venerdì, 24 Ottobre 2025
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Conferita laurea alla memoria a Sara Campanella: “Porteremo la sua luce ovunque”

L'Università di Messina ha conferito a Sara Campanella la laurea alla memoria. La 22enne studiava per diventare una professionista di laboratorio biomedico.

Giorgia Fazio
Giorgia Fazio
Estremamente curiosa di questioni attuali, diritti umani e ambiente. Nel tempo libero legge testi di filosofia orientale. Se non c’è differenza non c’è relazione” è il suo mantra.

È stata conferita ieri, 23 ottobre, presso l’Università di Messina, la laurea alla memoria a Sara Campanella. La 22enne, uccisa lo scorso 31 marzo dal collega di corso Stefano Argentino, avrebbe dovuto sostenere l’ultimo esame per poi ottenere il titolo in Tecniche di Laboratorio Biomedico.

La tesi, incentrata sul ruolo dell’epigenetica nelle mutazioni patogenetiche dei geni BRCA1 e BRCA2, è stata discussa da una collega della giovane, mentre l’attestato di laurea è stato consegnato dalla Rettrice, Giovanna Spatari, alla madre di Sara, Maria Concetta Zaccaria.

Come riporta Leggo.it, l’Università ha annunciato l’intitolazione del cortile del Rettorato alla 22enne e a Lorena Quaranta, altra studentessa vittima di femminicidio, nel 2020.

Laurea alla memoria a Sara Campanella

Si è tenuta ieri, presso l’Aula Magna dell’Università di Messina, la cerimonia di consegna della laurea alla memoria a Sara Campanella. Come fa sapere il sito ufficiale dell’ateneo, alla celebrazione erano presenti i familiari della giovane, la Rettrice Giovanna Spatari, i professori Sergio Vinci, Massimiliano Berretta, scelto dalla 22enne come Relatore di tesi, Pasqualina Laganà, il dottore Fabio Corbino, vari esponenti della comunità accademica, diverse autorità civili, militari e religiose.

Presenti anche i colleghi di corso di Sara, tra cui la studentessa Martina Giandinoto, incaricata di discutere la tesi dell’amica. Il lavoro finale, dal titolo Il ruolo dell’epigenetica nelle mutazioni patogenetiche dei geni BRCA1 e BRCA2 come strumento per ridurre il rischio di cancro ovarico e mammario, è stato valutato con 110 e lode.

Sara Campanella, quindi, è stata proclamata dottoressa in Tecniche di Laboratorio Biomedico. Si tratta di un riconoscimento alla memoria della passione della giovane, oltre che un grido contro la lotta alla violenza sulle donne. Queste le parole della Rettrice:

Oggi Sara taglia il traguardo della Laurea, tutti noi siamo vicini ai familiari, agli amici, ai colleghi, nella speranza che politiche concrete di contrasto ci permettano di non dover più organizzare iniziative come questa.

Leggi anche: Violenza di genere, arriva in Cdm il disegno di legge che tutela le donne

La pergamena ai familiari di Sara

La pergamena di laurea è stata consegnata dalla Rettrice Giovanna Spatari alla madre di Sara Campanella, Maria Concetta Zaccaria. In un clima di grande commozione, la donna ha ricevuto l’attestato con queste parole, riportate da Tgcom24:

Non doveva andare così, è ingiusto, inaccettabile, inconcepibile, irrazionale.

Ma noi siamo qui per Sara.

Sara ha fatto tanti sacrifici in questi anni per potere raggiungere questo obiettivo, è stata lontana da noi, dagli affetti, con tutto quello che comportava anche la distanza.

Oggi è un giorno che avevamo sognato assieme a Sara, ma certamente in modo diverso.

Noi porteremo la sua luce, ovunque, sempre e comunque.

Lei vive in ognuno di noi.

È stato un dono prezioso che Dio ci ha donato e lo ringrazio per avermi regalato questa creatura meravigliosa.

Una ragazza straordinaria. 

Sara era amore e luce.

Anche il fratello della 22enne, Claudio Campanella, ha speso alcune parole, colme di emozioni contrastanti:

Oggi possiamo finalmente dire che sei dottoressa, cara Sara.

Il dolore per la sua assenza si mescola all’orgoglio per ciò che era.

Un immenso uragano di emozioni, una grande luce, una ragazza sensibile, determinata, empatica che amava la sua vita e quella degli altri.

Per questo aveva scelto il suo percorso di studi ed amava il Policlinico universitario, che definiva la sua seconda casa.

Sara credeva nell’amore vero, che non significa possesso, ma libertà.

Oggi, la comunità accademica riconosce il valore dei suoi studi, ma anche la sua testimonianza umana e le restituisce simbolicamente ciò che le è stato negato.

Amare sé stessi è il primo passo per cambiare il mondo e mia sorella tutto questo lo sapeva bene.

Il suo amore e la sua forza continueranno a guidarci, grazie a chi ha permesso tutto ciò, grazie Sara.

Leggi anche: Basta violenza sulle donne ora c’è Sicura: cos’è e come funziona?

Il cortile intitolato a Sara e Lorena

L’Università di Messina i impegna, quindi, nella lotta contro la violenza sulle donne, riconoscendo l’importanza che i luoghi di formazione hanno sull’educazione delle persone. Proprio per questo, durante la cerimonia, Spatari ha annunciato che il cortile del Rettorato verrà intitolato a Sara e Lorena, unite dallo stesso tragico destino:

Gli Atenei, luoghi di crescita e di incontro per eccellenza, non possono essere estranei al tema della violenza di genere, fallimento culturale capace di insinuarsi ovunque che va contrastato non solo con la formazione, ma anche con l’esempio quotidiano.

La cultura non può bastare se non diviene consapevolezza e riconoscimento della dignità dell’altro, responsabilità condivisa da tradurre in gesti concreti.

In sinergia con l’Assessorato all’Istruzione della Regione Siciliana, verranno presto bandite delle borse di studio dedicate a Sara e destinate a premiare la carriera di studenti meritevoli e di laureati che abbiano affrontato nella propria tesi di Laurea i temi del femminicidio e della violenza di genere.

In questo modo sarà possibile stimolare la ricerca scientifica sull’argomento e veicolare modelli culturali e comportamentali positivi.

Quanto avvenuto a Sara si lega, indissolubilmente, a quanto successo a Lorena Quaranta il cui ricordo resta impresso nelle nostre menti ed a cui la il precedente Rettore aveva programmato di intitolare il Cortile del Rettorato.

Ebbene, in base a quanto deliberato nei giorni scorsi dagli organi collegiali, il Cortile porterà i nomi di Sara e di Lorena.

Sarà un luogo di incontro, ma anche di memoria per ricordarci di fondare le nostre relazioni sul rispetto reciproco.       

Sul sito dell’Università, inoltre, è riportato quanto ha preceduto la cerimonia di ieri. Il 22 ottobre, infatti, è stato proiettato al Cinema Apollo il cortometraggio Fili invisibili, di Fabio Schifilliti. Il film intreccia le storie simili di Graziella Recupero e Sara Campanella e rappresenta un forte messaggio di denuncia e contrasto alla violenza di genere.

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Giorgia Fazio
Giorgia Fazio
Estremamente curiosa di questioni attuali, diritti umani e ambiente. Nel tempo libero legge testi di filosofia orientale. Se non c’è differenza non c’è relazione” è il suo mantra.

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