sabato, 17 Maggio 2025
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“Si chiama Nabeel e viene da Gaza”: Napoli si mobilita per curare il bimbo con malattia rara

Napoli e i napoletani si sono mobilitati per Nabeel, il bimbo di due anni e mezzo arrivato al Santobono da Gaza, insieme al papà e al nonno. L’ospedale ringrazia tutti per l’interesse e il sostegno e fa sapere che il piccolo e i familiari stanno ricevendo tutti gli aiuti necessari.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.

Nabeel, il bambino di due anni e mezzo proveniente da Gaza, e precisamente da Beit Hanoun a nord est della Striscia, giovedì scorso è arrivato a Napoli ed è stato ricoverato all’ospedale Santobono. Il piccolo, affetto da una malattia rara immunitaria, sta ricevendo tutte le cure e i parenti stanno avendo tutto il supporto necessario.

A complimentarsi per il successo della missione è stato Vincenzo De Luca, governatore della Regione Campania, il quale per l’occasione ha anche espresso una riflessione in riferimento a quanto sta accadendo a Gaza:

Quello che sta accadendo a Gaza è mostruoso e disumano. Le prime vittime di questo massacro sono le donne e i bambini.

Oltre alla solidarietà per le vittime, dobbiamo chiedere l’immediato cessate il fuoco perché si fermi subito questo bagno di sangue.

Nabeel, tutta Napoli in aiuto del piccolo e della sua famiglia

Nabeel.cure

I napoletani dopo aver ricevuto la notizia sul ricovero di Nabeel hanno deciso di mobilitarsi offrendo supporto, beni e doni di prima necessità per aiutare il piccolo e tutta la sua famiglia. Scrive la Fondazione Santobono-Pausilipon:

Ringraziamo tutti per l’interesse, che ci riempie il cuore di gioia e speranza, ma vogliamo rassicurarvi: Nabeel e i suoi familiari hanno ricevuto tutto ciò di cui hanno bisogno.

Con la nostra Fondazione abbiamo provveduto ad acquistare abiti, scarpe e tutto quello che può servire ad una persona che è costretta a vivere fuori casa.

E ancora: “Una volta usciti dall’ospedale, per il tempo delle cure saranno ospiti nelle nostre case di accoglienza presso le quali provvederemo anche al loro vitto. Ci occuperemo del loro traporto e di tutto quello che potrà servire loro. Tutto questo possiamo farlo solo grazie all’aiuto di tutti voi. Le donazioni che ci fate nel corso dell’anno, la scelta di destinare il vostro 5 x 1000 a noi significa proprio questo: consentirci di poter affrontare qualunque emergenza e poter rendere meno complesso qualunque ricovero o percorso di cura

Nabeel, da Gaza al Santobono: il percorso verso le cure

Nabeel è giunto in Italia insieme al padre e al nonno. I tre sono partiti da Eliat-Ramon, in Israele, e sono arrivati nel capoluogo napoletano accompagnati dal personale del 118. Ciò è stato possibile grazie alla missione MedEvac – Medical Evacuation, iniziata a sostegno della popolazione civile di Gaza, vittima della guerra.

Padre, figlio e nonno sono arrivati all’aeroporto militare di Pratica di Mare, situato nell’area metropolitana di Roma. A trasportare loro e altri pazienti affetti da varie patologie, insieme ai loro familiari, due velivoli C-130J Super Hercules dell’aeronautica militare.

Da lì il percorso è continuato: il piccolo, insieme a padre e nonno, sono stati portati in autoambulanza, partita nello stesso pomeriggio da Napoli. Rodolfo Conenna, direttore generale dell’AORN Santobono Pausilipon, ha così commentato l’iniziativa a sostegno di alcune famiglie provenienti dalla Striscia di Gaza:

Accogliere pazienti provenienti da territori di guerra richiede una complessa macchina organizzativa in cui ogni istituzione coinvolta, ogni soggetto impegnato in prima linea, fa la sua parte con dedizione e responsabilità.

Per noi ogni singolo bambino che arriva da territori martoriati dalla guerra per ricevere le cure di cui ha bisogno, è un piccolo paziente a cui restituiamo la speranza e a cui diamo la possibilità di ricevere la migliore assistenza possibile.

Non è solo un caso clinico, ma espressione di quella umanità alla base del diritto universale alle cure.

Leggi anche: Chi è Anna Maisetti, la prima modella con linfedema: “Dal cancro alla Milano Fashion Week”

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Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.

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