Qualche giorno fa si è tenuto un incontro organizzato dalla Loyola Università di Chicago tra alcuni studenti asiatici e Papa Francesco. Uno studente filippino di psicologia dell’Università di Manila, Jack Lorenz Acebedo Rivera, si è rivolto al Pontefice chiedendo espressamente di “smettere di utilizzare un linguaggio offensivo contro la comunità Lgbtqia+, provoca dolore”.
Lo studente fa riferimento al termine “frociaggine” utilizzato dal Papa durante un paio di incontri a porte chiuse rispettivamente con i vescovi italiani e con i sacerdoti di Roma. In entrambi i casi Papa Francesco invitava a selezionare gli aspiranti preti cercando di evitare che entrassero in seminario ragazzi omosessuali. Anche se il Papa nella prima occasione aveva chiesto scusa, poi l’episodio si è ripetuto.
Rivera racconta la sua storia a Papa Francesco
Jack Lorenz Acebedo Rivera durante l’incontro via Zoom, trasmesso anche su Youtube, ha raccontato la sua personale esperienza:
Io stesso sono emarginato e vittima di bullismo per il mio essere bisessuale, per la mia identità, e in quanto figlio di un genitore single.
Il giovane, con indosso una fascia arcobaleno, simbolo del movimento per i diritti civili delle persone Lgbtqia+, ha inoltre esortato il Papa a sostenere riforme per facilitare il divorzio nelle Filippine, unico paese, escluso il Vaticano, in cui è ancora illegale. Inoltre Rivera ha parlato anche delle discriminazioni nella sua regione nei confronti di minoranze come quella musulmana.
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Qual è stata la risposta di Papa Francesco?
Al riguardo il Papa non ha risposto alle accuse mosse dallo studente sull’utilizzo di un linguaggio omofobo, limitandosi a prendere appunti, ma ha condannato con forza la discriminazione. Nello specifico il Pontefice ha parlato di “profonde discriminazioni radicate nella mente delle persone”. In particolare, ha spostato l’attenzione sulle donne:
La grandezza delle donne non deve essere dimenticata. Le donne sono migliori degli uomini in termini di intuizione e di capacità di costruire comunità.
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