mercoledì, 8 Ottobre 2025
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Nobel per la Medicina a Brunkow, Ramsdell e Sakaguchi: “Nuove cure per malattie autoimmuni”

I vincitori del Nobel per la Medicina 2025 sono Shimon Sakaguchi, Mary E. Brunkow e Fred Ramsdell. A loro il merito di aver capito il modo di manipolare le cellule per controllare il sistema immunitario.

Giorgia Fazio
Giorgia Fazio
Estremamente curiosa di questioni attuali, diritti umani e ambiente. Nel tempo libero legge testi di filosofia orientale. Se non c’è differenza non c’è relazione” è il suo mantra.

Sono stati nominati ieri, 6 ottobre, i vincitori del Premio Nobel per la Medicina e la Fisiologia 2025. Il riconoscimento è andato agli americani Mary E. Brunkow e Fred Ramsdell e al giapponese Shimon Sakaguchi, per i loro studi sul sistema immunitario.

I tre ricercatori, infatti, come riporta Ansa, hanno analizzato delle possibilità per manipolare le cellule che compongono il sistema immunitario, così da tenere a bada quest’ultimo quando aggredisce l’organismo a cui appartiene.

Gli studi di Brunkow, Ramsdell e Sakaguchi hanno permesso di indagare nuove cure per le malattie autoimmuni, come tumori e trapianti. La cerimonia di consegna del Premio, secondo quanto riportato su Adnkronos, avrà luogo il prossimo 10 dicembre a Stoccolma, dove il re di Svezia accoglierà tutti i vincitori.

Chi sono i vincitori del Nobel?

A vincere il Premio Nobel per la Medicina 2025 sono stati gli americani Mary E. Brunkow e Fred Ramsdell e il giapponese Shimon Sakaguchi. Come fa sapere Ansa, la prima ha 64 anni ed è la responsabile senior dei programmi dell’Istituto per la Biologia dei sistemi di Seattle. Tale ente studia le parti dei sistemi biologici e sostiene un approccio interdisciplinare alla ricerca.

Fred Ramsdell, invece, ha 65 anni ed è il direttore dell’Istituto Parker per l’immunoterapia dei tumori. Inoltre, svolge il ruolo di consulente scientifico nell’azienda privata Sonoma Biotherapeutics di San Francisco.

Il giapponese Shimon Sakaguchi, infine, ha 74 anni e lavora presso l’Immunology Frontier Research Center dell’Università di Osaka. Si può dire che lo studio che ha portato alla vittoria del Nobel sia nato da lui, con la scoperta delle cellule T regolatorie. Come ha affermato il comitato Nobel che ha scelto i vincitori del Premio, infatti:

Il sistema immunitario è molto potente e ha bisogno di freni, altrimenti rischia di attaccare i nostri stessi organi.

Brunkow, Ramsdell e Sakaguchi hanno fatto importanti scoperte sulla tolleranza periferica che impedisce al sistema immunitario di danneggiare l’organismo.

Le loro scoperte hanno posto le basi per un nuovo campo di ricerca che ha permesso la messa a punto di nuovi trattamenti, ad esempio per il cancro e le malattie autoimmuni.

Leggi anche: Premio Nobel per la Fisica 2024: Hopfield e Hinton vincono grazie all’AI

Lo studio che ha portato al Nobel

Lo studio che ha condotto alla vittoria del Premio Nobel per la Medicina è iniziato nel 1995, quando Sakaguchi ha portato avanti il pensiero secondo cui il sistema immunitario umano fosse più complesso di quanto si immaginasse.

A differenza della convinzione di allora, le cellule immunitarie pericolose non erano eliminate nel timo, cioè la ghiandola presente nel torace, ma erano affiancate dalle cosiddette “cellule T regolatorie”, specifiche nel controllo delle altre cellule immunitarie e nel garantire che il sistema tolleri i tessuti dell’organismo a cui appartiene.

Nel 2001, quindi, come fa sapere Ansa, Mary E. Brunkow e Fred Ramsdell hanno portato avanti tale studio, scoprendo che la mutazione del gene Foxp3 era responsabile della malattia autoimmune Ipex. Due anni più tardi, dunque, Sakaguchi è giunto alla conclusione che il gene Foxp3 gestisce le cellule T regolatorie.

Tale scoperta è importante soprattutto per la tolleranza immunitaria periferica, data la possibilità di ripristinare le funzioni delle cellule sentinella e di bloccare la progressione dei tumori.

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I punti di forza dello studio

A spiegare i riscontri positivi che lo studio condotto da Brunkow, Ramsdell e Sakaguchi apporta al sistema immunitario umano è stata Marie Wahren-Herlenius, docente del Karolinska Institutet e componente del Comitato che ha scelto i vincitori del Nobel.

Ecco le parole della scienziata, riportate su La Repubblica: “Questo meccanismo di tolleranza permette al nostro sistema immunitario di lottare contro tutti i tipi di microbi immaginabili senza soffrire di malattie autoimmuni“.

Sempre sul quotidiano è apparso il commento della presidente del Comitato per il Nobel, Olle Kämpe, che ha aggiunto a quanto affermato da Wahren-Herlenius:

Nel nostro sistema immunitario c’è un servizio di sicurezza che fa sì che le cellule non sbaglino obiettivo, attaccando il nostro stesso organismo.

Queste guardie di sicurezza sono le cellule T regolatorie.

A scoprirle sono stati Brunkow, Ramsdell e Sakaguchi.

Le loro scoperte sono state decisive per comprendere il funzionamento del sistema immunitario e il motivo per cui non tutti sviluppiamo gravi malattie autoimmuni.

Quanto scoperto da Brunkow, Ramsdell e Sakaguchi, quindi, si presenta come un passo in avanti importante per la ricerca immunologica e la futura cura dei tumori.

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Giorgia Fazio
Giorgia Fazio
Estremamente curiosa di questioni attuali, diritti umani e ambiente. Nel tempo libero legge testi di filosofia orientale. Se non c’è differenza non c’è relazione” è il suo mantra.

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