“Quanto resta della notte?”. In scena a Roma lo spettacolo di Nichi Vendola

Appuntamento lunedì 21 novembre alle ore 21.00 con otto riflessioni imperdibili sul mondo di oggi.

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Tappa romana per lo spettacolo di Nichi Vendola Quanto resta della notte? lunedì 21 novembre al Nuovo Teatro Parioli.

Una serata dedicata alla parola, all’ascolto e alla riflessione, per sondare e insieme scardinare le inquietudini che accompagnano l’ora più buia prima dell’alba.

La parola come strumento di comprensione della realtà

Nichi Vendola, autore e protagonista della pièce, si fa portavoce di tematiche universali, declinandole sapientemente nel vissuto personale che diventa, attraverso un caleidoscopio di trame e parole, territorio comune e di condivisione.

Lo spettacolo trae spunto da una citazione biblica del libro di Isaia (21,11) “Sentinella, quanto resta della notte?”, poema notturno che esprime i sentimenti umani dell’attesa e della speranza, misti all’angoscia del buio e della perdizione. E come la sentinella risponde al richiamo “se volete domandare, domandate, convertitevi, venite!” così Nichi Vendola invita il pubblico ad ascoltare e insieme reagire, soffermandosi sul significato profondo delle parole.

Significato che per l’ex presidente della regione Puglia rischia di essere svuotato della sua attinenza con la realtà, in un mondo in cui la parola è relegata a corollario di facili costumi, piegata a interpretare mode e tendenze senza peso, svilita a mera propaganda, pubblicità, motto e ambiguità, quando invece sarebbe il mezzo con cui dare forma e sostanza all’esistenza.

Più parole si usano, secondo Nichi Vendola, più siamo in grado di definire il nostro io, l’esterno che ci circonda, i pensieri che ci muovono ed esprimere, così, il nostro destino. E nel tentativo di ridare solennità alla parola, Nichi Vendola ha composto un testo di 160.000 caratteri, ridotto e limato fino a meno della metà, per portare in scena un componimento poetico diviso in otto monologhi.

Gli otto monologhi dello spettacolo

quanto resta della notte - Nichi Vendola

Poeta ancor prima – o forse contemporaneamente – di diventare politico, Nichi Vendola calca la scena teatrale come ha fatto con i palchi dei comizi, attirando l’attenzione su otto momenti bui del genere umano, in una metafora della notte come declino della coscienza di fronte alle avversità e agli ostacoli che l’umanità sta attraversando.

E lo fa rispolverando il suo repertorio di poesie pubblicate sin da quando aveva 25 anni, messe in relazione con la proiezione di otto video artistici a cura di Mario Amura, grande protagonista del videomaking italiano, che accompagnano l’apertura e la chiusura di ciascun capitolo di Quanto resta della notte?

La notte

Il primo monologo, ispirato al libro Patrie, è dedicato alla patria e alla paura che questo termine declinato al singolare porta con sé – escludente, totalizzante, militare e nazionalistica -, in confronto a chi invece lotta per le patrie – contro il razzismo, la guerra e la supremazia. La notte è la notte dell’umanità, quando si torna a parlare di guerra come qualcosa di ordinario.

Il contagio

Il secondo capitolo è una riflessione sulla pandemia e sui sentimenti contrastanti che l’hanno accompagnata. Una lunga interminabile notte che ha lasciato echi e strascichi nella vita di tutti.

La rimozione

Il terzo monologo parla di un’altra notte iniziata all’alba dei tempi e che ora richiede urgentemente di essere illuminata: il tema è quello della violenza contro le donne, in un’accusa alla società maschilista e patriarcale che troppo spesso dimentica di essere autocritica.

Lo strappo

Nel quarto capitolo Nichi Vendola torna a parlare di politica, indicando le lacerazioni che provocano le torture, come quelle della scuola Diaz o nella caserma di Bolzaneto, tema purtroppo ancora attuale nelle democrazie di tutto il mondo che, in nome di vacui concetti, arrivano a dare alla vita un valore infimo.

La sconfitta

Il quinto paragrafo dello spettacolo si impernia sulla sconfitta del linguaggio, della cultura e soprattutto della politica, che secondo l’autore è ormai troppo liquida, incapace di dare solidità a causa proprio della mancanza di proprietà nell’uso delle parole, svuotate di significato e di senso.

La perdita

Si passa poi, nel sesto capitolo, a parlare della morte in senso stretto: la perdita di una persona cara è la notte più triste, quella che con difficoltà potrà tornare a essere una giornata di sole. Il capitolo è dedicato al fratello di Nichi Vendola, recentemente scomparso, ma anche alle morti bianche e a tutti coloro che soffrono di una mancanza incolmabile.

Il ritorno

Da questo momento in poi, intravediamo una risposta alla domanda Quanto resta della notte?, perché agli ultimi due monologhi è affidato il messaggio della speranza. E la memoria è quella che, con i ricordi, non solo dà sostanza ai sentimenti, ma impone di costruire un futuro migliore, nelle piccole e nelle grandi cose. Nichi Vendola parla qui del ritorno, del nostos di Ulisse, degli affetti, del sud, della famiglia.

L’amore

Amor vincit omnia – l’amore vince su tutto: sembra quasi una citazione virgiliana l’epilogo di Cosa resta della notte, perché è proprio l’amore a poter rompere il silenzio e riportare la luce in un nuovo giorno. L’ultimo capitolo è infatti un’esortazione a non avere più paura delle ombre della notte, rompendo schemi e sortilegi, per abbandonarsi al più fulgido dei sentimenti, senza restrizioni date da convenzioni, politiche e qualunquismi.

Dove e quando

Nichi Vendola_Tappe quanto resta della notte

Lo spettacolo di e con Nichi Vendola, Quanto resta della notte?, prodotto da Fidelio con le musiche di Populous e i video di Mario Amura, va in scena al Teatro Nuovo Parioli lunedì 21 novembre alle ore 21.00, per poi approdare a Bologna, Torino e Firenze.

Nichi Vendola è uomo politico, giornalista e autore di numerose pubblicazioni, tra cui Prima della battaglia, Il mondo capovolto, Patrie.

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