Richard Benson, chi è l’artista romano morto dopo una lunga malattia

Richard Benson è scomparso a 67 anni. L'artista romano non seppe valorizzare il suo personaggio e il suo talento, e pare morì in ristrettezze economiche.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Richard Benson era un metallaro dalla vita piuttosto articolata. È morto ieri nella sua casa a Roma, all’età di 67 anni, dopo una lunga malattia.

Pur essendo romano si divertiva a giocare con le sue origini, mostrando il suo passaporto britannico avente Woking, un sobborgo di Londra, come luogo di nascita. Benson seppe costruire attorno a se un personaggio, e fu il primo in Italia negli anni ’70 e 80 a praticare il metal.

Non riuscì a prendere la strada dei grandi palcoscenici e spesso fu chiamato nelle varie emittenti locali romane, attratte più dal suo fare e dal suo look che dalla sua musica.

Il sito ufficiale ne ha annunciato così la scomparsa:

Carissimi amici e amiche, dobbiamo purtroppo darvi la notizia più brutta possibile. Richard ha lottato come un leone anche questa volta contro la morte e purtroppo non ce l’ha fatta.

Ci ha lasciato. L’ultima volta però ci ha detto: ‘Se muoio, muoio felice’.

Richard Benson: un artista che non seppe valorizzarsi

Richard Benson

Richard Benson era un chitarrista metal. Fu apprezzato sia da Arbore, che lo volle con sé prima sulla radio, in “Per Voi Giovani”, e dopo a “Quelli della notte”, e sia da Carlo Verdone che lo ricorda così sui social:

Rimasi folgorato quando lo vidi parlare di grandi chitarristi e gruppi a me sconosciuti in una emittente televisiva romana, Tva 40.

Era stravagante, un po’ folle ma decisamente un personaggio da tenere presente per un film.

E così gli offrii il ruolo di un conduttore adrenalinico in un programma dal titolo Jukebox all’Idrogeno in Maledetto il giorno… Fu fantastico.

Fu invitato anche in diverse trasmissioni, da Chiambretti e Gene Gnocchi, e alcune sue liti in contesti televisivi locali divennero virali e finirono anche su You Tube.

Richard Benson, pur divenendo un vero e proprio personaggio, non seppe capitalizzare la sua fama tanto che nel 2016 face un appello perché si trovava in condizioni difficili sia economiche e sia di salute.

Richard Benson: la storia di un eccentrico chitarrista metal

Richard Benson nacque a Woking in Inghilterra nel 1955, da madre romana e padre inglese. Si trasferisce in Italia tra il 1960 e il 1970 ed è allora che compra la sua prima chitarra elettrica.

Anziché seguire il desiderio dei genitori, che lo volevano avvocato o architetto, entra nel gruppo prog Buon Vecchio Charlie e inizia a partecipare a diverse trasmissioni, prima radiofoniche e poi televisive.

Negli anni ’90 il suo look diviene più eccentrico mentre è nel 2000 che acquista una fama a livello nazionale, dopo la pubblicazione del suo primo disco da solista, Madre tortura. Emblematico un suo concerto al Coetus Pub di Roma il 17 dicembre 2005, in cui viene insultato e bersagliato dal pubblico, con il lancio di diversi generi alimentari. Da lì le successive esibizioni ebbero tutte quest’impostazione.

Poi approda sulle emittenti nazionali, con la partecipazione a Stile Libero Max, su Rai 2, e a Chiambretti Night su Italia 1. In seguito sopraggiungono i problemi economici e di salute, che sembravano essersi risolti, in particolare questi ultimi, fino all’annuncio oggi della sua scomparsa.

Leggi anche: Salvata da Leo Gassman, parla la studentessa abusata: “Vorrei incontrarti e ringraziarti”

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