mercoledì, 8 Ottobre 2025
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Nobel per la Fisica a Clarke, Devoret e Martinis: “Arriva la rivoluzione della quantistica”

Ad aggiudicarsi il Premio Nobel per la Fisica 2025 John Clarke, Michel H. Devoret e John M. Martinis, tre scienziati che hanno dimostrato come il mondo quantistico possa essere compreso attraverso prove concrete.

Giorgia Fazio
Giorgia Fazio
Estremamente curiosa di questioni attuali, diritti umani e ambiente. Nel tempo libero legge testi di filosofia orientale. Se non c’è differenza non c’è relazione” è il suo mantra.

Alle 11:45 di oggi, 7 ottobre, sono stati resi noti i vincitori del Premio Nobel per la Fisica 2025. Si tratta di John Clarke, Michel H. Devoret e John M. Martinis, ai quali è stato riconosciuto il contributo apportato alla meccanica quantistica.

Secondo quanto riportato su Ansa, i tre studiosi sono stati in grado di riprodurre in un sistema estremamente piccolo il comportamento bizzarro della materia nel mondo infinitamente piccolo.

Nello specifico, è stato prodotto un sistema elettrico superconduttore che può passare da uno stato all’altro, grazie all’effetto tunnel. Con gli studi realizzati da Clarke, Devoret e Martinis la meccanica quantistica è stata rappresentata con prove misurabili.

Il contributo alla meccanica quantistica

Ad aver vinto il Premio Nobel per la Fisica 2025 sono stati l’inglese John Clarke, il francese Michel Devoret e l’americano John Martinis. Come riporta Il Fatto Quotidiano, la motivazione dell’Accademia reale svedese delle Scienze è per la scoperta dell’effetto tunnel quantistico macroscopico e della quantizzazione dell’energia in un circuito elettrico“.

Attraverso una serie di esperimenti, infatti, i tre scienziati sono riusciti a dimostrare che le proprietà della fisica quantistica possono essere inserite in un sistema sufficientemente grande da stare nel palmo di una mano. Ecco la motivazione del riconoscimento, condivisa da Il Fatto Quotidiano:

I tre scienziati hanno utilizzato una serie di esperimenti per dimostrare che le proprietà bizzarre del mondo quantistico possono diventare concrete in un sistema sufficientemente grande da poter essere tenuto in mano.

Il loro sistema elettrico superconduttore poteva passare da uno stato all’altro tramite effetto tunnel, come se passasse attraverso un muro.

Hanno inoltre mostrato che il sistema assorbiva ed emetteva energia in dosi di dimensioni specifiche, proprio come previsto dalla meccanica quantistica.

Gli esperimenti di Clarke, Devoret e Martinis, dunque, sono indispensabili per capire la meccanica quantistica con prove misurabili.

Leggi anche: Premio Nobel per la Fisica 2024: Hopfield e Hinton vincono grazie all’AI

Gli esperimenti pregressi

l’inglese John Clarke, 83 anni, il francese Michel Devoret, 72, e l’americano John Martinis, 67, sono tre insegnanti dell’Università di Santa Barbara, in California. La loro collaborazione è duratura, se si pensa che i primi esperimenti dei tre scienziati risalgono al 1984-1985.

Durante questi anni, infatti, sono stati condotti degli studi con un circuito elettronico composto da superconduttori, in grado di condurre corrente senza resistenza elettrica. Con il tempo, Clarke, Devoret e Martinis hanno perfezionato il proprio circuito, analizzando i fenomeni al passaggio di corrente.

Il loro intento era quello di costruire il primo computer quantistico. È stato soprattutto Martinis a occuparsi del progetto, come fa sapere Il Fatto Quotidiano. L’americano, infatti, dal 2014 al 2020 ha lavorato a Google, studiando proprio la creazione del computer.

La sua convinzione, dunque, è: L’industria dei semiconduttori possiede la chiave per creare un computer quantistico perché ha la possibilità di fabbricare qubit di alta qualità“. Si sottolinea che i qubit sono l’unità di misura del calcolo quantistico.

Leggi anche: Nobel per la Medicina a Brunkow, Ramsdell e Sakaguchi: “Nuove cure per malattie autoimmuni”

L’importanza della meccanica quantistica

Grazie al loro circuito elettronico, Clarke, Devoret e Martinis hanno dimostrato che il comportamento adottato era quello tipico della meccanica quantistica. Ciò vuol dire che è quantizzato, quindi assorbe o emette solo quantità circoscritte di energia.

Tale situazione è stata dimostrata dagli scienziati attraverso l’effetto tunnel che, come spiega AGI, indica la possibilità di una particella di attraversare una barriera. Tendenzialmente, gli effetti della meccanica quantistica diventano insignificanti, ma i vincitori del Nobel hanno dimostrato che le proprietà quantistiche possono essere concretizzate su scala microscopica.

Queste le parole di Olle Eriksson, presidente del Comitato Nobel per la Fisica, riportate da Il Fatto Quotidiano, che sottolineano l’apporto degli esperimenti di Clarke, Devoret e Martinis alla meccanica quantistica:

È meraviglioso poter celebrare il modo in cui la meccanica quantistica, vecchia di un secolo, offre continuamente nuove sorprese.

È anche estremamente utile, poiché la meccanica quantistica è il fondamento di tutta la tecnologia digitale.

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Giorgia Fazio
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Estremamente curiosa di questioni attuali, diritti umani e ambiente. Nel tempo libero legge testi di filosofia orientale. Se non c’è differenza non c’è relazione” è il suo mantra.

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