Cosa rischierebbe il nostro Paese se dovesse scoppiare un conflitto tra Russia e Ucraina. È lecito e doveroso porsi questa domanda.
L’Italia se scoppia la guerra avrebbe certamente molto da perdere in termini economici, non solo per il discorso del gas che verrebbe a mancare, con l’ipotetica chiusura dei rubinetti da Mosca verso l’Europa e nel nostro Paese. Conseguenze negative potrebbero esserci anche nei commerci in quando una parte del fatturato delle imprese italiane destinato all’est Europa andrebbe compromesso.
La situazione per il momento appare molto tesa ed è difficile prevedere come si evolveranno le cose.
Italia se scoppia la guerra tra Russia e Ucraina: perdita nel settore commerciale e alimentare
Secondo i dati dell’osservatorio economico del ministero degli Affari esteri, come riportato da Today Mosca rappresenta per le aziende italiane che esportano l’1,5% del fatturato.
In particolare le esportazioni italiane verso la Russia interessano il settore tessile, alimentare e dell’abbigliamento. Già in seguito all’invasione della Crimea da parte di Putin nel 2014 si era verificato un calo dell’export verso est che, con un’ipotetica guerra tra Russia e Ucraina, andrebbe ulteriormente ad incrementarsi.
L’Italia inoltre importa dalla Russia e dell’Ucraina il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pasta, pane e biscotti. Negli ultimi anni si sono ridotti gli ettari di terreno coltivati a grano, passando da 543mila a 500mila. Da oggi 15 febbraio fino al 15 giugno la Russia ha deciso di limitare le esportazioni di grano per contrastare l’inflazione interna.
Coldiretti fa sapere che l’indice dei prezzi alimentari della Fao ha registrato un aumento dei prezzi dei cereali del 12,5% rispetto allo scorso anno, dovuto tra l’altro anche al caro energia in Italia che ha colpito non solo le famiglie ma anche le aziende e gli agricoltori, con l’aumento dei costi delle semine per la produzione del grano.
Russia-Ucraina: shock energetico per Italia se scoppia la guerra
L’Italia e la Russia sono legate da un filo essenziale per l’approvvigionamento energetico. Il gas rappresenta un arma importante nelle mani di Putin che vede i Paesi di destinazione dell’export russo di petrolio e gas naturale strettamente dipendenti dalle sue scelte.
L’Italia importa dalla Russia il 40% del proprio gas naturale, essenziale per il riscaldamento delle case e l’energia elettrica. La maggior parte dei Paesi europei per l’approvvigionamento del gas si rifornisce dalla Russia, la quale solo in Unione Europea esporta il 67% del proprio gas.
Inoltre l’Italia in termini di maggior dipendenza è sicuramente uno dei Paesi che rischierebbe di più qualora si dovesse verificare una crisi del gas dalla Russia, secondo l’Istituto per gli studi di politica internazionale. L’Ispi ha sottolineato come dalla metà del 2021 le forniture di gas russe verso l’Europa si siano ridotte, causando l’aumento dei prezzi del gas e di conseguenza delle bollette.
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