giovedì, 7 Agosto 2025
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Trump e Putin vicini al dialogo: i possibili punti dell’incontro

Il vertice Trump-Putin potrebbe riaccendere le speranze di pace tra Russia e Ucraina, ma Zelensky resta fuori dai giochi (per ora). Gli Emirati in pole come sede del summit.

Gloria Caruso
Gloria Caruso
La scrittura è una strada di cui seguire la rotta, per muoversi con determinazione tra fatti e parole. L’informazione vale solo se è fatta bene: con gli occhi attenti e la mente aperta.

Una notizia che scuote il panorama geopolitico internazionale: Vladimir Putin e Donald Trump si preparano a un nuovo incontro bilaterale, “nei prossimi giorni”, su iniziativa della parte americana. A comunicarlo è stato Yuri Ushakov, consigliere presidenziale del Cremlino. La macchina diplomatica si è già messa in moto e il mondo osserva con attenzione.

Sullo sfondo, il conflitto in Ucraina, ancora irrisolto, e le tensioni internazionali. Il presidente ucraino Zelensky ha espresso la volontà di incontrare Putin direttamente, ma da Mosca la risposta è stata un silenzio pesante.

Intanto, gli Emirati Arabi Uniti emergono come possibile luogo neutrale per l’incontro tra i due ex (e attuali) protagonisti della scena mondiale.

Un summit che nasce da Washington

Secondo quanto riportato dall’agenzia Interfax, l’incontro è stato proposto dagli Stati Uniti e accettato dal Cremlino. Le parole di Ushakov sono chiare:

Su proposta della parte americana è stato sostanzialmente concordato un incontro bilaterale di alto livello.

I preparativi sono già in corso e si parla apertamente di un summit a brevissimo termine.

Il contesto è delicatissimo: Trump, tornato alla Casa Bianca da pochi mesi, sembra voler usare la sua influenza personale per tentare una mediazione che, almeno sulla carta, potrebbe segnare un punto storico.

Zelensky resta in attesa: “Parlare tra leader è essenziale”

In parallelo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha lanciato un nuovo appello per un incontro diretto con Putin. “Trovare soluzioni concrete può essere davvero efficace parlarsi a livello di leader”, ha scritto sui social.

Dopo il colloquio avuto con Donald Trump, il presidente ucraino ha moltiplicato i contatti con leader europei, come il cancelliere tedesco Merz e con il Segretario generale della NATO.

Zelensky spinge affinché anche l’Europa sia coinvolta nei futuri negoziati, nel timore che un dialogo esclusivo tra Mosca e Washington possa marginalizzare Kiev.

Ma il Cremlino, almeno per ora, non sembra voler aprire a un confronto diretto con l’Ucraina, ribadendo che le condizioni per un incontro non ci sono ancora.

Cosa si diranno Trump e Putin?

Trump e Putin a Helsinki 2018.

Le ipotesi sono molte, ma i temi chiave ruotano intorno a:

  • possibili tregue parziali o cessate il fuoco localizzati
  • condizioni di apertura per un futuro negoziato trilaterale con l’Ucraina
  • garanzie di sicurezza per Mosca e per Kiev
  • ruolo dell’Europa e della NATO nel nuovo scenario diplomatico
  • sanzioni e relazioni economiche tra Russia e Stati Uniti

Molto dipenderà anche dalla volontà dei due leader di mostrare un cambio di passo o, più semplicemente, capitalizzare l’incontro sul piano dell’immagine internazionale.

Gli Emirati, terra neutra per la diplomazia

Durante un incontro a Mosca con il presidente emiratino Mohamed bin Zayed Al Nahyan, Putin ha dichiarato che gli Emirati Arabi Uniti sarebbero “un luogo del tutto adatto” per ospitare il vertice con Trump. Il leader russo ha poi sottolineato i buoni rapporti con Abu Dhabi:

Abbiamo molti amici pronti ad aiutarci a organizzare eventi di questo tipo.

La scelta degli Emirati non sarebbe casuale: un Paese capace di mantenere buoni rapporti sia con l’Occidente che con Mosca, già protagonista di altre mediazioni internazionali.

Pace in vista o solo strategia geopolitica?

Il vertice Trump-Putin potrebbe rappresentare un momento chiave per il futuro della guerra in Ucraina e per gli equilibri globali.

Zelensky resta ai margini, mentre Putin e Trump si preparano a un confronto che, più che per la pace, potrebbe servire ai due leader per rafforzare le proprie posizioni politiche interne ed esterne.

Resta però un dato innegabile: ogni nuova occasione di dialogo è anche un’occasione per fermare le armi. E il mondo, oggi più che mai, ha bisogno di parole che prendano il posto delle bombe.

Leggi anche: Le condizioni per la pace di Putin: l’Ucraina avrà un Governo provvisorio?

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Gloria Caruso
Gloria Caruso
La scrittura è una strada di cui seguire la rotta, per muoversi con determinazione tra fatti e parole. L’informazione vale solo se è fatta bene: con gli occhi attenti e la mente aperta.

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