Ieri, 20 agosto, si è tenuta la consueta udienza generale del mercoledì, durante la quale Papa Leone XIV si è concentrato sul tema dell’amore. Nello specifico, il Pontefice ha sottolineato quanto sia importante amare costantemente, soprattutto in un periodo in cui molte relazioni sembrano essere destinate a terminare.
Prevost, poi, ha ricordato come il Vangelo ci insegni a perdonare, monito da tenere presente anche con chi si ama. Ciò non vuol dire non accogliere il male che è stato fatto, ma evitare che se ne generi dell’altro. Amore e perdono sono stati, dunque, i temi centrali affrontati dal Santo Padre.
Amare “fino in fondo” come Gesù
L’udienza generale di ieri, 20 agosto, si è tenuta come la scorsa settimana nell’Aula Paolo VI nella Città del Vaticano e non, come di consuetudine, in Piazza San Pietro. Nel corso dell’incontro, Papa Leone XIV ha analizzato il gesto di Gesù nei confronti di Giuda.
Durante l’Ultima Cena, infatti, Cristo, pur sapendo dell’imminente tradimento da parte dell’apostolo, decide di portare avanti i Suoi gesti d’amore. Ed è proprio su quest’ultimo concetto che il Pontefice si è soffermato, dichiarando:
Amare fino alla fine: ecco la chiave per comprendere il cuore di Cristo.
Un amore che non si arresta davanti al rifiuto, alla delusione, neppure all’ingratitudine.
L’esempio, perciò, come sempre, è quello di Gesù, che “riconosce il momento in cui il suo amore dovrà passare attraverso la ferita più dolorosa, quella del tradimento” e decide di non voltare le spalle ma “porta avanti e a fondo il suo amore“, “lava i piedi, intinge il pane e lo porge” al Suo traditore, compiendo sempre il primo passo. Tutto questo accade perché Cristo:
Ha compreso che la libertà dell’altro, anche quando si smarrisce nel male, può ancora essere raggiunta dalla luce di un gesto mite.
Perché sa che il vero perdono non aspetta il pentimento, ma si offre per primo, come dono gratuito, ancor prima di essere accolto.
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L’importanza del perdono

Il gesto compiuto da Cristo, quindi, è “l’ultimo tentativo dell’amore di non arrendersi“, implicando di conseguenza il perdono di Giuda. È proprio su quest’ultimo tema che il Pontefice ha voluto incentrare la terza catechesi, ossia “La Pasqua di Gesù“, nell’ambito del ciclo giubilare “Gesù Cristo nostra speranza“.
La chiave del perdono, che Prevost definisce come “un grande segno di amore, di amore autentico, e soprattutto dell’amore di Dio per tutti noi“, è imparare a lasciare libera l’altra persona, pur amandola incostantemente. A tal proposito, il Papa ha affermato:
Quante relazioni si spezzano, quante storie si complicano, quante parole non dette restano sospese.
Eppure, il Vangelo ci mostra che c’è sempre un modo per continuare ad amare, anche quando tutto sembra irrimediabilmente compromesso.
Perdonare non significa negare il male, ma impedirgli di generare altro male.
Non è dire che non è successo nulla, ma fare tutto il possibile perché non sia il rancore a decidere il futuro.
Infine, il Santo Padre ha sottolineato quanto sia importante perdonare “perché perdonarci gli uni gli altri è costruire un ponte di pace. Dobbiamo pregare per la pace che è così necessaria nel nostro mondo oggi, una pace che solo Gesù Cristo ci può donare“.
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Il digiuno per la pace
Al termine dell’udienza generale, Papa Leone XIV ha ricordato che venerdì prossimo, 22 agosto, verrà celebrata la memoria della Beata Vergine Maria Regina, invocata anche come “Regina della pace”.
Rispetto a ciò, Prevost ha rivolto una preghiera: “Maria Regina della pace interceda perché i popoli trovino la via della pace“. Infine, il Santo Padre ha invitato i fedeli a una giornata di digiuno e preghiera, proprio il prossimo venerdì:
Mentre la nostra terra continua ad essere ferita da guerre in Terra Santa, in Ucraina e in molte altre regioni del mondo, invito tutti i fedeli a vivere la giornata del 22 agosto in digiuno e preghiera supplicando il Signore che ci conceda pace e giustizia e che asciughi le lacrime di coloro che soffrono a causa dei conflitti armati in corso.