Ridaje, la startup che dà lavoro e dignità ai clochard: si prendono cura delle città

Valentina Cuppone
Valentina Cuppone
Valentina Cuppone, classe 1982. Caporedattore de Il Digitale. Formazione umanistica, una laurea in Lettere Moderne e una specializzazione in Comunicazione della cultura e dello spettacolo all’Università di Catania. Curiosa e appassionata di ogni cosa d’arte, si nutre di libri, mostre e spettacoli. Affascinata dal mondo della comunicazione web, il suo nuovo orizzonte di ricerca è l''innovazione.
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  “Ridaje“, in romano significa “di nuovo” e ogni italiano comprende bene la sua carica comunicativa. È il nome perfetto per la startup che offre un’altra opportunità a chi vive per strada e lo fa unendo la solidarietà al business. Rintegrazione sociale attraverso lo svolgimento di un lavoro, a dimostrazione che il mercato non è legato solo a logiche capitalistiche ma può anche dare spazio alla dimensione umana e mettersi a servizio delle persone. Lo scopo è duplice: offrire ai senzatetto l’opportunità di ricostruirsi una nuova dignità sociale attraverso il loro lavoro e ridonare decoro urbano ad aree abbandonate. Un’app che, attraverso il sistema di equity crowdfunding, coinvolge i cittadini nell’obiettivo di recupero socio-ambientale di zone urbane. Partecipazione, collaborazione, business e solidarietà. Quattro caratteristiche per un’unica soluzione a due problemi.

Il lavoro nobilita l’uomo

Ridaje è un’app nata dalla ricerca sul business empowerment di ERSHub della LUISS Business School che coniuga etica, responsabilità e sostenibilità.

La storia ci dice che in teoria il sociale non corrisponde al business. Quello che vogliamo dimostrare è esattamente il contrario.

Così Luca Mongelli, coordinatore scientifico ERSHub e cofounder della startup, spiega la mission dell’iniziativa. Progetto imprenditoriale a carattere sociale presentato a Roma il 13 luglio negli spazi di Villa Blanc, Ridaje nasce dall’idea di promuovere un processo sociale attraverso cui le persone possano acquisire competenze in una determinata attività lavorativa con lo scopo di migliorare la qualità della propria vita. Questo il presupposto di partenza: puntare sulla valorizzazione delle persone.

L’idea è partita dalle città, perché i senzatetto e l’abbandono sono due cose comuni in tutte le grandi città.

Così Lorenzo Di Ciaccio, imprenditore e cofounder della startup e già fondatore e CEO di Pedius, un’applicazione mobile che consente alle persone non udenti di poter effettuare telefonate, spiega come si è accesa la lampadina di Ridaje. A Roma si contano circa 44 milioni di metri quadrati di aree verdi lasciate al degrado e circa 8 mila senzatetto. La startup vuole cercare dunque di dare soluzione e risposta a entrambe le criticità, proponendo una piattaforma dove il cittadino possa essere solidale offrendo la possibilità di un lavoro. Leggi anche: Ilva di Taranto: chiudere subito, rinascere in fretta.

Il team, ricercatori e imprenditori

Oltre Lorenzo e Luca, il gruppo di Ridaje è formato da personalità che, come ricercatori o imprenditori, hanno fatto del modello d’impresa sociale inclusiva la loro idea di business. Sara Del Vecchio, Communication and Marketing Specialist di Pedius, Marcello Di Paola, Docente LUISS Guido Carli e Fondatore Minima Urbania, e Ahmed Abdel Rahman, CEO di Elysium. Ispirati a modelli come Made in Carcere, Ridaje lavora per e sul sociale, producendo profitti, non sfruttando ambiente e persone, ma anzi proponendosi di rivalutare entrambi. Un programma basato sull’inclusione di soggetti emarginati attraverso il business, prevedendo lavoro remunerato e acquisizione di competenze mediante progetti di formazione.

Riqualificazione socio-ambientale con l’equity crowfunding

La startup si basa su uno specifico sistema di raccolta fondi. Ultima frontiera in materia di finanziamenti collettivi, l’equity crowfunding si rivolge alle “folle” per ottenere capitale utile all’avviamento di startup e PMI innovative, dando in cambio ai sostenitori-finanziatori quote dell’impresa. Insomma, i cittadini che sostengono l’iniziativa diventano parte integrante, soci dell’azienda. Le loro offerte, che possono rispondere o alle proposte di Ridaje stabilite in budget a seconda delle ore di lavoro e dell’intervento previsto o in donazioni libere, costituiranno lo stipendio base di ogni giardiniere impiegato nel progetto. Un click per sostenere la rinascita di una persona. Non è poi così difficile aiutare qualcuno. Serve solo volerlo. Leggi anche: Come Paypal ci ha semplificato la vita: 7 cose che puoi fare in un click.

I datori di lavoro sono i cittadini

La partecipazione dei cittadini non si limita alla raccolta di fondi. Diventeranno una sorta di datori di lavoro dei giardinieri. Loro compito sarà anche quello di proporre le aree di intervento. Un sistema dunque che chiama in causa la partecipazione civica di ogni abitante per contribuire alla soluzione di due difficoltà comuni a tante realtà metropolitane. Come? Da un lato, solidarietà nei confronti di chi è meno fortunato, dall’altro, possibilità di contribuire in qualche modo alla riqualificazione degli spazi urbani trascurati.

Ma cosa propone esattamente Ridaje?

La visione di partenza è dunque quella di ridare dignità all’uomo tramite il lavoro. Le attività offerte sono la pulitura dello spazio per cui si richiede collettivamente la pulizia, la progettazione e la decorazione dell’area d’interesse e, infine, la manutenzione della stessa. Attraverso l’app, la cittadinanza ha la possibilità di segnalare il territorio che si intende rivalutare. Da questo momento parte la raccolta fondi per quel determinato intervento. Raggiunta la quota necessaria per coprire le spese, i giardinieri partono alla rivalutazione di sé stessi attraverso i luoghi in cui vivono.

Come vengono scelti gli homeless da coinvolgere?

Ridaje ha messo a punto un sistema innovativo e intelligente, seguendo tutte le fasi di selezione dei senzatetto da trasformare nei garanti degli spazi verdi. E così si parte dallo scouting che individua le persone più motivate a riscattarsi nella società, per passare alla loro formazione istruendole sulle tecniche e le metodologie di giardinaggio, per finire con la certificazione che ne attesti l’abilitazione professionale. Un percorso dunque mirato che tenga conto delle diverse individualità e che mira a diventare scalabile. Il progetto, infatti, è stato sperimentato coinvolgendo solo due persone per il tempo di un anno, ma l’obiettivo di Lorenzo è riuscire a creare un impatto maggiore e crescente. Coinvolgere più clochard possibili e sensibilizzare il maggior numero di cittadini. Insomma, tra chi propone di far pascolare le pecore in città e chi emana ordinanze anti-bivacco, c’è anche il team di Ridaje che escogita un modo solidale, smart e proficuo per tentare di risolvere i problemi. Rispettando la dignità delle persone e dell’ambiente. di Valentina Cuppone

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