Gino Cecchettin ha partecipato queta mattina, 3 novembre, come ospite all’evento In nome loro, presso la facoltà di Medicina dell’Università Statale di Brescia. Come riporta Il Gazzettino, l’uomo ha incontrato i ragazzi delle scuole superiori della città, per parlare loro del femminicidio.
Durante l’evento, Cecchettin ha lanciato un importante appello al Ministero dell’Istruzione e del Merito. Da poco, infatti, è stata vietata l’educazione sessuo-affettiva fino alle scuole medie e il discorso del padre di Giulia si inserisce perfettamente in tale contesto.
L’uomo ha proposto al Mim di prendere parte a un progetto di genere nelle scuole, per diffondere i sentimenti che Giulia custodiva dentro di sé, dall’altruismo alla proattività. Ecco quello che ha detto Cecchettin.
Gino Cecchettin a Brescia
Ospite all’Università Statale di Brescia, presso la facoltà di Medicina, Gino Cecchettin si è rivolto a migliaia di ragazzi, per diffondere i valori del rispetto e dell’educazione.
L’uomo, come fa sapere Il Gazzettino, è stato accompagnato da Maurizio Piovanelli, la cui figlia Desirée è stata uccisa nel 2002 a 14 anni, e da Francesco Lonati, fratello di Elena vittima di femminicidio nel 2006.
Al centro dei loro interventi, quindi, la tragicità della violenza di genere e la speranza che il futuro sia migliore. Per far sì che ciò avvenga, però, è necessario che anche i luoghi d’istruzione pongano le basi per un confronto interpersonale consapevole e rispettoso.
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L’appello di Gino Cecchettin al Ministero

Gino Cecchettin. perciò, ha invitato il Ministero dell’Istruzione e del Merito a unirsi al progetto di genere in giro per le scuole. Ecco il suo appello, riportato da Il Gazzettino:
Partiremo con un progetto di genere, un progetto pilota in tre regioni con video sui sentimenti per mille insegnanti.
Lancio l’appello al ministero per unirsi a noi in questo progetto.
Voglio trasmettere ai giovani quei sentimenti che Giulia custodiva tutti i giorni, l’altruismo e il pensare che insomma ci possa essere un futuro migliore con dei rapporti interpersonali legati alla proattività e non alla prevaricazione.
Cecchettin, infine, ha sottolineato quanto sia importante che l’educazione sessuo-affettiva venga insegnata a tutti nelle scuole. Proprio questo è uno degli impegni principali portati avanti dalla Fondazione Giulia Cecchettin. Queste sono le dichiarazioni dell’uomo, riportate da Bresciaoggi.it:
Andrebbe inserita un’ora di educazione sessuo-affettiva in tutte le scuole.
Gli studenti, gli insegnanti e i dirigenti la chiedono e pertanto la Fondazione porterà avanti questa richiesta.
Lavorare sui giovani significare fare un lavoro per il futuro, auspicando così di lasciare un futuro migliore alle giovani generazioni.
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L’evento In nome loro
L’evento In nome loro si è tenuto questa mattina, 3 novembre, presso l’Aula Magna della facoltà di Medicina dell’Università degli Studi di Brescia. A organizzarlo è stata la Commissione Genere dell’Ateneo, con l’intento di riflettere sul tema della violenza di genere e rendere memoria alle vittime.
L’iniziativa prevede il conferimento di quattro premi di laurea. Due sono stati intitolati In Nome Loro, il terzo è stato dedicato a Desirée Piovanelli, studentessa 14enne di Leno, uccisa nel 2002 da quattro ragazzi del paese.
L’ultimo premio, invece, è stato dedicato a Elena Lonati, studentessa universitaria, uccisa nel 2006. Ogni premio consiste in una somma di denaro, per un valore totale di mille euro. A finanziare la BCC di Brescia, Soroptimist Club Brescia e la Fondazione Museke Onlus.

