venerdì, 19 Settembre 2025
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Separazione delle carriere, arriva il terzo sì della Camera: cosa succede ora?

Arriva il terzo sì della Camera per quanto riguarda la separazione delle carriere. Ora la sentenza passa al Senato e, non essendo stata raggiunta la maggioranza qualificata dei due terzi, sarà avviato un referendum confermativo.

Giorgia Fazio
Giorgia Fazio
Estremamente curiosa di questioni attuali, diritti umani e ambiente. Nel tempo libero legge testi di filosofia orientale. Se non c’è differenza non c’è relazione” è il suo mantra.

È giunto dalla Camera ieri, 18 settembre, il terzo sì per la riforma costituzionale sulla separazione delle carriere. Con 243 voti a favore e 109 contrari, è stata raggiunta la maggioranza assoluta, sufficiente per far arrivare la sentenza in Senato.

Siccome, però, non è stato raggiunto il quorum dei due terzi dei voti, dopo la quarta lettura sarà necessario un referendum confermativo. In questo caso, però, non verrà richiesto il quorum. Probabilmente, la consultazione avverrà nella prossima primavera.

Intanto, la lettura in Senato è prevista entro la fine di questo anno, così che possa essere concluso tutto l’iter. Non è mancato il commento di Giorgia Meloni, che si è detta determinata a “consegnare alla Nazione una riforma storica e attesa da anni“.

Terzo sì della Camera

Siccome nell’incontro di ieri non si è arrivati ai due terzi di voti favorevoli in Aula, cioè almeno 267, sarà necessario un referendum, come previsto dalla Costituzione. Questo vuol dire che la quarta lettura avrà sede in Senato, entro la fine dell’anno, dopo le due conferme precedenti, a gennaio e a luglio 2025.

Dopodiché, già a giugno 2026 potrebbe essere celebrato il referendum popolare confermativo. A commentare quanto accaduto ieri mattina a Montecitorio è stata la Premier Giorgia Meloni, che sui propri profili social ha scritto:

Con l’approvazione in terza lettura alla Camera dei Deputati, portiamo avanti il percorso della riforma della giustizia.

Continueremo a lavorare per dare all’Italia e agli italiani un sistema giudiziario sempre più efficiente e trasparente.

In attesa dell’ultimo ok da parte del Senato, avanti con determinazione per consegnare alla Nazione una riforma storica e attesa da anni.

Una volta avuto l’esito delle votazioni, in Aula è rimbombato l’applauso della maggioranza, come riportato da RaiNews.it.

Leggi anche: Riforma della Giustizia: arriva il sì del Senato per le carriere separate

Il referendum confermativo

Quanto accaduto durante le votazioni di ieri a Montecitorio si ricollega all’articolo 138 della Costituzione. Questo, infatti, stabilisce che per poter modificare la Carta è necessario raggiungere il quorum dei due terzi in entrambe le Camere, in seconda lettura.

Nel caso in cui ciò non dovesse accadere, può essere chiesto un referendum confermativo entro tre mesi dalla lettura. A differenza di quello abrogativo, il referendum confermativo di leggi non richiede il quorum del 50% degli iscritti alle liste elettorali.

Il Sole 24 Ore fa sapere che le opposizioni hanno annunciato di ricorrere a questo strumento, raccogliendo le firme dei propri parlamentari. A non essere d’accordo sulla riforma è l’Associazione Nazionale Magistrati, che in una nota ha scritto:

Prendiamo atto del terzo voto parlamentare sulla riforma costituzionale e rinnoviamo il nostro impegno in vista del referendum, per informare tutti gli italiani sui pericoli del disegno di legge Nordio.

E lo faremo a partire dall’assemblea nazionale del 25 ottobre a Roma.

Questa riforma toglie diritti ai cittadini, non danneggia i singoli magistrati ma mette a rischio l’equilibrio fra poteri definito dalla nostra stessa Costituzione.

Leggi anche: Due anni del Governo Meloni, le novità apportate in Italia in 5 punti

Cos’è l’Alta Corte disciplinare?

La riforma consiste nella separazione delle carriere tra pubblici ministeri e giudici, i quali dovranno scegliere all’inizio del proprio percorso professionale quale strada intraprendere.

È prevista la costituzione di due Consigli superiori della magistratura, uno per quella requirente e uno per quella giudicante, entrambi presieduti dal Capo dello Stato. A fare parte dei Csm sono di diritto i vertici della Cassazione, mentre gli altri consiglieri verranno sorteggiati.

Un terzo di questi ultimi sarà sorteggiato da alcuni professori ordinari di materie universitarie giuridiche e da avvocati in carica da almeno 15 anni. I restanti due terzi saranno sorteggiati tra i magistrati giudicanti e quelli requirenti.

Tutti i membri resteranno in carica 4 anni e non avranno più la funzione disciplinare, affidata invece a un’Alta Corte. Questa sarà composta da 15 giudici, tre di nomina presidenziale e 12 estratti a sorte. A loro volta, tre di questi saranno sorteggiati da un elenco predisposto dal Parlamento, sei tra i magistrati giudicanti e tre requirenti.

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Giorgia Fazio
Giorgia Fazio
Estremamente curiosa di questioni attuali, diritti umani e ambiente. Nel tempo libero legge testi di filosofia orientale. Se non c’è differenza non c’è relazione” è il suo mantra.

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