Aumento dei ricoveri in terapia intensiva: 7 su 10 sono no vax

I ricoveri in terapia intensiva interessano per la maggior parte i soggetti non vaccinati. Della restante parte la quasi totalità è rappresentata da coloro i quali non hanno ancora fatto la terza dose.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Secondo un report della Federazione delle aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso) sugli ospedali sentinella in Italia i ricoveri in terapia intensiva per il Covid riguardano più del 70% i soggetti non vaccinati. L’età minima dei ricoveri va dai 21 anni agli 85 per i non vaccinati mentre dai 35 ai 90 anni per i vaccinati.

Dei vaccinati finiti in terapia intensiva l’84% di loro aveva completato il ciclo vaccinale con due dosi da più di quattro mesi e non aveva ancora ricevuto la dose booster.

Dal report emergerebbe anche che in media in una settimana c’è stato un aumento del 18% dei ricoveri in terapia intensiva, con un incremento del 21,6% per i non vaccinati contro il 10 % dei vaccinati.

Ricoveri in terapia intensiva: incremento costante e sistema sanitario in sofferenza

ricoveri in terapia intensiva_

Ricoveri in terapia intensiva. Il report ha sottolineato inoltre che dal 7 al 28 dicembre il numero dei pazienti non vaccinati ricoverati è aumentato del 46% mentre l’incremento dei non vaccinati è del 19%.

Nell’ultima settimana il tasso di crescita dei ricoveri è stato del 13,7% nel reparto di area Covid. Secondo la Federazione si riscontra una crescita progressiva, anche se interessa perlopiù i non vaccinati, oltre a tener conto anche del periodo delle festività.

Tutto ciò va a influire anche sul sistema sanitario, costituito da medici e infermieri. Ecco cosa ha detto al riguardo Antonio De Palma, presidente nazionale del Nursing Up:

Solo il 28 dicembre eravamo a 6904, ora siamo a 8001. Si registrano ben 1097 operatori sanitari infettati in più. Questo significa oltre 800 infermieri in 24 ore.

E poi ci preoccupa non poco la percentuale di aumento dei ricoveri, siamo al 20%, dato che pesa come un macigno insostenibile sulle spalle dei nostri infermieri, alle prese con un fragilissimo sistema sanitario, ingabbiati tra precariato, turni massacranti e carenza di personale che rischia di toccare di nuovo quell’acme di 80-85 mila unità in presenza di una crescita così esponenziale dei ricoveri.

Leggi anche: Quarantena di 5 giorni e lockdown per i non vaccinati: ecco le proposte del Cts

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