Si è recato ieri, 13 ottobre, a Sharm El Shake il Presidente statunitense Donald Trump, per prendere parte al summit insieme ai leader di Egitto e altri trenta Paesi europei e arabi, concluso con la firma della storica pace.
Con l’azione dello statunitense è iniziata anche la seconda fase del cessate il fuoco a Gaza, circa il disarmo di Hamas e la futura amministrazione della Striscia. Come riporta Ansa, al centro delle discussioni il modo in cui mantenere la pace e, soprattutto, come fare per ricostruire il Medio Oriente dopo anni di conflitto.
Trump, intanto, ha già anticipato quello che potrebbe essere il ruolo di Hamas, ossia di forza di polizia palestinese, mentre dal palco del summit ha dichiarato: “Ci sono voluti tremila anni per arrivare fin qui, è un giorno straordinario per il Medio Oriente“.
Inizio seconda fase a Gaza
Si è tenuto ieri, a Sharm El Shake, il summit che ha visto al centro dei dibattiti il futuro di Gaza e del Medio Oriente, oltre che la firma definitiva del trattato di pace. A presiedere l’incontro il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il suo omologo egiziano Abdel Fattah al-Sisi.
I due si sono presentati sul palco difronte a circa trenta leader mondiali, europei e arabi. Assente, invece, il Premier israeliano Benjamin Netanyahu, per via dell’inizio della festività di Simchat Torah, la stessa in cui è avvenuta la strage del 7 ottobre.
Sia Trump che al-Sisi hanno dichiarato che a Gaza ha avuto inizio la seconda fase del cessate il fuoco, che prevede il disarmo di Hamas e la futura amministrazione della Striscia. Il Presidente statunitense, quindi, ha dichiarato dal palco del summit:
Il cessate il fuoco tra Israele e Hamas sta funzionando davvero incredibilmente bene.
Ci sono voluti tremila anni per arrivare fin qui, è un giorno straordinario per il Medio Oriente.
Questo è il giorno per cui le persone in questa regione e in tutto il mondo hanno lavorato, lottato, sperato e pregato.
Con l’accordo storico che abbiamo appena firmato, le preghiere di milioni di persone sono state finalmente esaudite.
Insieme, abbiamo realizzato l’impossibile.
Finalmente, abbiamo la pace in Medio Oriente.
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Cosa succederà ora a Gaza?

Durante il summit in Egitto, Donald Trump ha già abbozzato quello che potrebbe essere il futuro di Gaza. In particolare, ha dichiarato che Hamas potrebbe assumere il ruolo di forza di polizia palestinese. Ecco le parole del tycoon riportate da Ansa: “Vogliono porre fine ai problemi e lo hanno detto apertamente, e abbiamo dato loro l’approvazione per un periodo di tempo“.
A essere coinvolta nella questione è anche l’Italia, presente a Sharm El Shake attraverso Giorgia Meloni. Quest’ultima ha fatto sapere che sarà aumentato il numero di carabinieri presenti a Gaza, se verrà approvata una risoluzione ONU che lo richiederà.
Sul riconoscimento dello Stato di Palestina, invece, la Premier si è espressa così: “Quando ci saranno le condizioni“. Inerente a tale discorso, il Presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha affermato:
Il popolo palestinese ha diritto all’autodeterminazione e alla libertà.
La pace non è solo creata dai Governi, ma anche costruita dai popoli quando si rendono conto che i rivali di ieri potrebbero essere i partner di domani.
Colgo l’occasione per rivolgere un appello al popolo israeliano: trasformiamo questo momento storico in un nuovo inizio di giusta e pacifica coesistenza.
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Il ruolo dell’Egitto
Fra le prossime azioni di Trump rientra la composizione del Board incentrato sulla guida della transizione a Gaza. Sul coinvolgimento dell’ex Primo Ministro britannico Tony Blair nel nuovo organo di Governo per la Striscia, lo statunitense ha dichiarato: “L’ho sempre apprezzato ma voglio scoprire se è una scelta accettabile per tutti“.
Anche Italia e Francia avranno un compito importante nella ricostruzione di Gaza, tant’è che Macron ha affermato che avrà un ruolo particolare accanto all’Autorità palestinese. Inoltre, si è parlato della pianificazione di una conferenza umanitaria per Gaza, a Parigi.
L’attore principale, però, secondo quanto dichiarato da Trump, è stato l’Egitto, soprattutto nei rapporti con Hamas:
L’Egitto ha svolto un ruolo cruciale, in particolare con Hamas.
La leadership egiziana è stata determinante, poiché Hamas rispetta questo Paese e la sua guida, rendendo il loro coinvolgimento molto importante nel processo.
Sarà, quindi, Il Cairo la città a ospitare il vertice internazionale sulla ricostruzione della Striscia di Gaza, il prossimo novembre.