Il Presidente statunitense Trump ha stilato un piano di 28 punti, con il fine di garantire la pace tra Russia e Ucraina. Al centro dell’accordo, fa sapere SkyTg24, Kiev dovrebbe cedere le terre contese a Mosca, in cambio delle garanzie di sicurezza da parte degli USA.
Altri punti chiave del piano di Trump sono la questione nucleare, la cessione del Donbass, la riduzione dell’esercito ucraino e un patto di non aggressione tra i due Stati in guerra e l’Europa.
Se da una parte Mosca si dichiara “aperta ai negoziati“, dall’altra non è chiara la posizione di Kiev, nonostante Zelensky abbia scritto sui social: “solo il presidente Trump e gli Stati Uniti hanno il potere sufficiente per porre fine a questa guerra“.
Il piano di Trump: questione territoriale
La testata statunitense Axios è stata la prima a rivelare dell’esistenza del piano di pace stilato dal Presidente Trump, che si impegna a porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina. In 28 punti il tycoon ha provato a disegnare una strategia tale che dopo più di tre anni il conflitto arrivi a una conclusione.
Fa sapere SkyTg24 che uno degli aspetti principali riguarda le cessioni territoriali. Nello specifico, secondo gli Stati Uniti, l’Ucraina perderebbe a prescindere le porzioni di territorio che dovrebbe cedere alla Russia, quindi sarebbe bene che si raggiungesse un accordo il prima possibile.
Il piano di Trump implicherebbe la cessione, da parte di Kiev a Mosca, delle regioni di Luhansk e Donetsk, ossia quelle che compongono il Donbass. È da considerare, però, che essa diventerebbe una regione smilitarizzata, dove non potranno essere dispiegate le truppe russe. Scrive il Telegraph:
In base all’accordo dell’amministrazione Trump, Kiev cederebbe il controllo del Donbass orientale, ma ne manterrebbe la proprietà legale e Mosca pagherebbe una rendita non rivelata per il controllo di fatto della regione.
Rispetto ai territori di Kherson e Zaporizhzhia, Mosca dovrebbe restituire alcune zone dopo una negoziazione. Quindi, la Russia cederà le aree sotto il suo controllo al di fuori di tali regioni, mentre le forze ucraine si ritireranno dal controllo del Dontesk, che diventerà una zona cuscinetto.
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Il patto di non aggressione
Il piano stilato da Trump prevede un patto di non aggressione tra Russia, Ucraina ed Europa. In particolare, riporta SkyTg24, Mosca dovrà sancire per legge la sua politica di non aggressione e impegnarsi a non invadere i Paesi vicini.
Per consolidare il tutto, avrà luogo un incontro tra la Russia e l’Alleanza Atlantica con la mediazione degli Stati Uniti “per risolvere tutte le questioni di sicurezza e creare le condizioni per una de-escalation al fine di garantire la sicurezza globale e aumentare le opportunità di cooperazione e di futuro sviluppo economico“.
Dall’altra parte, Kiev dovrà sottoscrivere di non aderire mai alla NATO e l’Alleanza dovrà inserire nel proprio statuto che non la ammetterà in futuro. L’Ucraina, però, potrà entrare a far parte dell’Unione Europea e avrà un ingresso preferenziale nel mercato europeo.
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Nucleare e nuove elezioni

Rispetto alla questione energetica, gli Stati Uniti si impegneranno per ricostruire e gestire le infrastrutture del gas ucraino, inclusi gasdotti e impianti di stoccaggio. Verranno investiti, dunque, 100 miliardi di dollari di asset russi congelati e gli USA otterranno la metà dei profitti derivanti.
Saranno aggiunti 100 miliardi di dollari dall’Europa e la parte restante dei fondi russi congelati verrà utilizzata per un accordo tra Stati Uniti e Mosca. Quest’ultima, poi, fa sapere SkyTg24, potrà tornare a far parte del G8 e insieme all’Ucraina dovrà accettare di non essere uno Stato nucleare, attraverso i trattati di non proliferazione.
Infine, tutte le parti coinvolte nel conflitto potranno godere di un’amnistia. Dunque, Mosca non sarà perseguita per crimini di guerra, mentre l’Ucraina dovrà tenere entro 100 giorni dall’accordo delle nuove elezioni, situazione già accettata in passato da Zelensky a condizione di un cessate-il-fuoco totale.
Le posizioni di Russia e Ucraina
Il portavoce russo Dmitrij Peskov ha dichiarato che la Russia è propensa ai negoziati e a un dialogo con Kiev. Queste le sue parole riportate da SkyTg24:
Mosca è aperta a continuare, è aperta ai negoziati.
La pausa che si è verificata è, in realtà, dovuta alla riluttanza del regime di Kiev a proseguire questo dialogo.
Riguardo poi a un nuovo vertice Putin-Trump, è possibile, se necessario, organizzare immediatamente una conversazione telefonica tra i 2 leader.
Ma al momento il lavoro che deve precedere il vertice non è ancora stato fatto.
Zelensky, invece, si è espresso in prima persona su una possibile pace con la Russia e sul ruolo centrale degli Stati Uniti nella vicenda. Il Presidente ucraino ha scritto dunque su X:
Dall’inizio di quest’anno, noi in Ucraina abbiamo sostenuto ogni passo decisivo per raggiungere la pace e abbiamo sostenuto la leadership del presidente degli Stati Uniti e ogni proposta forte e giusta volta a porre fine a questa guerra e solo il presidente Trump e gli Stati Uniti hanno il potere sufficiente per porre fine a questa guerra.
Sono grato al presidente Erdogan per la visita e per la nostra conversazione e apprezzo molto il coinvolgimento della Turchia nel lavoro diplomatico e tutti i suoi sforzi.
Con Erdogan abbiamo discusso in dettaglio i modi concreti per porre fine alla guerra in modo affidabile e dignitoso.
Il riferimento a Erdogan ribadisce quanto sostenuto da Zelensky, secondo cui per porre fine al conflitto è necessario che “lavoriamo in stretta collaborazione con tutti i partner e che la leadership americana rimanga efficace, forte e ci avvicini a una pace che duri e garantisca la sicurezza delle persone“.


