cancro

Lo studio è stato condotto dai ricercatori della Central South University di Changsha, in Cina, ed è stato pubblicato sulla rivista scientifica Cancer lo scorso 8 dicembre. Gli studiosi si sono basati su una particolarità delle immunoterapie, ovvero che la loro efficienza aumenta al mattino, quando le cellule immunitarie sono più attive.

Alcune forme di terapia, infatti, variano la propria attività nel corso della giornata, sulla base dei ritmi circadiani del corpo umano. Questi cicli, però, risultano alterati nelle cellule cancerose. Come riporta Focus.it, quindi, la ricerca è stata portata avanti sull’immunoterapia usata contro il cancro al polmone.

Il team ha analizzato i farmaci inibitori dei checkpoint immunitari, ossia gli anticorpi che liberano il sistema immunitario e che impediscono alle cellule tumorali di bloccare la risposta antitumorale dei globuli bianchi. Ciò che è stato scoperto è che tali farmaci aumentano l’azione dei linfociti T, quindi cellule più attive al mattino.

Leggi anche: Tumori curati con caldo e freddo, a Roma terapie meno invasive contro il cancro

I dati raccolti

La ricerca è stata condotta tra maggio 2019 e ottobre 2023, su 397 pazienti affetti da ES-SCLC, ossia il carcinoma ai polmoni, i quali sono stati sottoposti a un trattamento con anti-PD-L1, quindi atezolizumab o durvalumab, insieme alla chemioterapia.

Coloro a cui la terapia è stata somministrata alle 11:30 della mattina, o comunque prima delle 15:00, hanno riportato un’incidenza maggiore di sopravvivenza, rispetto a chi ha affrontato la cura nel pomeriggio. Ecco cosa riporta lo studio sulla rivista:

Dei 397 pazienti, il cutoff ottimale di ToDA per massimizzare il beneficio in termini di sopravvivenza libera da progressione (PFS) è stato identificato alle 15:00, con l’HR più basso per la PFS osservato a questa soglia.

I pazienti che hanno ricevuto immunochemioterapia prima delle 15:00 hanno mostrato una PFS e una sopravvivenza globale significativamente più lunghe rispetto a quelli trattati più tardi, con risultati coerenti tra le coorti aggregate e quelle di propensity score matching.

L’analisi multivariata ha confermato il ToDA precoce come fattore prognostico indipendente sia per la PFS (HR aggiustato, 0,483; IC al 95%, 0,357-0,654) sia per la sopravvivenza globale (HR aggiustato, 0,373; IC al 95%, 0,265-0,526).

Da ciò si comprende che nell’arco di quattro anni i pazienti che hanno ricevuto le infusioni prima delle 15:00 hanno presentato un rischio di progressione del cancro più basso del 52% e un rischio di morte inferiore del 63%.

La conclusione a cui sono arrivati gli scienziati, dunque, è che le terapie mattutine farebbero funzionare meglio i linfociti T, aumentandone il loro numero e regolando i loro ingressi nei tumori. Adesso la questione è capire se lo stesso effetto vale per gli altri tipi di cancro. Medici e sanitari, già da tempo, hanno notato delle correlazioni tra il timing circadiano e il trattamento oncologico.

Leggi anche: Un test del sangue identifica 50 tipi di cancro: “Uno screening che salva vite”

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