Museoterapia: quando l’arte diventa “un momento gioioso di scoperta”

Dalle sale silenziose dei musei alle mostre interattive, sempre più persone scoprono nell’arte una forma di cura emotiva e un modo per riconnettersi con sé stesse.

Gloria Caruso
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La scrittura è una strada di cui seguire la rotta, per muoversi con determinazione tra fatti e parole. L’informazione vale solo se è fatta bene: con gli occhi attenti e la mente aperta.
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Osservare un’opera d’arte può avere effetti positivi sull’umore e sullo stress. Kristina Ter-Kazarian, una ricercatrice dell’Università di Westminster, ha rilevato che anche brevi visite ai musei riducono i livelli di ansia e aumentano il senso di soddisfazione personale nei partecipanti.

La “museoterapia” viene praticata in diversi paesi, tra cui l’Italia. In alcuni di questi contesti, i medici hanno iniziato a prescrivere le visite ai musei come parte di percorsi clinici per pazienti con depressione o disturbi dell’umore.

Visitare un museo, dunque, diventa un’occasione concreta per prendersi cura della propria salute mentale. In questo articolo si analizzeranno i benefici concreti di questa pratica, le evidenze scientifiche a supporto e le iniziative che trasformano i musei in veri e propri luoghi di “cura culturale”.

Musei come spazi di emozione e silenzio

Uno degli aspetti rilevanti dell’arte è la sua capacità di evocare emozioni, ricordi e riflessioni. In tal senso, il Journal of Positive Psychology ha dimostrato che osservare opere d’arte può aumentare i livelli di benessere e ridurre lo stress. Non serve capire un’opera per goderne: basta lasciarsi guidare dalle sensazioni.

Nelle città caotiche, i musei si trasformano in veri e propri spazi di calma. Come si può osservare sul sito Slow Art Day, sono molti i musei che accolgono iniziative specifiche di “slow looking”. L’obiettivo è invitare i visitatori a soffermarsi su un’unica opera per diversi minuti. Tramite quest’esperienza il visitatore può rigenerarsi, lontano da notifiche, rumori e distrazioni quotidiane. Il prossimo evento di questa iniziativa è previsto l’11 aprile 2026 e prenderà luogo in diversi sedi consultabili sul sito.

La museoterapia: una realtà in crescita

La museoterapia è una pratica sperimentata in diversi paesi. L’idea di fondo è chiara: se la cultura nutre la mente, può diventare parte integrante di un approccio olistico alla salute. A Neuchâtel, in Svizzera, è partito un progetto pilota che porta la museoterapia dentro la pratica clinica quotidiana.

Alcuni medici hanno infatti iniziato a prescrivere ai loro pazienti visite gratuite a musei e giardini botanici, con l’obiettivo di alleviare disturbi legati alla salute mentale e a malattie croniche. La dottoressa Patricia Lehmann, una delle professioniste coinvolte, ha spiegato in un’intervista a Reuters:

Per le persone che a volte hanno difficoltà con la loro salute mentale, questo permette per un momento di dimenticare le loro preoccupazioni, i loro dolori, le loro malattie e di trascorrere un momento gioioso di scoperta.

In Italia, la museoterapia si ritrova in progetti sperimentali che mettono insieme psicologia, neuroscienze e patrimonio culturale. L’Università di Milano-Bicocca, attraverso il progetto ASBA (Anxiety, Stress, Brain-friendly Museum, Approach), ha coinvolto musei cittadini come la GAM e il Museo di Storia Naturale in attività mirate a ridurre ansia e stress: dalle visite guidate con approccio mindful, a sessioni di arteterapia e laboratori interattivi.

I risultati mostrano un impatto positivo sul benessere dei partecipanti, confermando il ruolo dei musei come spazi di cura accessibili. Parallelamente, la Fondazione Patrizio Paoletti sta promuovendo iniziative di museoterapia in collaborazione con psicologi e associazioni culturali, con l’obiettivo di rendere i musei non solo luoghi di fruizione artistica, ma veri strumenti di inclusione sociale e sostegno alla salute mentale.

Una terapia accessibile a tutti

Un aspetto importante del benessere legato ai musei è la sua accessibilità. Un museo infatti non richiede competenze specifiche, non ha effetti collaterali e, spesso, ha costi ridotti o nulli grazie alle giornate a ingresso gratuito. Sicuramente l’arte non può guarire le malattie, ma può alleviare le fatiche quotidiane. In un’epoca in cui molte persone cercano soluzioni per ridurre lo stress, l’arte si presenta quindi come un’opportunità semplice e aperta a tutti.

Non è un caso che sempre più istituzioni guardino alla museoterapia come a una forma di prevenzione diffusa. Visitare un museo significa prendersi cura di sé, ritrovare equilibrio, rimettere ordine nei pensieri. Non è un lusso per pochi, ma un gesto semplice e rigenerante. Lo stesso Picasso sosteneva che “l’arte scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni”.

Leggi anche: Sole e buonumore: il potere del clima sulla nostra mente

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