Con un voto trasversale e condiviso da tutte le forze politiche, il Senato ha approvato in via definitiva una legge di grande valore sociale: si tratta della normativa dedicata alla conservazione del posto di lavoro per le persone affette da patologie oncologiche, croniche e invalidanti, comprese quelle rare.
La misura rappresenta una svolta significativa per milioni di italiani che convivono con malattie gravi e che spesso si trovano costretti a scegliere tra cura e occupazione.
Chi ha diritto alle nuove misure?
La nuova legge si rivolge ai lavoratori pubblici e privati affetti da patologie gravi che comportino un’invalidità uguale o superiore al 74%. Questi soggetti avranno ora la possibilità di accedere a un congedo lavorativo, continuativo o frazionato, della durata massima di 24 mesi.
Durante questo periodo non sarà riconosciuta retribuzione né sarà consentito svolgere attività lavorativa, ma sarà garantita la conservazione del posto di lavoro, un elemento cruciale per la sicurezza personale e familiare del malato.
Stop ai licenziamenti dopo sei mesi, cosa cambia
La normativa segna un importante superamento di un limite storico: fino ad oggi, i lavoratori affetti da patologie oncologiche potevano usufruire della tutela del posto solo per 6 mesi, trascorsi i quali, in assenza di soluzioni, rischiavano il licenziamento.
Con la nuova legge, invece, sarà possibile prolungare l’assenza per ulteriori 18 mesi, senza stipendio, ma con la sicurezza di non perdere il proprio impiego.
Priorità allo smart working dopo il congedo
Un ulteriore aspetto innovativo del provvedimento riguarda il rientro al lavoro. Al termine del congedo, i dipendenti potranno accedere con priorità agli accordi di lavoro agile, se compatibile con la mansione svolta.
Questo garantirà una ripresa più sostenibile per chi, anche dopo la fine dei trattamenti, necessita di un adattamento graduale al ritorno in attività.
I lavoratori autonomi: sospensione dell’attività tutelata

Anche i lavoratori autonomi rientrano nel campo d’applicazione della legge. Sebbene con modalità diverse rispetto ai dipendenti, potranno sospendere l’attività lavorativa per motivi di salute legati a malattie oncologiche o invalidanti.
In questo modo, tali categorie eviteranno di dover abbandonare definitivamente la propria professione e beneficeranno di un quadro normativo più protettivo.
Permessi retribuiti: aumentano le ore disponibili
Un’altra novità significativa riguarda l’incremento delle ore di permesso retribuite. Il tetto passa da 8 a 10 ore mensili, dedicate a visite mediche, terapie o esami ravvicinati.
Le nuove ore si inseriscono nel quadro delle disposizioni previste per le patologie gravi che richiedono terapie salvavita, con diritto a un’indennità economica secondo i criteri già stabiliti dalla normativa vigente in materia di malattia.
Fondi e premi per la ricerca: un sostegno anche alla memoria
Oltre alla tutela lavorativa, il provvedimento introduce anche un elemento simbolico e culturale: la creazione di un fondo per premi di laurea intitolati alla memoria di pazienti oncologici.
Istituito presso il Ministero dell’Università e della Ricerca, il fondo prevede uno stanziamento annuale di 2 milioni di euro a partire dal 2026 e premierà tesi e studi nel campo della salute, stimolando la ricerca e mantenendo viva la memoria di chi ha lottato contro la malattia.
Copertura finanziaria: un investimento a lungo termine
La legge entrerà ufficialmente in vigore dal 1° gennaio 2026 e sarà accompagnata da una progressiva crescita del finanziamento statale: si partirà con 20,9 milioni di euro nel 2026, fino a raggiungere 25,2 milioni annui dal 2035, quando la misura sarà a pieno regime.
Un impegno economico graduale ma duraturo, a dimostrazione della volontà di rendere la norma strutturale e non emergenziale.
Verso un lavoro più inclusivo
L’approvazione definitiva di questa legge rappresenta una vittoria per i diritti civili e la dignità del lavoro, soprattutto per chi affronta una delle sfide più difficili della vita. Associazioni di pazienti, enti del terzo settore e realtà sanitarie hanno accolto con favore il provvedimento, riconoscendone il valore umano e sociale.
È un messaggio chiaro: la malattia non può e non deve essere causa di esclusione dal mondo del lavoro. Con questa norma, l’Italia compie un passo deciso verso un sistema più inclusivo, empatico e attento ai bisogni dei suoi cittadini più fragili.
Leggi anche: Sanità, firmato il nuovo contratto: “Aumenti fino a 2.100 euro per i dipendenti”