Pensioni, le ipotesi del Governo Meloni: cosa c’è sul tavolo

L'attuale esecutivo sta lavorando per evitare il ritorno alla legge Fornero. Vediamo nel dettaglio quali saranno le modifiche applicate al sistema pensionistico.

Rosarianna Romano
Rosarianna Romano
Rosarianna Romano, classe 1997. Formazione umanistica e interessi eclettici, sedotta dall'arte e dalla storia contemporanea, ama leggere i libri e la realtà. Nata in Puglia e bolognese d'adozione.
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Quali modifiche subiranno le pensioni? L’attuale esecutivo sta lavorando per evitare il ritorno della Legge Fornero, la quale, senza interventi, scatterà in automatico a partire dal 1° gennaio 2023. Tra i progetti sul tavolo del presidente del consiglio Giorgia Meloni ci sono diverse soluzioni: il compromesso tra le parti sarebbe rappresentato da Quota 103, a cui va aggiunta la proroga di Opzione donna e dell’Ape sociale.

In ogni caso, la scelta del Governo dipende dai costi e dalle richieste delle parti sociali. Sindacati e Confindustria, infatti, chiedono di oltrepassare soluzioni tampone per accedere a una vera riforma del mercato. Nonostante il nuovo Governo non possa procedere per adesso in questa direzione, si pone l’obiettivo di definire un intervento strutturale a partire dal 2024.

Le ipotesi sulle pensioni

Il ventaglio delle ipotesi sulle pensioni è molto ampio. Vediamo i dettagli:

  • Quota 102 + Quota 41. “Il Sole 24 Ore” sottolinea che una delle opzioni è riproporre Quota 102, a cui si aggiungerebbe, oltre alla soglia anagrafica di 61 anni, il vincolo dei 41 anni di contribuzione.
  • Quota 104 + Quota 41. Sempre con il requisito dei 41 anni di contribuzione, una soluzione meno costosa sarebbe Quota 104, ma con 63 anni d’età.
  • Quota 103. Questa potrebbe essere una strada di compromesso, poiché, da un lato, non è lontana dalle richieste dei sindacati, dall’altro, non richiederebbe l’impiego di eccessive risorse. Prevede 62 anni d’età e 41 di versamenti.
  • Quota 102 e 103 “flessibili”. Una versione parzialmente flessibile di Quota 103, invece, partirebbe da un’età minima di 61 anni. In questo caso, l’uscita anticipata verrebbe garantita a quell’età, insieme a 42 anni di contributi, oppure con 62 anni e 41 anni di versamenti.
  • Doppia quota 102. Tra le opzioni c’è anche quella di uscire con gli attuali requisiti introdotti dall’esecutivo Draghi (64 anni d’età e 38 di contributi), oppure con quelli indicati dal Carroccio, che prevedono 61 anni d’età e 41 di contribuzione.

Opzione donna e Ape Sociale

Nella legge di bilancio in arrivo, inoltre, sarà presente anche l’Ape Sociale e prorogata Opzione donna. Quest’ultima permette alle lavoratrici di accedere alla pensione anticipata con 58 anni, 59 se “autonome”, e 35 di contribuzione, ma con l’assegno ricalcolato con il metodo contributivo.

L’Ape sociale, invece, è rivolto ad alcune categorie di lavoratori in difficoltà che hanno maturato 63 anni d’età e dai 30 ai 36 anni di contribuzione.

Le parole del ministro dell’Economia

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha presentato la necessità di una riforma sulle pensioni rivolgendosi così ai parlamentare durante un’audizione sulla Nadef:

Se consideriamo il periodo 2022-2025, la spesa per pensioni assorbirà risorse per oltre 50 miliardi.

Leggi anche: Pensioni, come sarà la nuova versione di quota 41

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