Intervento record per papà con 11 metastasi, asportato il 75% del fegato: “È già a casa”

L'intervento da record all'ospedale Ca' Foncello di Treviso: "Il paziente con 11 metastasi al fegato ha ora concrete prospettive di sopravvivenza".

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
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Un papà 40enne aveva ricevuto una prognosi con pochi mesi di vita: il suo corpo presentava ben 11 metastasi per un tumore al retto che si era esteso per tutto il corpo. Ma ecco l’intervento record che gli ha persino permesso di tornare già a casa, effettuato all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso dall’équipe di Chirurgia 2, diretta dal professore Giacomo Zanus: al paziente 40enne è stato asportato il 75% del fegato.

Papà con 11 metastasi nel corpo: “Inizialmente era inoperabile”

L’intervento è stato molto complesso, in quanto prima di rimuovere le metastasi, i medici hanno dovuto prestate grandissima attenzione alla quantità di fegato sano che avrebbe avuto il paziente post-operazione per garantirgli la sopravvivenza.

All’inizio, come ha sottolineato la stessa équipe, la prima ipotesi era stata quella di non avanzare con l’intervento, considerando la patologia “inoperabile”. Motivo per cui il 40enne ha svolto un percorso di chemioterapia. E le risposte dopo la cura sono state ottime: la dimensione delle metastasi si è ridotta notevolmente, e solo allora il professor Zanus e i suoi colleghi hanno deciso di operarlo.

Quel 25% di possibilità di poter effettuare l’operazione

Dalle prime analisi, è emerso il cancro non aveva raggiunto una piccola parte del fegato, come ha ha rivelato il comunicato dello stesso Ca’ Foncello di Treviso:

Un tumore del retto sub-occludente aveva determinato la formazione di numerosissime metastasi che avevano invaso il fegato nella sua totalità.

Il paziente è stato pertanto sottoposto a trattamento chemioterapico con straordinaria risposta clinica, scomparsa della lesione nel retto e riduzione delle lesioni epatiche…

La risposta chemioterapica ha reso possibile la riduzione del carico tumorale all’interno del fegato con evidenza alla volumetria epatica di una quantità di fegato libero da malattia del 25%.

Papà con 11 metastasi: è tornato a casa 6 giorni dopo l’intervento

Il paziente non ha trascorso nemmeno un giorno in rianimazione, ma è tornato subito a casa con “ottime prospettive di sopravvivenza”, come rivela l’équipe dell’ospedale, grazie al lavoro di squadra del professor Zanus e colleghi:

È stato un virtuoso lavoro di squadra in cui la ricerca universitaria e l’assistenza ospedaliera hanno garantito un successo terapeutico di grande rilievo, un binomio vincente che proietta Treviso nel futuro della medicina traslazionale e di precisione.

Infatti, l’operazione è stata resa possibile dalla cooperazione tra l’ospedale di Treviso, l’università di Padova e le istituzioni in un modello di sanità all’avanguardia come quella veneta.

Zanus e l’avanguardia del Ca’ Foncello: il ruolo della diagnostica radiologica ed endoscopica

Oltre a ringraziare tutti i suoi colleghi che hanno collaborato in questa difficile impresa, il professor Zanus ha dichiarato che un ruolo importante è stato svolto anche dalle tecnologie all’avanguardia, come la diagnostica radiologica ed endoscopica di precisione e la ricostruzione tridimensionale del fegato per pianificare l’operazione sul paziente in un’unica seduta:

L’intervento resettivo sul fegato, in cui sono stato coadiuvato dal dottor Brizzolari e dal dotto Scopelliti, è stato particolarmente complesso.

Ha richiesto l’utilizzo della altissima tecnologia intraoperatoria di cui dispone la sala operatoria del Ca’ Foncello, dalla dissezione microchirurgica con gli ultrasuoni, alla coagulazione bipolare, alla termoablazione con le micro-onde, sfruttando la navigazione intraparenchimale ecoguidata.

Questa dotazione ci ha consentito di applicare le tecniche più avanzate di resezione epatica, asportando, con oltre il 75 % del fegato, tutte le lesioni maligne, distribuite in tutta l’area, ma garantendo allo stesso tempo l’integrità del fegato residuo sano.

È stata risparmiata una quota di fegato volumetricamente molto esigua, inferiore al 25%, ma sufficiente per la sopravvivenza del paziente secondo i protocolli della più avanzata ricerca chirurgica.

Leggi anche: Un neonato cardiopatico considerato inoperabile a Londra è stato salvato a Genova: “Ora sta bene”

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