Legge 104 e smart working prioritario: tutte le novità a partire da gennaio 2026

Da gennaio 2026 importanti novità per quanto riguarda la Legge 104. Infatti, saranno aumentati i benefici per i lavoratori fragili, primo fra tutti lo smart working prioritario.

Giorgia Fazio
Giorgia Fazio
Estremamente curiosa di questioni attuali, diritti umani e ambiente. Nel tempo libero legge testi di filosofia orientale. Se non c’è differenza non c’è relazione” è il suo mantra.
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Con il nuovo anno arrivano anche importanti novità per quanto riguarda la Legge 104. A partire da gennaio 2026, infatti, chi è affetto da forme di disabilità o malattia, ma anche chi assiste un familiare in tale situazione, potrà usufruire di nuovi benefici.

Primo fra tutti, come riporta Rai News, lo smart working prioritario, ossia il diritto di precedenza assoluto per lavorare da casa. Ad apportare la modifica, che va ben oltre quanto concesso dalla normativa tradizionale, è la Legge 106/2025, una vera e propria rivoluzione che comporta la conciliazione di condizioni di salute e lavoro.

Vediamo più nel dettaglio in che cosa consistono la Legge e lo smart working prioritario, chi può usufruirne tra dipendenti pubblici e privati e quali ulteriori novità bisogna aspettarsi a riguardo, a partire da gennaio 2026.

Novità per la Legge 104

Dal prossimo 1 gennaio la Legge 104 sarà integrata dalla Legge 106/2025, che aumenterà le tutele per i lavoratori affetti da gravi patologie, andando a garantire la continuità tra salute e continuità lavorativa. Il fine, infatti, come riporta Rai News, è quello di evitare che un individuo debba scegliere tra il curarsi e il mantenere il proprio posto di lavoro.

La nuova Legge prevede cambiamenti concreti e soluzioni flessibili, che si pongono accanto ai già concessi permessi retribuiti, alle agevolazioni per l’assistenza e ai congedi. La Legge 104, quindi, non viene abolita, ma rimane il pilastro fondamentale per la tutela delle persone con disabilità e per i loro familiari.

In questo modo, si crea un sistema integrato di protezione per i lavoratori fragili, i quali possono usufruire di agevolazioni che consentono loro di non ritrovarsi esclusi dal mondo dell’occupazione e, soprattutto, viene data alla loro condizione la dignità che merita.

Leggi anche: Bonus caregiver e congedo parentale: tutti gli aiuti del Governo per le famiglie italiane

Chi beneficerà delle nuove tutele

A poter usufruire delle nuove tutele saranno tutti i dipendenti del settore pubblico e privato, che si trovano in condizioni di fragilità sanitaria e che sono citati nell’articolo 1, comma 1, della Legge 106/2025. Nello specifico, si fa riferimento a chi è malato oncologico, soffre di patologie invalidanti o croniche, chi ha un’invalidità riconosciuta pari o superiore al 74%.

La Legge, inoltre, consente a tali individui di richiedere un congedo straordinario fino a 24 mesi, il quale può essere utilizzato sia in modo continuativo che frazionato nel tempo, in base alle proprie esigenze. Ciò vuol dire che, durante tale periodo, il lavoratore mantiene il posto di lavoro, ma l’impiego è sospeso e non può svolgere altre attività lavorative.

Questi mesi, però, non vengono conteggiati né ai fini dell’anzianità di servizio, né per il calcolo della pensione, a meno che il dipendente decida di procedere automaticamente al riscatto contributivo, sostenendone i costi relativi. Così facendo, il lavoratore potrà dedicarsi completamente alla propria salute, senza allontanarsi troppo dal mondo lavorativo.

Leggi anche: Caregiver familiari: proposto l’Appello-Manifesto per una legge inclusiva e di equità sociale

Cos’è lo smart working prioritario previsto dalla Legge

La novità principale della Legge 106/2025 è, sicuramente, l’introduzione dello smart working prioritario, presente all’articolo 1, comma 4. In questo punto, infatti, si fa riferimento, come fa sapere Rai News, a un diritto di precedenza assoluto nell’accesso al lavoro agile per i lavoratori che rientrano nei requisiti“. 

La novità sarà applicata dal primo gennaio 2026, al termine del periodo di congedo non retribuito, ma anche se il lavoratore non lo ha utilizzato ma preferisce comunque mantenere attivo il rapporto con l’impiego. Lo smart working prioritario non è automatico e sarà il datore di lavoro a valutare se le attività possono essere svolte da remoto o meno.

Nello specifico, il legislatore deve evitare che chi ha affrontato o sta affrontando situazioni salutari complesse non sia soggetto a spostamenti quotidiani, orari rigidi o impieghi stancanti, che potrebbero collidere con gli impegni medici.

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