L’eutanasia dovrebbe essere legalizzata. Questa è la proposta di legge depositata in Cassazione dall’associazione Luca Coscioni. Il testo si compone di 8 articoli, che prevedono la regolamentazione dell’interruzione volontaria assistita della vita.
Per far sì che la proposta arrivi in Parlamento sarà fatta partire una raccolta firme per i cittadini. Il numero minimo di consensi da raggiungere è di 50 mila, da raccogliere entro il 16 luglio.
Vediamo meglio quali sono i punti del testo e qual è l’obiettivo principale di questa proposta.
Legalizzazione dell’eutanasia
È stata depositata nella mattinata di ieri, 5 giugno, in Cassazione la proposta di legge per legalizzare l’eutanasia. Il testo, di iniziativa popolare, è stato stilato dall’associazione Luca Coscioni e analizza l’interruzione volontaria assistita della vita attraverso 8 articoli.
La segretaria nazionale dell’associazione, Filomena Gallo, ha diffuso un video in cui ha raccontato l’importante passo compiuto ieri mattina alla Corte di Cassazione:
Abbiamo depositato oggi in Corte di Cassazione una proposta di legge di iniziativa popolare per la legalizzazione di tutte le scelte di fine vita.
Il testo parte dalla sentenza Cappato della Corte costituzionale, corte che negli ultimi 7 anni per ben 4 volte ha invitato il Parlamento a intervenire.
La nostra proposta di legge prevede la possibilità per chi vuole scegliere una morte assistita, di poter ricorrere sia al suicidio medicalmente assistito, che all’eutanasia attiva.
Dal 26 giugno partirà la raccolta firme in tutta Italia.
Si aggiungono, poi, le dichiarazioni del tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, Marco Cappato, il quale ha sottolineato la responsabilità del Parlamento nel rendere legge la proposta presentata:
Chiediamo una cosa semplice: che chi soffre in Italia abbia la stessa libertà di scelta dei cittadini spagnoli, olandesi, belgi o lussemburghesi.
Che il Parlamento italiano si assuma le proprie responsabilità come stanno facendo quello francese, inglese, scozzese che discutono liberamente, al di là di schieramenti e partiti sul tema della legalizzazione dell’eutanasia.
Ne va della dignità stessa del Parlamento, oltre che delle persone che soffrono.
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Cosa prevede il testo?

Il testo prevede che possano accedere all’interruzione volontaria assistita della vita soggetti maggiorenni, capaci di intendere e di volere, affette da patologie irreversibili o con prognosi infausta a breve termine, che causano sofferenze fisiche o psicologiche considerate intollerabili dalle persone coinvolte.
Sarà il paziente, inoltre, a decidere se autosomministrarsi dei farmaci per il fine vita oppure lasciare che lo faccia un medico. La scelta dovrà essere compiuta in base alle condizioni cliniche e alle preferenze personali del soggetto in questione, in accordo con il proprio medico.
Il tutto potrà avvenire sia in strutture sanitarie pubbliche o convenzionate, sia a domicilio con supporto medico. L’iter, infine, è gestito dal Servizio sanitario nazionale, il cui personale può arrogarsi il diritto all’obiezione di coscienza, purché la struttura assicuri comunque la procedura.
È previsto un processo di verifica da concludersi entro 30 giorni. Sono passati 12 anni dall’ultima volta che l’associazione Luca Coscioni ha depositato una proposta di legge sull’eutanasia, che ha poi portato alla legge sul testamento biologico. Dopo 4 richiami della Corte costituzionale, un referendum e disobbedienze civili, il Parlamento si è rifiutato di affrontare la questione.
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La raccolta firme
Per far arrivare la proposta di legge in Parlamento per un’eventuale approvazione, l’associazione Luca Coscioni ha pensato a una raccolta firme per i cittadini. Sarà avviata il prossimo 26 giugno e sarà sia online sulla piattaforma dedicata, sia cartacea in tutta l’Italia.
Il numero minimo di consensi da raggiungere per arrivare in Parlamento è di 50 mila, entro il 16 luglio. È proprio in quest’ultima data che verranno discusse in Senato le proposte sul suicidio assistito. Filomena Gallo ha dato alcune delucidazioni a riguardo:
Vogliamo dare all’Italia la possibilità, tramite le firme dei cittadini, di proporre al Parlamento una legge che regolamenti l’accesso a tutte le scelte di fine vita.
Questa proposta di legge permette l’accesso al suicidio medicalmente assistito e anche all’eutanasia attiva.
Si basa sulle sentenze della Corte Costituzionale che per 4 volte ha invitato il Parlamento italiano a intervenire con una legge.
L’intento della proposta, dunque, è regolamentare le condizioni e le procedure in cui avviene il fine vita assistito, rispettando la dignità umana e l’autodeterminazione. In questo modo, inoltre, si eliminerebbero le discriminazioni tra persone affette da malattie ma dipendenti da trattamenti di sostegno vitale e chi, invece, non lo è.