Sono stati rilasciati questa mattina, 13 ottobre, i venti ostaggi di Hamas, dopo 738 giorni di conflitto. A dichiararlo è Tgcom24, che ha raccontato le dinamiche della vicenda. A essere liberate, infatti, sono state prima 7 persone, in un secondo momento è toccato alle altre 13.
Grande festa, quindi, nelle piazze di Tel Aviv, mentre si attende l’arrivo dei circa 2mila ostaggi palestinesi rilasciati in seguito. Nel frattempo, in Israele è giunto il Presidente statunitense Trump, occupato a visitare tutto il Medio Oriente.
Nel pomeriggio, infatti, il Presidente si recherà Egitto per il vertice a Sharm El-Sheikh. Ai giornalisti presenti alla Knesset, Trump ha dichiarato, come fa sapere Il Manifesto, “Penso che il cessate il fuoco reggerà. A Gaza la guerra è finita“. Netanyahu in un videomessaggio, invece, ha definito l’evento “storico“.
Hamas ha rilasciato gli ostaggi
È avvenuto questa mattina, 13 ottobre, intorno alle 7, il rilascio dei primi sette ostaggi di Hamas, dopo 738 giorni. Gli altri tredici sono stati liberati alle 11 circa. Come riporta Rai News, si tratta di:
- Gali e Ziv Berman, gemelli di 28 anni, con nazionalità tedesca e israeliana, prelevati dalle loro case nel kibbutz Kfar Aza, vicino al confine. Secondo le indiscrezioni, sono stati detenuti separati
- Alon Ohel, 24 anni, pianista con nazionalità israeliana e tedesca, rapito da un rifugio antiaereo vicino al rave lungo la strada. Ferito da una scheggia dopo essere fuggito, potrebbe essere rimasto cieco da un occhio
- Matan Zangauker, 25 anni, è stato sequestrato insieme alla sua fidanzata, che nel frattempo è stata rilasciata
- Ariel e David Cunio, 28 e 35 anni, rapiti insieme ad altri familiari, attualmente tutti rilasciati
- Omri Miran, 48 anni, è rapito di fronte alle figlie che ora lo aspettano
- Eitan Horn, 39 anni, era in visita al fratello maggiore Ian, nel kibbutz di Nir Oz, quando entrambi sono stati rapiti. Ian è stato rilasciato all’inizio di quest’anno
- Guy Gilboa-Dalal, 24 anni, rapito al festival Nova insieme al migliore amico Evyatar David
- Avinatan Or, 32 anni, rapito al rave Nova con la ragazza, Noa Argamani, liberata la scorsa estate
- Bar Kuperstein, 23 anni, lavorava come guardia della sicurezza al festival e aveva aiutato altri israeliani a fuggire il giorno degli attacchi di Hamas
- Eitan Mor, 25 anni, responsabile della sicurezza al rave, ha aiutato anche lui altre vittime del massacro prima di essere rapito
- Rom Braslavski, 21 anni, di cittadinanza israeliana e tedesca, era nella sicurezza del festival Nova
- Yosef Haim Ohana, 25 anni, prima di essere rapito aveva aiutato altre persone a fuggire al massacro
- Elkana Bohbot, 36 anni, dipendente del Nova festival
- Nimrod Cohen, 21 anni, soldato di leva di guardia vicino alla Striscia il giorno degli attacchi di Hamas
- Maxim Herkin, 37 anni, rapito al Nova festival
- Matan Angrest, 22 anni, soldato israeliano rapito mentre si trovava su un carro armato in fiamme
- Segev Kalfon, 27 anni, rapito mentre cercava di fuggire dal Nova festival
La maggior parte di tali ostaggi, dunque, è stata rapita durante il rave Nova, nella foresta di Be’eri, altri dai kibbutz e i restanti sono, invece, soldati. Sono stati rispettati, quindi, gli accordi sanciti dall’accordo firmato nei gironi scorsi a Sharm El Shake.
Come riporta Rai News, i 1.966 prigionieri palestinesi sono già in fase di rilascio, 1.718 saranno liberati dalla prigione di Ketziot e poi trasferiti a Gaza, dove sono attesi nell’ospedale Nasser per una fase di primo soccorso. I restanti 250, condannati all’ergastolo in Israele, saranno trasferiti in Cisgiordania, a Gerusalemme e all’estero.
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Le reazioni al rilascio

Dopo la notizia del rilascio dei prigionieri sia israeliani che palestinesi, numerose persone sono scese in Piazza degli Ostaggi a Tel Aviv e per le strade di Gaza per festeggiare.
Hamas, nello specifico, ha consentito ai rilasciati di contattare telefonicamente le proprie famiglie, ancor prima della liberazione. Una volta riunitisi con i familiari, invece, si è diffusa grande commozione.
La madre di Einav, per esempio, ha dichiarato: “Matan, stai tornando a casa. State tutti tornando a casa. Grazie a Dio la guerra è finita. Stai tornando a casa. La mia vita ti aspetta“.
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Le parole di Trump e Meloni
Il Presidente statunitense Donald Trump e il Premier israeliano Benyamin Netanyahu hanno raggiunto questa mattina la Knesset, per discorrere sulla questione attuale del conflitto.
Trump, inoltre, in visita in Medio Oriente, visiterà le famiglie degli ostaggi di Hamas e, nel pomeriggio, partirà per Sharm El Shake, per partecipare alla cerimonia della firma dell’accordo di attuazione del piano di pace.
Già in precedenza, in un’intervista rilasciata ai giornalisti sull’Air Force One all’inizio della visita, il Premier statunitense aveva dichiarato: “La guerra è finita. Okay? Lo capite? Penso che il cessate il fuoco durerà. Credo che la gente sia stanca. Sono passati secoli“. Netanyahu, invece, in un videomessaggio indirizzato ai rilasciati, ha detto: “I figli torneranno alla loro terra, è un evento storico. Al via un percorso di guarigione, tra di noi serve unità“.
Il Premier, poi, ha preparato dei biglietti scritti a mano per celebrare il ritorno degli ostaggi, il cui contenuto è stato condiviso dal suo ufficio stampa: “A nome di tutto il popolo di Israele, bentornati! Vi abbiamo aspettato e vi abbracciamo“. Anche Giorgia Meloni si è espressa a riguardo, pubblicando su X:
Oggi è una giornata storica.
Gli ostaggi sono stati liberati: un risultato straordinario, frutto della determinazione della diplomazia internazionale e dell’attuazione della prima parte del Piano di pace del Presidente americano Donald Trump.