La Puglia proibita: “Una puccia 26 euro, una frisella 19”. Ma il mare non è di tutti?

I costi per una vacanza in Puglia, dal Gargano al Salento, stanno divenendo proibitivi per moltissime famiglie. Lo scenario che si prospetta è di un turismo sempre più “di lusso”?

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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In Puglia, e in particolare nel Salento, ci si avvia sempre più verso un turismo di lusso. È di questo parere anche Vito Vergine, titolare del noto lido Maldive del Salento, a Pescoluse, il quale personalmente si sta avviando verso questa transizione, come ha spiegato al Corriere della Sera:

La fascia media, che prima ci dava ossigeno, si sta depauperando, va sempre più restringendosi.

Noi per poter sopravvivere dobbiamo per forza puntare su un target più elevato.

L’aumento dei prezzi sarebbe quindi proporzionale ad un aumento della qualità, a vantaggio di una clientela “di lusso”, mentre il cosiddetto ceto medio si starebbe sempre più sfaldando. C’è da riflettere però, in quanto, una puccia a 26 euro o una frisella a 19 euro non ha nulla a che vedere con il turismo di qualità ma sembra piuttosto un voler speculare a tutti i costi su un prodotto tipico, che non può raggiungere certi prezzi.

Puglia, Vito Vergine: “Vogliamo fare turismo di qualità”

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L’imprenditore Vito Vergine, che è anche presidente del Sindacato italiano balneari di Lecce, ha specificato di dover dar ragione a Flavio Briatore, il quale, parlando del Salento diceva che per attrarre i turisti ricchi servissero strutture di alto livello:

Il mio lido presto farà un salto di qualità per posizionarsi su un livello superiore e di conseguenza punteremo ad un target più alto.

Ci piace fare qualità e realizzare quello che predichiamo da decenni, il Salento merita di essere rispettato: no al turismo di massa, no al turismo che aggredisce le nostre risorse naturalistiche.

Le spiagge del Salento sono strette, ha spiegato Vergine, non si adattano a un turismo di massa: “ A differenza della riviera romagnola le nostre spiagge sono strette, possiamo sistemare 5-8 file di ombrelloni, non 50. Non è un discorso cinico, questo passaggio va fatto e non per colpa nostra ma per le dinamiche di mercato”.

Danilo Lupo ai proprietari dei lidi: “La proprietà delle spiagge in Puglia non è vostra”

Poi alla domanda se i lidi diventeranno inaccessibili a larghe fasce della popolazione risponde così l’imprenditore:

Ci saranno lidi con prezzi più bassi, e poi ci sono sempre le spiagge libere.

Questo discorso però non è condiviso da tutti. Sui social, oltre agli apprezzamenti, c’è stato anche chi lo ha paragonato a Briatore, in senso negativo però. Danilo Lupo, giornalista de La7 si è così sfogato su Facebook:

Le spiagge non sono vostre, sono nostre. La loro proprietà è pubblica mentre a voi balneari ne è stato concesso l’uso e lo sfruttamento. Cioè: ci avete messo le mani anni fa e ora non le mollate, opponendovi in tutti i modi a gare pubbliche e a un minimo di concorrenza.

Così pagate a tutti noi, che siamo i proprietari delle spiagge, canoni ridicoli. E poi le volete riservare solo a pochi ricchi, “a chi se le può permettere”. Bello questo libero mercato, basato sulla spiaggia degli altri.

Lo scenario che si prospetta è di un turismo sempre più “di lusso” e il dibattito è acceso su requisiti e caratteristiche per poterlo realmente definire tale. Si registra, inoltre, un effetto collaterale non indifferente: la fuga dei turisti italiani all’estero. Secondo quanto riportato dall’edizione locale di Repubblica, sarebbero raddoppiati i collegamenti da Bari a Durazzo, e un quarto dei passeggeri risulta essere italiano. In crescita anche i numeri delle partenze verso Tunisia, Albania, Grecia, Mar Rosso e Spagna.

Leggi anche: Vedova Tina Carratù: “Con il reddito di cittadinanza ho portato avanti la famiglia, ora come farò?”

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