Si è tenuta ieri, 22 settembre, la cerimonia di inaugurazione del nuovo anno scolastico, presso l’Istituto Comprensivo Rossini di Napoli. A essere presente, come di consueto, Sergio Mattarella, accompagnato dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.
La manifestazione è stata trasmessa dal programma Tutti a scuola, condotto da Eleonora Daniele e andato in onda su Rai 1, alle 16:30. Giunto alla XXV edizione, l’evento ha attraversato realtà quali l’Ospedale pediatrico Pausilipon e il carcere minorile di Nisida.
Il fine della manifestazione, infatti, come fa sapere il sito di Rai Scuola, è dimostrare come “la scuola è ovunque”, anche in contesti più complicati. Vediamo, adesso, quali sono state le parole del Presidente Mattarella, che ha posto l’accento su un’educazione consapevole dei giovani.
Mattarella inaugura l’anno scolastico
Durante la cerimonia di inaugurazione del nuovo anno scolastico, il Presidente Mattarella, come riportato da SkyTg24, ha affrontato temi quali il bullismo, l’intelligenza artificiale e la dispersione scolastica. La manifestazione ha avuto luogo presso l’Istituto Comprensivo Rossini di Napoli, il quale comprende l’Alberghiero Rossini, il liceo Scientifico Labriola e l’Artistico Boccioni.
A essere presenti ieri, anche il ministro Valditara, lo scrittore Maurizio De Giovanni, l’attore Massimiliano Gallo, il ct dell’Italvolley femminile Julio Velasco e il patron del Napoli Aurelio de Laurentiis.
Le prime parole di Mattarella hanno sottolineato quanto l’ambiente scolastico debba essere vissuto da chiunque, all’insegna dell’inclusione: “La scuola è aperta a tutti: è l’affermazione di un diritto come è un dovere quello di integrare tutti, sconfiggendo l’abbandono“. Il Capo dello Stato ha poi proseguito:
La scuola è il luogo dell’apertura, ove si valorizzano i talenti di ciascuno e deve regnare la consapevolezza che la diversità delle opinioni sia una ricchezza da difendere.
Una libertà conquistata a caro prezzo dal nostro Paese.
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Bullismo e nuove tecnologie
Un altro tema su cui si è soffermato Sergio Mattarella durante la cerimonia riguarda il bullismo. Come riportato da SkyTg24:
Talvolta la violenza si manifesta in modalità meno evidenti, almeno per noi adulti, e c’è anche la violenza gratuita della prepotenza e del bullismo.
I social sono come armi che colpiscono in profondità.
Per questo il bullismo va contrastato con tenacia.
A tal proposito, Mattarella si è concentrato anche sullo sviluppo tecnologico che sta caratterizzando questi ultimi anni. Nello specifico, il Presidente ha parlato di quelli che possono essere i rischi di un utilizzo eccessivo e inconsapevole dell’intelligenza artificiale:
Lo studio, i compiti a casa, le analisi, il pensiero stesso sono messi alla prova dall’uso dell’intelligenza artificiale.
La tentazione della scorciatoia di affidarle la soluzione dei compiti scolastici porta alla povertà culturale, addormenta l’intelligenza di ciascun studente.
Da strumento può trasformarsi in potere contro chi lo adopera.
La persona, ogni persona, non può realizzare se stessa se condannata alla solitudine in una dimensione soltanto virtuale.
Anche a questo riguardo si riafferma un basilare valore della scuola: costruire una comunità.
I giovani hanno bisogno di amicizie.
Insieme, guardandosi negli occhi, nascono idee e sgorgano sentimenti, si sperimenta la vita.
L’assenza di questi elementi fa crescere disagio ed emarginazione.
Ciò in cui si può incorrere, infatti, è “l’appiattimento, l’omologazione. Occorre adoperarsi perché ogni ragazzo possa costruirsi una capacità critica, una struttura della conoscenza che gli consenta di scegliere, di avere autonomia“.
Mattarella al carcere di Nisida

Durante il pomeriggio di ieri, Sergio Mattarella si è recato sia al carcere minorile di Nisida, sia all’ospedale pediatrico Santobono Pausilipon, a Napoli. Accompagnato dal ministro Valditara e dal cantante Jovanotti, il Capo dello Stato ha parlato così ai giovani di Nisida: “La scuola è lo strumento, il veicolo per il futuro. Il futuro riguarda tutti, ovunque ci si trovi: ci si scopre nella scuola, si costruisce l’avvenire“.
Dopo aver ascoltato un’esibizione di Jovanotti, il Presidente si è soffermato sul tema della musica, dichiarando:
Il rap è apparso circa 50 anni fa e io avevo già più di trent’anni.
È nato come strumento di cambiamento e orienta al futuro, come desiderio di protesta e di cambiamento.
State lavorando bene qui, questa fusione straordinaria tra musica e parole è di grandissimo pregio.
Infine, Mattarella si è soffermato sull’importanza della scuola, che permette a ogni persona di costruire il proprio sé. Poi il Capo dello Stato ha lasciato il carcere di Nisida, per raggiungere l’Ospedale Santobono:
Ora vado in ospedale dove c’è una scuola per i bambini che sono degenti a lungo, perché la scuola riguarda loro e chi segue un percorso di recupero e rilancio come voi.
C’è una cosa a cui penso sempre: ciascuno di noi è una persona unica al mondo, non ce n’è un’altra uguale.
Però c’è da costruire la vita come voi fate qui con la scuola, la musica e il teatro.
Questa fusione straordinaria di musica e parole è segno di una capacità creativa di altissimo pregio.
Ognuno di noi ha un programma di vita, auguri per il futuro e per quello che fate qua.
Auguri di essere protagonisti della vita.
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Mattarella all’Ospedale Santobono
L’ultima tappa dell’evento di inaugurazione del nuovo anno scolastico ha toccato l’Ospedale pediatrico Santobono Pausilipon, a Napoli. Parlando con i piccoli ricoverati nella struttura, il Presidente ha toccato questioni che sono presenti nel mondo, attualmente, come la guerra:
Purtroppo c’è il male la cattiveria e la prepotenza, se c’è in piccolo nella vita quotidiana, c’è in grande nella politica internazionale.
Si tratta di una cosa incomprensibile perché danneggia tutti, nessuno vince.
È priva di senso e ragionevolezza.
Per questo voi bambini siete importanti per fare crescere la consapevolezza in tutti che occorre allontanare questo pericolo.
Questa consapevolezza che manifestate è preziosa, perché in futuro la vostra generazione sarà in grado di fare più e meglio di quanto fatto dalla mia generazione.
Un invito, dunque, a frequentare i luoghi di istruzione con consapevolezza, intendendoli come spazi in cui poter formare le proprie idee e cambiare il mondo in positivo.