Individuare una malattia prima che compaiano i sintomi può fare la differenza tra una vita segnata da complicanze e un futuro più sereno.
È questa la promessa dello screening per diabete di tipo 1 e celiachia nei bambini, già sperimentato con successo in Campania, Lombardia, Marche e Sardegna.
I primi risultati parlano chiaro: diagnosi più rapide, famiglie coinvolte e un modello organizzativo che funziona. Ora, la sfida è portare questa opportunità a tutti i bambini d’Italia.
Due malattie silenziose, ma diffuse
Il diabete di tipo 1 e la celiachia sono tra le patologie croniche più frequenti nei bambini. In Italia colpiscono rispettivamente lo 0,3% e l’1% dei piccoli, e in entrambi i casi si tratta di malattie autoimmuni: il sistema immunitario, anziché proteggere, attacca alcune cellule dell’organismo.
Prima ancora che i sintomi compaiano, nel sangue possono comparire anticorpi specifici che segnalano un rischio concreto. Intercettarli tempestivamente significa guadagnare tempo prezioso: per rallentare il decorso della malattia, evitare complicanze e migliorare la qualità di vita dei piccoli pazienti.
La legge che ha acceso la miccia
Con la Legge 130/2023, l’Italia ha posto le basi per uno screening nazionale dedicato ai bambini. L’obiettivo: individuare in fase molto precoce i casi di diabete di tipo 1 e celiachia.
Per testare l’efficacia del modello, il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità hanno avviato un progetto pilota in quattro regioni: Campania, Lombardia, Marche e Sardegna.
Come si è svolto il progetto pilota
Lo screening ha coinvolto 5.363 bambini di 2, 6 e 10 anni, seguiti da 429 pediatri di libera scelta. Il test, semplice e poco invasivo, consisteva in un prelievo di sangue capillare.
I risultati sono stati incoraggianti:
- 0,97% di positività per il diabete di tipo 1
- 2,8% di positività per la celiachia (tramite anticorpi anti-transglutaminasi IgA)
I bambini con esito positivo sono stati indirizzati ai centri clinici di riferimento per la conferma diagnostica.
Una rete che funziona
Uno degli elementi più significativi emersi dallo studio è stata la grande adesione da parte di pediatri e famiglie. La collaborazione della rete territoriale si è dimostrata fondamentale per raggiungere un’ampia fascia della popolazione infantile.
Anche dal punto di vista organizzativo, la raccolta e l’analisi dei campioni hanno dato risultati paragonabili a quelli di studi europei di alto livello. Un segnale che il nostro Paese può contare su competenze e strutture all’altezza di un programma su scala nazionale.
Più diagnosi precoci, meno complicanze

Il valore di uno screening non si misura solo nei numeri, ma nelle storie delle famiglie che possono affrontare la malattia con un passo di vantaggio.
Individuare bambini asintomatici significa poter avviare un monitoraggio costante e interventi tempestivi, riducendo il rischio di episodi acuti e complicanze a lungo termine.
Lo sguardo al futuro: lo screening per tutti
Alla luce dei risultati positivi, il progetto D1CeScreen si prepara a compiere il grande salto. Il Vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè, promotore della legge, ha annunciato che lo screening partirà a livello nazionale entro fine 2025 o inizio 2026:
Si chiude oggi ufficialmente una tappa fondamentale, cioè capire cosa mettere nella ‘cassetta degli attrezzi’ dello screening.
A settembre tutti i treni saranno in fila pronti per avviare lo screening nazionale.
Con un decreto attuativo già finanziato e in attesa del via libera della Conferenza Stato-Regioni, il traguardo è vicino.
Una rivoluzione silenziosa per la salute dei più piccoli
Se il progetto manterrà le promesse, migliaia di famiglie italiane avranno la possibilità di conoscere in anticipo il rischio dei propri figli e intervenire prima che la malattia si manifesti in tutta la sua gravità.
È un passo avanti nella prevenzione, ma anche un segnale di attenzione verso i più piccoli, che meritano di crescere con le migliori possibilità di salute.
La prevenzione come investimento
L’estensione nazionale dello screening per diabete di tipo 1 e celiachia rappresenta un investimento nella salute delle nuove generazioni.
Offrire diagnosi precoce e monitoraggio significa ridurre costi sanitari futuri, ma soprattutto dare ai bambini e alle loro famiglie la possibilità di vivere con maggiore serenità.
In un Paese dove la prevenzione è spesso il tallone d’Achille, questa iniziativa segna una svolta che potrebbe salvare molte vite.
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