Pietro Orlandi ascoltato 8 ore in Vaticano. Audio shock: “Wojtyla usciva la sera”

Pietro Orlandi è stato ascoltato dal magistrato vaticano, che sta indagando sulla scomparsa della sorella Emanuela, nell’ambito dell’inchiesta riaperta a fine dello scorso anno. Pare siano tutti intenzionati, finalmente, a far luce sulla vicenda.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Papa Francesco e il Segretario di Stato, il Cardinale Pietro Parolin, vogliono che emerga la verità senza riserve”, così Alessandro Diddi, Promotore di Giustizia della Città del Vaticano si era rivolto alla stampa qualche mese fa, come riportato dal Corriere della Sera, e da allora dei passi avanti sono stati fatti.

Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, la cittadina vaticana di 15 anni misteriosamente scomparsa più di 40 anni fa, è stato ascoltato oltre 8 ore, presso il Sant’Uffizio. Accompagnato dall’avvocato della famiglia, Laura Sgrò, è stato ricevuto dai pm per rendere le proprie dichiarazioni e offrire informazioni in suo possesso, nell’ambito dell’indagine aperta dal promotore di Giustizia Vaticano alla fine dello scorso anno, sulla scomparsa di sua sorella Emanuela. Si tratta di un momento che la famiglia Orlandi ha atteso da anni, come più volte dichiarato da Pietro alla stampa:

È da due o tre anni che stiamo facendo richiesta con l’avvocato per essere ascoltati perché avevamo in mano questi elementi nuovi. Lo avevo detto anche a Papa Francesco.

Il colloquio di Pietro Orlandi con il promotore di giustizia vaticano: cosa si sono detti?

pietro orlandi_emanuela

Pietro Orlandi riguardo al colloquio con le autorità di giustizia vaticane ha dichiarato, come riportato da Tgcom 24:

Sono sereno, ho potuto verbalizzare nomi e cognomi di tutte le indagini fatte privatamente.

Abbiamo parlato di tante cose, della famosa trattativa Capaldo, del trasferimento di Emanuela a Londra, di pedofilia, degli screenshot dei messaggi di cui siamo entrati in possesso. Ho visto la volontà di fare chiarezza e non fare sconti.

Ha proseguito Orlandi:

Mi hanno ascoltato e hanno accettato tutto quello che avevo da dire, sottolineando che auspicano la massima collaborazione con la Procura di Roma e le altre istituzioni italiane. Sono state verbalizzate tutte le mie dichiarazioni. Ho fatto i nomi delle persone che secondo me dovrebbero interrogare anche di alti prelati e altri personaggi eccellenti. Da tre anni chiedevo di essere ascoltato. Questo è un momento importante perché a qualcosa deve portare, dopo le mie dichiarazioni ci devono essere delle risposte.

Ho ribadito il fatto che io sono convinto che Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco siano stati e siano a conoscenza di quello che è avvenuto e forse c’è stato un cambiamento nella volontà e hanno deciso magari di fare chiarezza.

Mi hanno assicurato che non c’è nessuna coincidenza con i funerali di Ratzinger, proprio perché loro già da diversi mesi hanno ascoltato delle persone, stanno andando avanti, stanno lavorando su molte cose. Però quello che gli ho raccontato, e davvero non ho fatto sconti a nessuno. C’è necessità che non ci siano protezioni per nessuno.

Pietro Orlandi, oltre a tentare di ricostruire gli anni tormentati seguiti alla scomparsa della sorella, ha anche consegnato dei documenti scritti con allegati degli screenshot di una chat tra un cardinale e un altro ecclesiastico in cui si troverebbero precisi riferimenti a Emanuela.

Pietro Orlandi e le pesanti accuse su Wojtyla, papa Giovanni Paolo II

Hanno fatto molto discutere le parole di Pietro Orlandi, pronunciate a Di Martedì, su La7, nel corso della puntata dell’11 aprile, commentando un
documento esplosivo. Si tratta di una registrazione audio che lo stesso avrebbe consegnato alle autorità vaticane, in cui a parlare è un uomo vicino alla banda della Magliana. Si fa riferimento al ruolo del boss Enrico De Pedis, detto Renatino, sepolto nella basilica romana di Sant’Apollinare. In merito Pietro Orlandi lancia gravi accuse su Woytyla:

Papa Giovanni Paolo II se le portava in Vaticano quelle, era una situazione insostenibile. E così il Segretario di Stato a un certo punto è intervenuto decidendo di toglierle di mezzo. E si è rivolto a persone dell’ambiente carcerario.

Tali parole, molte delle quali coperte da “bip”, secondo quanto riferisce Orlandi nel file originale è chiaro a chi si riferiscono, anche se finora non hanno trovato nessun riscontro concreto. Poi conclude, chiedendo agli inquirenti, vaticani e italiani, di approfondire:

Mi dicono che Wojtyla ogni tanto la sera usciva con due Monsignori polacchi e non andava certo a benedire le case…

Leggi anche: Caso Orlandi, il fratello Pietro: “Ho le prove che Emanuela sia passata per Londra”

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