Non cammina senza busto, pazienti, medici e infermieri glielo regalano: “Sono come una famiglia”

Un giovane paziente dello Sri Lanka ha ricevuto un regalo inaspettato dal personale sanitario: ora potrà tornare a camminare.

Rosarianna Romano
Rosarianna Romano
Rosarianna Romano, classe 1997. Formazione umanistica e interessi eclettici, sedotta dall'arte e dalla storia contemporanea, ama leggere i libri e la realtà. Nata in Puglia e bolognese d'adozione.
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Il protagonista di questa storia a lieto fine è un giovane dello Sri Lanka ricoverato all’Ospedale San Giovanni di Dio di Firenze.

Il ragazzo, per poter tornare a camminare, aveva necessità di indossare un busto. Ma, quello che mancava, erano i soldi per poterlo acquistare. È così che medici, infermieri e pazienti hanno deciso di mettere su una colletta per aiutarlo. Scopriamo la sua storia.

Un nuovo busto per una nuova vita

Attorno al giovane paziente dello Sri Lanka ricoverato all’Ospedale San Giovanni di Dio si è stretta una vera e propria famiglia. Il ragazzo, a seguito di una caduta, ha subito una brutta frattura vertebrale. Dopo tanto dolore, il referto ha stabilito 40 giorni di prognosi, da trascorrere a letto e a riposo.

Il paziente, come ha stabilito l’ortopedico, una volta trascorso il periodo di convalescenza, potrà sicuramente tornare ad una vita normale. Tuttavia, per farlo dovrà indossare un busto, un Camp C-35, un supporto medico che però non è prescrivibile dal sistema sanitario pubblico. Il paziente però non se lo può permettere.

Chi è il giovane

Del giovane paziente non si hanno molte informazioni. Sappiamo che è dello Sri Lanka e che, in Italia, non ha una famiglia ad aiutarlo. È solo e l’italiano non lo parla bene. Per lui, la famiglia è diventata quella formata dai medici, infermieri e gli stessi pazienti dell’ospedale fiorentino.

Non potendo permettersi il busto, ci ha pensato il personale sanitario a fornirglielo, con l’aiuto degli altri degenti del nosocomio. Sono stati proprio loro a chiamare con discrezione il medico, chiedendo di poter contribuire all’acquisto. Poco dopo tra gli infermieri e gli operatori socio-sanitari del reparto si sparge la voce e si accende spontaneamente una vera e propria “catena di solidarietà”.

La catena di solidarietà

La buona notizia è che la cifra è già stata raggiunta, in poche ore. È stata l’infermiera del reparto a contattare il negozio di articoli sanitari, che, dal canto suo, ha contribuito applicando uno sconto.

La Asl Toscana centro, in una nota, ha commentato con una frase di madre Teresa di Calcutta: “La cosa più bella che puoi fare per te è fare qualcosa per gli altri”.

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