Decimo caso in dieci anni di donazione da vivente samaritana in Italia. Come riporta La Repubblica, si tratta di una pratica secondo cui una persona in perfette condizioni di salute sceglie, volontariamente, di donare un rene.
In questo caso, la vicenda ha avuto luogo presso il Centro nazionale trapianti di Padova. La procedura si svolge in modo anonimo, gratuito e non diretto, ovvero non a un familiare ma a un ricevente completamente sconosciuto.
A supervisionare lo svolgimento della pratica è stata la dottoressa Lucrezia Furian, insieme a Giuseppe Feltrin, direttore generale del Centro Nazionale Trapianti. L’aspetto sensazionale della donazione samaritana è che può attivare una serie di trapianti concatenati tra coppie donatore-ricevente tra loro incompatibili.
Donazione samaritana di rene a Padova
Un uomo, in perfette condizioni di salute, ha donato il proprio rene a una donna sconosciuta, in lista d’attesa. Il tutto è stato svolto in forma anonima e gratuita, rappresentando il decimo caso di donazione da vivente samaritana in Italia. Il donatore è stato inizialmente valutato e poi ha subìto l’asportazione dell’organo.
A guidare la squadra dell’Ospedale di Padova è stata la professoressa Lucrezia Furian. La particolarità delle donazioni samaritane, effettuate da viventi in perfette condizioni di salute e in maniera indiretta, cioè non a familiari, è che mettono in moto una catena di trapianti.
In dieci anni, infatti, ne sono stati effettuati trenta. La Repubblica fa sapere che il Centro nazionale trapianti padovano ha accettato, lo scorso dicembre, la donazione del rene dal nono samaritano e l’ha usata per dare avvio a vari trapianti concatenati tra coppie donatore-ricevente tra loro incompatibili.
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Come si è svolta la donazione

Il donatore è stato operato negli scorsi giorni a Padova e ha poi offerto uno dei suoi reni alla Rete nazionale trapianti, presso il Centro trapianti rene e pancreas dell’Azienda Ospedaliera di Padova. Successivamente, l’uomo è stato sottoposto a un percorso clinico, immunologico e psicologico.
In seguito, è iniziato il programma di donazione samaritana. Come previsto dal protocollo, il caso è stato valutato da una commissione regionale e una nazionale. Il via libera definitivo è stato dato dal Tribunale di competenza sul territorio, che ha autorizzato l’operazione, dopo aver verificato la libertà, gratuità e consapevolezza della scelta.
Il trapianto è avvenuto in una singola giornata, data la totale sicurezza in cui si verifica il prelievo, così come l’intervento successivo. Donatore e ricevente, infatti, sono stati dimessi dalla struttura in un paio di giorni e ora sono entrambi in ottime condizioni.
In questo caso specifico, non è stato possibile avviare un iter di donazioni a catena. L’organo, dunque, è stato assegnato secondo il protocollo ordinario del primo paziente candidabile in lista d’attesa presso il Centro trapianti di Padova.
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L’importanza della donazione samaritana
Il Centro nazionale trapianti di Padova ha avviato il programma di donazione samaritana nel 2015, con il via libera del Consiglio superiore di sanità. Da allora si sono registrate, in totale, dieci donazioni. Parlando di numeri, sono 30 i trapianti effettuati, 10 i donatori coinvolti e 21 le coppie donatore-ricevente.
A commentare l’impegno dell’Ospedale di Padova nel portare avanti un programma che ha alla base, innanzitutto, la salute e la tutela della vita delle persone, ma anche la bontà d’animo dei donatori, è stato il direttore generale del CNT Giuseppe Feltrin. La Repubblica ha riportato le sue parole:
Ogni organo donato viene ricevuto dalla Rete trapianti con responsabilità e riconoscenza, e questo diventa ancora più vero quando questo gesto arriva da un donatore samaritano.
Siamo grati a questa persona per la sua decisione generosa, e siamo sicuri che davanti alla sua storia in molti rifletteranno sul valore inestimabile della donazione degli organi.
Le donazioni samaritane sono sicuramente inconsuete, ma la donazione dopo la morte è una scelta alla portata di tutti: oggi, con 8mila persone in attesa di trapianti, dare il proprio consenso alla donazione è più che mai fondamentale.


