Perché le criptovalute sono così volatili nel 2022?

Tutto quello che devi sapere sull'andamento delle criptovalute nel 2022.

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Tutti coloro che hanno la passione per le operazioni di trading di NFT, ma anche di valute digitali, sfruttando piattaforme valide e affidabili come easyMarkets, sanno alla perfezione come il 2022 è stato un anno all’insegna, fino a questo momento, di un alto livello di volatilità, sia da parte del Bitcoin che di tutte le altre criptovalute.

Una situazione molto difficile da affrontare, dal momento che gestire tale volatilità non è affatto semplice e richiede sempre un grandissimo equilibrio. Certo, non può e non deve stupire il fatto che le valute digitali siano a tal punto volatili, ma cerchiamo di comprendere meglio i motivi per cui nel 2022 si è assistito ad uno scenario così instabile da questo punto di vista.

L’analisi sul Bitcoin

Fino a questo momento, non è certo una novità che il prezzo di Bitcoin abbia messo in mostra un altissimo grado di volatilità. Tralasciando di considerare i primi anni, ovvero quelli che precedono temporalmente il primo halving che si è svolto intorno agli ultimi mesi del 2012, va detto che la differenza annuale tra i picchi di massima e quelli minimi sia stata davvero imponente.

Giusto per fare un esempio, nel corso del 2013 il Bitcoin è stato oggetto di un’incredibile oscillazione, dato che è passato da un minimo di 13 dollari fino a toccare una soglia massima pari a ben 1100 dollari. Nel corso del triennio successivo, invece, si è passati da un tetto minimo di 170 dollari fino a 1000 dollari come picco massimo. Un’instabilità che è continuata anche nel 2017, dove ad esempio la valuta digitale più famosa in tutto il mondo ha fatto registrare un minimo di 750 dollari e una soglia massima pari a 20 mila dollari. Stesso discorso nel triennio successivo, con minimi intorno ai 3200 dollari e picchi di massima intorno ai 29 mila dollari.

Cosa è successo dal 2021 in avanti

Qualcosa, però, pare essere cambiato in seguito alla bullrun del 2021. Infatti, l’oscillazione ha cominciato a rimanere ancorata entro i valori soglia di 29 e 69 mila dollari. Insomma, un’instabilità che è certamente diminuita in confronto al triennio precedente. Proprio per tale motivo, ci sono diversi addetti ai lavori che mettono in evidenza come, dando uno sguardo sul lungo periodo, la volatilità del prezzo di Bitcoin pare proprio che dovrebbe diminuire, mentre altri sono convinti del contrario, ovvero che si manterrà ancora su livelli molto alti.

La seconda posizione, ovvero quella secondo per cui la volatilità del prezzo di Bitcoin rimarrà elevata, è sostenuta dal fatto che tanti analisti sono concordi nel sottolineare come la volatilità rimanga una caratteristica naturale di questa valuta digitale, soprattutto per via del fatto che la realizzazione di nuovi Bitcoin è in tutto e per tutto inelastico rispetto al mercato.

Bitcoin e il paragone con l’oro

Non è certo nuovo il paragone della moneta digitale più famosa in tutto il mondo con l’oro e sono in tanti a sottolineare come Bitcoin potrebbe essere tranquillamente impiegato come sistema per tutelarsi contro l’inflazione della massa monetaria delle valute fiat attuali. Se effettivamente tale ruolo dovesse essere ricoperto sul serio da parte del Bitcoin, oggetto di un forte calo da gennaio, potrebbe diventare un vero e proprio sistema per tutelare le politiche monetarie dal carattere ultra-espansionistico legato alle banche centrali.

Se davvero tale scenario dovesse realizzarsi ecco che il trend di diminuzione dell’inflazione delle monete d’oro potrebbe ripresentarsi anche con il Bitcoin. Quindi, anche la volatilità della moneta digitale potrebbe scendere non solo sul medio, ma pure sul lungo periodo. È bene, infine, evidenziare anche come il grande successo che ha avuto il Bitcoin sui vari mercati finanziari è indubbiamente correlato anche al suo alto grado di volatilità.

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