Referendum costituzionale, perché non è un taglio alla democrazia

Con il referendum costituzionale il popolo italiano si è espresso a favore del taglio dei parlamentari. I primi exit poll parlano di un voto favorevole al SÌ con una percentuale intorno al 60%.

Domenico Di Sarno
Domenico Di Sarno
Informatico e politologo laureato con Lode. amante dei libri di ogni genere perché fortemente convinto che la cultura sia come il cibo, ne serve ogni giorno per nutrire la mente. Appassionato di storia e diritto costituzionale.
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Molti nostalgici hanno cercato di additare il taglio e il referendum, come un taglio alla democrazia.

Qui spieghiamo perché non si tratta di un taglio alla democrazia ma al contrario del suo esercizio

  1. Il Referendum Costituzionale è stato indetto secondo l’articolo 138 della Costituzione, quello che prevede la legittima revisione costituzionale
  2. Il quesito referendario è stato votato a maggioranza assoluta per ben 4 volte dalle camere. I rappresentanti del popolo si espressero a maggioranza in modo favorevole per il taglio.
  3. Il numero dei parlamentari non fu fissato dai padri costituenti ma determinato con una legge di revisione costituzionale del 1963. Questo significa che chi ha scritto la costituzione dopo la seconda guerra mondiale, riteneva democratico non fissare il numero a 945
  4. Il popolo è rappresentato già nelle amministrazioni locali e dopo la riforma del titolo V esistono addirittura enti ridondanti. In altre parole ci sono più enti che fanno la stessa cosa e spesso sono in conflitto tra loro
  5. La democrazia è tutelata dalla rigidità della Carta e dei Principi fondamentali nonché dalla possibilità di invocare i controlimiti in sede di Consulta

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Referendum Costituzionale, adesso cosa succede?

Secondo l’articolo 4 della legge di revisione costituzionale che è stata appena approvata, a partire dalla prossima legislatura, e comunque non prima di 60 giorni, i parlamentari diminuiranno.

Alle prossime elezioni il popolo sceglierà 400 deputati e 200 senatori.

Sarà necessario mettere mano ad alcuni regolamenti parlamentari e alla legge elettorale.

Il risparmio netto sarà compreso tra 80 e 100 milioni di euro l’anno. Non molto per il sistema paese ma una buona percentuale sul costo del parlamento.

Referendum Costituzionale, è l’inizio di una nuova era

L’Italia soffre tuttora della paura fascista, dell’uomo solo al comando perché il trauma del Ventennio è ancora vivo. Oggi però è arrivato il momento di guardare avanti. Se tutti collaboriamo anziché fare demagogia non si sarà mai più fascismo o un qualsiasi totalitarismo. Altre nazioni europee hanno meno parlamentari dell’Italia, sia in totale he pro capite. Caso particolare è quelle degli Stati Uniti, la cosiddetta patria della democrazia benché si diversa dal punto di vista istituzionale, ha molti meno parlamentari pro capite dell’Europa.

Referendum Costituzionale, tagli alle spese inutili

La vittoria del SÌ potrebbe essere l’inizio di un Parlamento funzionale, snello, rispettoso della democrazia e attento ai cittadini. Non si tratta della sola spesa della politica su cui intervenire. Si potrebbero operare accorpamenti di enti inutili e sovrapposti come comunità montane, provincie in cui non sono rappresentati i piccoli Comuni. Gli stessi consigli comunali potrebbero essere ridotti. Altri enti che possono essere eliminati perché con funzioni già di altri possono essere le municipalità, per essere sostituite magari da un sistema a collegi nei Consigli Comunali delle grandi città. Il taglio dei Parlamentari è stato solo il primo passo. Chi ama la patria auspica in un vento del cambiamento senza adagiarsi sugli allori di oggi.

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Referendum Costituzionale, il coraggio di cambiare

Abbiamo avuto il coraggio di cambiare. Ognuno deve averlo per sé, nella propria vita e nel quotidiano. Soprattutto occorre avere il coraggio di chiedere tutto a noi stessi e a chi ci sta vicino. La legge è dalla parte del Popolo sovrano ma solo se permetteremo alla politica di risolvere i problemi questa avrà un’azione efficiente e incisiva. Possiamo chiedere di più amando la Patria e il popolo di cui facciamo parte. Si tratta proprio di una scelta d’amor proprio. Oggi abbiamo iniziato a chiedere di più ma dobbiamo avere il coraggio di chiedere il meglio, di chiedere tutto scegliendo solo chi vuole il nostro bene. In fondo lo spirito della Costituzione e l’essenza dell’amore coincidono.

di Domenico Di Sarno

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Informatico e politologo laureato con Lode. amante dei libri di ogni genere perché fortemente convinto che la cultura sia come il cibo, ne serve ogni giorno per nutrire la mente. Appassionato di storia e diritto costituzionale.
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