I punti chiave del Pontificato di Papa Leone: dal cammino sinodale al digitale

Papa Leone ad Assisi ha tracciato le linee guida del proprio Pontificato, affrontando temi quali il cammino sinodale della Chiesa, la fraternità come chiave del mondo e l'educazione a un uso consapevole degli strumenti digitali.

Giorgia Fazio
Giorgia Fazio
Estremamente curiosa di questioni attuali, diritti umani e ambiente. Nel tempo libero legge testi di filosofia orientale. Se non c’è differenza non c’è relazione” è il suo mantra.
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Si è conclusa ieri, 20 novembre, ad Assisi, la Conferenza Episcopale Italiana, che ha visto come protagonisti Papa Leone XIV e il cardinale, e presidente della CEI, Matteo Zuppi. L’incontro con i vescovi italiani, come riporta Vatican News, si è incentrato sulla delineazione del Pontificato di Prevost.

L’Assemblea si è riunita dopo la firma del Documento di sintesi per mano della terza Assemblea sinodale. I prelati, quindi, hanno discusso delle priorità, delle delibere, hanno elaborato note sulla Chiesa, a partire dal testo.

Nel corso dei quattro giorni di incontri, che hanno avuto inizio il 17 del mese, sono stati affrontati temi come l’importanza di un uso corretto degli strumenti digitali e si sono tenuti momenti di preghiera per le vittime di abusi.

Il Pontificato di Papa Leone

Dal 17 al 20 novembre si è tenuta ad Assisi l’81esima Assemblea generale della CEI. A presiedere gli incontri è stato il cardinale Matteo Zuppi e, durante l’ultimo giorno, si è potuto godere della presenza di Papa Leone XIV.

Presso la Penisola, nella città di San Francesco, il Pontefice ha parlato a 250 vescovi, riflettendo su quella che sarà la strada che intraprenderà il proprio Pontificato. Prima di ogni cosa, Prevost, come riporta Avvenire, ha sottolineato come il suo intento sia:

Essere Chiesa che incarna il Vangelo e che vive tra la gente, ne accoglie le domande, ne lenisce le sofferenze, ne condivide le speranze. 

Soprattutto in un tempo segnato da fratture, nei contesti nazionali e internazionali, durante il quale si diffondono spesso messaggi e linguaggi intonati a ostilità e violenza; la corsa all’efficienza lascia indietro i più fragili; l’onnipotenza tecnologica comprime la libertà; la solitudine consuma la speranza.

Occorre essere artigiani di amicizia, di fraternità, di relazioni autentiche, senza reticenze e timori, sviluppando una cultura dell’incontro e diventando, così, profezia di pace per il mondo.

E mentre il cardinale Zuppi, a margine dell’incontro, ha dichiarato come l’intento del Pontefice sia “mettere sempre Cristo al centro“, il segretario generale della CEI, l’arcivescovo Giuseppe Baturi, ha aggiunto che la Chiesa deve puntare alle grandi priorità, la prima delle quali è la trasmissione della fede. Fede che va vissuta e testimoniata all’interno di comunità accoglienti e profetiche“.

Leggi anche: Papa Leone convoca il suo primo Concistoro: “Lavoriamo per crescere insieme”

Il cammino sinodale della Chiesa

Uno dei punti centrali affrontati da Papa Leone durante l’incontro nella Basilica di Santa Maria degli Angeli ad Assisi ha riguardato il cammino sinodale intrapreso dalla Chiesa negli ultimi quattro anni, che si è diramato in “trasmissione della fede“, “comunità” e “impegno sociale“.

Come fa sapere Avvenire, il Pontefice ha ricordato l’udienza in Vaticano dello scorso giugno, nella quale ha definito i punti fermi del proprio Pontificato, ossia l’annuncio del Vangelo, la costruzione della pace, la promozione della dignità umana, la cultura del dialogo e la visione antropologica cristiana.

Ieri ha aggiunto: “Queste istanze corrispondono alle prospettive emerse nel Cammino sinodale della Chiesa in Italia. A voi vescovi spetta adesso tracciare le linee pastorali per i prossimi anni“. Nello specifico, sul tema della sinodalità, Prevost ha ribadito:

Non si può tornare indietro sul tema degli accorpamenti delle diocesi, soprattutto laddove le esigenze dell’annuncio cristiano ci invitano a superare certi confini territoriali e a rendere le nostre identità religiose ed ecclesiali più aperte, imparando a lavorare insieme e a ripensare l’agire pastorale unendo le forze.

Però, considerando la fisionomia della Chiesa in Italia e la fatica o talvolta il disorientamento che tali scelte possono provocare, auspica che i vescovi di ogni regione compiano un attento discernimento e, magari, riescano a suggerire proposte realistiche su alcune delle piccole diocesi che hanno poche risorse umane, per valutare se e come potrebbero continuare a offrire il loro servizio.

L’attenzione del Santo Padre è stata rivolta ai nuovi pastori e alla necessita di promuovere una maggiore partecipazione di persone nella consultazione per la nomina di nuovi vescovi“.

Rispetto alle proroghe di questi ultimi, invece: “È bene che si rispetti la norma dei 75 anni per la conclusione del servizio degli ordinari nelle diocesi e, solo nel caso dei cardinali, si potrà valutare una continuazione del ministero, eventualmente per altri due anni“.

Leggi anche: Papa Leone e la riforma economica: più trasparenza e collaborazione in Vaticano

Il digitale e l’Umanesimo integrale

Alla luce del discorso portato avanti sulla Chiesa sinodale, Papa Leone XIV ha ribadito quanto sia importante impegnarsi affinché “nelle Chiese particolari ci impegniamo tutti a edificare comunità cristiane aperte, ospitali e accoglienti“. Sul valore che Gesù ha nella vita delle persone cattoliche, invece, il Pontefice ha affermato quanto sia necessario per avvicinarsi ai propri fratelli.

Da qui il discorso sull’Umanesimo integrale che: “esalta il valore della vita e la cura di ogni creatura e che implica anche di intervenire profeticamente nel dibattito pubblico per diffondere una cultura della legalità e della solidarietà“. Prevost si è concentrato anche sul mondo digitale, sostenendo che:

La pastorale non può limitarsi a “usare” i media, ma deve educare ad abitare il digitale in modo umano, senza che la verità si perda dietro la moltiplicazione delle connessioni, perché la Rete possa essere davvero uno spazio di libertà, di responsabilità e di fraternità.

In chiusura dell’incontro, poi, il Santo Padre ha ribadito la vicinanza alle famiglie, a giovani e anziani e a tutti coloro che vivono in solitudine, oltre che l’impegno a sviluppare una cultura che prevenga ogni forma di abuso.

San Francesco, quindi, è stato preso come punto chiave del Pontificato di Prevost ed emblema di un messaggio di “fraternità e pace, di cui il mondo ha bisogno ora più che mai.

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