Approvata la riforma del voto in condotta: cosa succede col 6? Tutte le novità

Il Consiglio dei ministri ha approvato la riforma del voto in condotta. Da settembre, chi avrà 6 dovrà scrivere un tema di cittadinanza per essere ammesso alla classe successiva. Con il 5, invece, si è bocciati.

Giorgia Fazio
Giorgia Fazio
Estremamente curiosa di questioni attuali, diritti umani e ambiente. Nel tempo libero legge testi di filosofia orientale. Se non c’è differenza non c’è relazione” è il suo mantra.
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Da settembre, nelle scuole medie e superiori, varrà la riforma del voto in condotta. Approvata dal Consiglio dei ministri, prevede la promozione all’anno successivo solo degli studenti che hanno ottenuto una valutazione superiore ai sei decimi.

Chi avrà 6 in condotta, dunque, dovrà sottoporsi a un esame prima dell’inizio dell’anno scolastico. a prova consisterà nell’elaborazione di un tema su tematiche di cittadinanza attiva. Per il ministro Valditara è simbolo di rispetto per la persona e le istituzioni.

Il Cdm approva la riforma

Il Consiglio dei ministri ha approvato definitivamente la riforma sul voto in condotta, che verrà applicata nelle scuole medie e superiori a partire da settembre 2025. Dopo i 74 sì del Senato, quindi, anche la Camera ha dato il via libera, con 154 voti favorevoli, 97 contrari e 7 astensioni.

Nello specifico, la modifica riguarda le studentesse e gli studenti che in sede di scrutini finali avranno 6 in condotta. Verrà, quindi, sospeso il loro giudizio di ammissione alla classe successiva e sarà necessario sostenere un esame prima dell’inizio dell’anno scolastico.

A settembre, infatti, studentesse e studenti dovranno scrivere un elaborato, su tematiche di cittadinanza attiva, con collegamenti ai motivi che hanno determinato il voto conseguito. Con il 5 in condotta, invece, scatterà automaticamente la bocciatura, come stabilito dalla legge approvata nel 2024.

Leggi anche: Scuola, la riforma è legge: bocciatura con 5 in condotta, giudizi alla primaria e novità per i licei

Il compito di cittadinanza

Studentesse e studenti di scuole medie e superiori, quindi, se avranno 6 in condotta dovranno elaborare un tema di cittadinanza, per poter essere ammessi alla classe successiva.

Secondo alcune indiscrezioni, l’elaborato dovrà avere una lunghezza compresa tra le 800 e le 1.200 parole e dovrà vertere sui motivi che hanno determinato il voto in condotta dell’alunno. Si potrà fare riferimento, dunque, a riflessioni sul rispetto delle regole e delle persone, sull’uso responsabile della tecnologia o sulla proposta di comportamenti correttivi.

Il 6 in condotta non sarà determinato da episodi isolati, ma verrà valutato il comportamento dell’alunno durante tutto l’anno scolastico. Si presterà particolare attenzione a eventuali comportamenti lesivi verso il personale scolastico o altri studenti, come il mancato rispetto delle regole.

Rispetto alla riforma, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha commentato: È un segnale forte e chiaro: nella scuola italiana il rispetto per la persona e per le istituzioni è imprescindibile“.

Leggi anche: Scuola, Valditara: “Maggiore sostegno ai precari, quest’anno ne assumeremo 5.000”

Le parole del ministro Valditara

Il ministro Valditara ha commentato la riforma, soffermandosi sull’importanza di dar vita a una scuola incentrata sul rispetto, il merito e l’assunzione delle proprie responsabilità da parte di studentesse e studenti. Ciò sarà possibile coinvolgendo gli alunni in attività di vario tipo. Queste le parole del ministro:

Con questa riforma il voto di condotta torna a essere uno strumento per far crescere cittadini consapevoli e responsabili.

Vogliamo una scuola in cui la centralità della persona sia accompagnata dal senso del dovere e del rispetto.

Un ulteriore cambiamento dettato dalla riforma, infatti, riguarda la sostituzione delle sospensioni punitive con percorsi educativi. Studentesse e studenti, infatti, verranno coinvolti in attività di approfondimento sui propri comportamenti e iniziative di cittadinanza solidale, svolte presso enti o associazioni esterne convenzionate con la scuola.

Conclude Valditara: Non più strumenti unicamente punitivi ma, al contrario, una occasione di crescita educativa. Vogliamo una scuola autorevole, non autoritaria“.

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