Se c’è un argomento che negli ultimi anni ha assunto un ruolo centrale nel dibattito sociale, è sicuramente quello della parità di genere. Mentre molti sono a conoscenza dell’importanza di questa tematica e delle sfide che ancora persistono nel raggiungere una reale equità, ci sono alcuni aspetti meno noti che vale la pena esplorare.
Gender gap: la situazione italiana
Prima di addentrarci nei dettagli, è importante comprendere cosa si intenda per “gender gap”. Questo termine si riferisce alla disparità di opportunità, trattamento e accesso alle risorse tra uomini e donne in una società. In Italia, purtroppo, il gender gap persiste in diversi settori. Secondo i dati aggiornati al 2022, le donne continuano a subire una serie di svantaggi sul fronte lavorativo, salariale e nelle posizioni decisionali. È una sfida che richiede un impegno collettivo per garantire una reale parità di genere e un futuro più equo per tutti.
Pink washing: i diritti civili che servono per vendere
Un fenomeno correlato alla parità di genere è quello del “pink washing”. Questo termine fa riferimento alla pratica di sfruttare la lotta per i diritti delle donne e l’uguaglianza di genere per scopi di marketing. In modo simile al concetto di “rainbowashing” che coinvolge la comunità LGBTQ+, il pink washing può essere un tentativo di sfruttare l’immagine di un’azienda o di un prodotto per apparire progressisti e allineati ai valori di parità di genere, senza necessariamente agire in maniera concreta per promuovere tale equità. È importante essere consapevoli di questo fenomeno e distinguere tra un vero impegno per la parità di genere e un’azione meramente pubblicitaria.
Cos’è la certificazione per la parità di genere
Una misura concreta che può contribuire a promuovere la parità di genere è la certificazione per la parità di genere. Questo è un processo attraverso il quale le aziende possono ottenere un riconoscimento ufficiale per aver implementato politiche e azioni volte a garantire l’equità di genere all’interno della propria organizzazione.
La certificazione può essere rilasciata da enti specializzati nel settore e coinvolge una revisione di diversi ambiti della gestione aziendale, tra cui la politica di assunzione, la parità salariale, le opportunità di sviluppo e la presenza di donne in ruoli di leadership.
Ambiti della gestione aziendale revisionati per la certificazione:
– Politiche di assunzione e promozione
– Parità salariale e benefit
– Piani di sviluppo e formazione interna
– Cultura aziendale inclusiva
– Equilibrio tra vita lavorativa e privata
– Partecipazione femminile nei processi decisionali
– Prevenzione del harassement e discriminazione di genere
In Italia, la certificazione per la parità di genere è regolamentata dalla UNI PDR 125:2022. Questa normativa fornisce le linee guida per l’ottenimento della certificazione e stabilisce le sanzioni per le aziende che non aderiscono ai principi di parità di genere.
Le aziende che ottengono la certificazione possono beneficiare di sgravi fiscali, essere considerate preferenzialmente nei bandi di gara pubblici e ottenere un punteggio premiale più elevato ai fini della concessione di aiuti di Stato. Questi incentivi sono progettati per promuovere l’adozione di politiche e pratiche che favoriscano una reale parità di genere e contribuiscano a costruire un tessuto aziendale più inclusivo.
La parità di genere rappresenta una sfida cruciale nella nostra società. Oltre alla consapevolezza dei problemi esistenti, è importante comprendere le dinamiche nascoste come il pink washing e conoscere le misure concrete come la certificazione per la parità di genere. Solo attraverso un impegno collettivo e azioni tangibili potremo costruire un futuro in cui l’uguaglianza di genere sia una realtà concreta e non solo un ideale da perseguire.
