L’Italia trionfa ancora una volta in Coppa Davis, conquistando il terzo titolo consecutivo e confermando la profondità della sua rosa. Un successo arrivato nonostante le assenze di Jannik Sinner e Lorenzo Musetti che mette in luce la forza di un gruppo coeso e determinato.
Gli azzurri hanno dimostrato una solidità mentale e tecnica rara, trasformando ogni difficoltà in un’occasione per brillare. Matteo Berrettini, Flavio Cobolli e il resto della squadra dalla panchina hanno scritto un’altra pagina di storia del tennis italiano.
La finale di Coppa Davis 2025
La finale giocata al PalaDozza di Bologna si è aperta con Matteo Berrettini che ha affrontato Pablo Carreño Busta. Il romano ha dominato il campo, chiudendo in due set sul punteggio di 6-3, 6-4. È stata una partita molto intensa, con lo spagnolo che ha provato a spingere e mantenere alta la pressione, trovando però dall’altra parte un Berrettini al top della forma. Come riporta “Sky Sport”, l’azzurro dopo il suo match ha dichiarato:
Secondo me è una prestazione molto molto buona.
Nel secondo set potevo fare un po’ di più, ma visto come si era messa bene così.
In Davis l’importante è vincere ogni punto, ora devo andare a fare un po’ di tifo per Flavio.
In seguito, Flavio Cobolli ha affrontato Jaume Munar, e anche lui non ha deluso le aspettative, portandosi a casa una partita sofferta e ricca di emozioni. Dopo un primo set perso 6-1, Cobolli è riuscito a ribaltare il risultato. Il match è poi finito sul punteggio di 1-6, 7-6, 7-5 . Come riporta “Sky Sport”, il giovane tennista ha commentato così il trionfo:
Non so neanche da dove iniziare, sono felice, stanco, ed emozionato, è stata una montagna russa.
Siamo un gruppo unito che sta bene anche fuori dal campo.
Ci aiutiamo, ci diamo consigli perché siamo tutti grandi giocatori.
Con queste due vittorie decisive, l’Italia ha conquistato il titolo senza bisogno di ricorrere al doppio, confermando non solo la qualità tecnica dei singoli, ma anche la profondità e la compattezza di un gruppo capace di reggere la pressione e di portare in alto la Nazionale, anche senza Sinner e Musetti.
La forza del gruppo

Guardando all’intero percorso, questo terzo trionfo consecutivo assume un valore ancora più importante. L’Italia è arrivata alla fase finale di Coppa Davis con una formazione rimaneggiata e un peso psicologico non indifferente. L’assenza di Sinner, trascinatore delle prime due edizioni vinte, e quella di Musetti, hanno costretto il capitano Volandri a riorganizzare ruoli ed equilibri.
Come sottolineato più volte da tutti i vincitori della Coppa Davis 2025, il vero segreto di questi successi è la chimica interna al gruppo. Ogni giocatore conosce il proprio ruolo, ma soprattutto sente di far parte di un progetto collettivo. Non è un caso che, nelle interviste post-partita, gli azzurri parlino sempre di “noi” e quasi mai di “io”.
Anche capitan Volandri lo ha ricordato: questa squadra non dipende da un solo talento. Sinner resta un fenomeno mondiale, Musetti una risorsa preziosa, ma la Davis si vince con un gruppo unito, bilanciato e capace di assorbire qualsiasi contraccolpo. Le sue parole, riportate da “Sky Sport”:
Qualcosa di incredibile, tre volte di fila anche cambiando i protagonisti.
È una vittoria di tutti, qui in Italia ha un sapore ancora più speciale.
Un percorso netto, ho detto ai ragazzi che sono orgoglioso di loro.
Tre vittorie consecutive in Coppa Davis non sono solo un trionfo sportivo, ma la fotografia di un cambiamento strutturale del tennis italiano. La finale di Bologna e il percorso che l’ha preceduta raccontano le gesta di una squadra capace di trasformare le assenze in opportunità e la pressione in energia.
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