Chirurgia del futuro: nasce il robot che opera da solo

Nasce Transformer-Hierarchy (SRT-H), un robot in grado di operare in completa autonomia seguendo solo le istruzioni del medico. Tutto quello che c'è da sapere.

Andrea Gioacchini
Andrea Gioacchini
Classe '99, romano, si occupa di comunicazione editoria e giornalismo dal 2020. “Cerco pace in questo vento e scovo un soffio di lucidità” è il suo motto.
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Un robot in grado di eseguire un intervento chirurgico seguendo alla lettera le istruzioni del medico, è questa la grande novità.

Si chiama Transformer-Hierarchy (SRT-H) il sistema sviluppato grazie all’intelligenza artificiale (IA), capace di effettuare un intervento chirurgico in completa autonomia.

Un’innovazione che potrebbe segnare una svolta storica per il mondo della medicina che, grazie al progresso tecnologico, guarda sempre di più al futuro.

Il cuore del progetto – i cui dettagli sono stati pubblicati sulla rivista scientifica ScienceRobotics – è un modello di intelligenza artificiale simile a quelli con cui interagiamo ogni giorno, ma adattato per interpretare e mettere in pratica le istruzioni mediche in modo preciso e dettagliato.

Gli esperti lo descrivono come un potenziale punto di svolta: questa tecnologia potrebbe infatti ridurre significativamente il margine di errore umano e aumentare in modo considerevole il numero di operazioni eseguibili, migliorando l’efficienza del sistema sanitario.

Ma come funziona esattamente questo nuovo sistema? Andiamo a scoprirlo più nel dettaglio.

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Robot chirurgico che opera in autonomia, lo studio

Dietro il sorprendente sviluppo del robot capace di eseguire interventi chirurgici in autonomia c’è un lavoro di squadra tutto americano.

Il progetto è stato messo a punto da un gruppo di scienziati della Johns Hopkins University, in particolare del Laboratorio di rilevamento computazionale e robotica e del Dipartimento di Chirurgia, in collaborazione con i ricercatori dell’Università di Stanford e della società Optosurgical.

A coordinare l’intero programma di lavoro è il professor Axel Krieger, chirurgo e docente esperto in robotica, che insieme al suo team ha lavorato e perfezionato i risultati ottenuti in un precedente esperimento di laparoscopia eseguito da un robot autonomo.

Il robot è stato istruito attraverso videolezioni relative a una delle operazioni più comuni in chirurgia generale: la rimozione della colecisti (cistifellea). L’intervento è stato suddiviso in 17 fasi distinte, che il robot ha eseguito con successo su carcasse di maiale.

Ciò che rende il sistema particolarmente innovativo e tecnologico è la sua capacità di interpretare con dinamicità tutte le istruzioni del chirurgo. SRT-H è in grado di comprendere tutti i comandi, successivamente adattarli al contesto e, infine, memorizzarli per poi applicarli autonomamente in interventi futuri, migliorando di volta in volta le proprie prestazioni.

Un altro aspetto rilevante riguarda la sua impressionante reattività agli imprevisti. Durante i test, i ricercatori hanno modificato l’ambiente operatorio applicando coloranti a organi e vasi sanguigni per confondere il sistema.

Il robot, però, è riuscito comunque a riconoscere correttamente le strutture e a intervenire in modo corretto, senza sbagliare nessun passaggio. Anche spostandolo fisicamente, è stato in grado di ritrovare esattamente il punto dell’operazione e riprendere il lavoro senza errori.

I risultati sono stati impressionanti: tutte le fasi sono state completate con il 100% di precisione. L’unico limite, al momento, è il tempo leggermente più lungo rispetto a un chirurgo esperto. Ma, secondo gli scienziati, questo aspetto potrà sicuramente migliorare con il tempo e con la pratica.

Il professor Axel Krieger – coordinatore del progetto – ha commentato con entusiasmo i risultati ottenuti:

Questo risultato ci porta da robot in grado di eseguire compiti chirurgici specifici a robot che comprendono veramente le procedure chirurgiche.

Questa è una distinzione fondamentale che ci avvicina significativamente a sistemi chirurgici autonomi clinicamente validi, in grado di operare nella caotica e imprevedibile realtà dell’assistenza effettiva al paziente.

Si tratta di un progetto fondamentale, che potrebbe rappresentare una vera e propria rivoluzione nell’ambito clinico. Ancora una volta medicina e innovazione si fondono per dare vita ad un importante processo di evoluzione scientifica.

Leggi anche: Tumore al polmone, diagnosi precoce grazie a una piattaforma robotica

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