Mentre l’attenzione dell’opinione pubblica si concentra sulle misure immediate della Legge di Bilancio, il Governo ha scelto di compiere un’operazione di responsabilità verso le future generazioni. Come riporta “Tgcom24”, la Manovra 2026 prevede una riforma strutturale che riguarderà le cosiddette ‘finestre mobili’ e il riscatto laurea.
L’obiettivo è garantire che il sistema previdenziale resti solido e sostenibile. Per farlo, l’esecutivo ha introdotto una clausola di salvaguardia che ridisegna le regole a partire dal 2032. Questa mossa permetterà di evitare interventi d’emergenza in futuro, agendo oggi su due leve fondamentali, le finestre mobili per l’uscita anticipata dal lavoro e il riscatto laurea.
L’emendamento approvato mira a bilanciare la spesa pensionistica, assicurando che l’INPS continui a erogare assegni pensionistici adeguati anche di fronte all’invecchiamento demografico, chiedendo un adeguamento graduale dei requisiti a partire dal prossimo decennio.
Finestre mobili, un cuscinetto per la stabilità dei conti INPS

Il primo pilastro di questa messa in sicurezza riguarda le tempistiche di erogazione dell’assegno per chi sceglie l’uscita anticipata. Il meccanismo delle finestre mobili, ovvero quel lasso di tempo tecnico che intercorre tra l’effettiva maturazione del diritto alla pensione e l’incasso del primo assegno, sarà oggetto di una revisione mirata. L’obiettivo è renderlo strutturalmente più compatibile con le esigenze di equilibrio e sostenibilità delle casse dello Stato.
Come riporta “Tgcom24”, la normativa stabilisce che, a partire dal primo gennaio 2032, le finestre di uscita si adegueranno alle nuove esigenze di bilancio dello Stato. Si passerà a sette mesi di attesa per i lavoratori del settore privato e a nove mesi per i dipendenti pubblici.
Questa dilatazione dei tempi, seppur richieda un prolungamento della permanenza al lavoro o un periodo di attesa, è lo strumento tecnico che permette di spalmare la spesa nel tempo, evitando picchi insostenibili.
In questo modo il sistema può assorbire le nuove uscite, garantendo a tutti il diritto alla pensione maturata. Si tratta di un patto di stabilità, che obbligherà i cittadini a lavorare qualche mese in più e ad affrontare tempi di attesa maggiori per incassare il primo assegno pensionistico, ma che al contempo garantirà di essere sempre assistiti dal sistema previdenziale.
Riscatto laurea, cosa cambia per i cittadini
L’altro intervento della Manovra 2026 riguarda il riscatto laurea, uno strumento prezioso che viene confermato, ma rimodulato per incentivarne un uso più consapevole. L’intenzione del legislatore non è quella di scoraggiare la valorizzazione dello studio, ma di renderla neutra per i conti pubblici.
Come riporta “Tgcom24”, cambieranno in modo significativo le modalità con cui gli anni universitari riscattati incidono sull’uscita anticipata dal lavoro. Se da un lato il riscatto laurea continuerà a essere uno strumento fondamentale per arricchire il proprio TFR, aumentando l’importo dell’assegno che si andrà ad incassare mensilmente, dall’altro subirà delle strette rigide se utilizzato come leva per anticipare i tempi del pensionamento.
Chi ha studiato vedrà i suoi anni riconosciuti economicamente, ma il nuovo sistema di riscatto laurea scoraggerà l’uso del titolo di studio come semplice “scivolo” per lasciare il lavoro in anticipo, a meno che non si accetti un ricalcolo dell’assegno interamente contributivo.
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