martedì, 1 Luglio 2025
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La Francia ha detto No al fumo all’aperto: quando arriva il divieto in Italia?

Da oggi, in Francia, non si potrà più fumare nei luoghi pubblici all'aperto. Le limitazioni sono state prese per tutelare i bambini. Chi non le rispetta incorrerà in multe a partire da 135 euro. In Italia, invece, qual è la situazione?

Giorgia Fazio
Giorgia Fazio
Estremamente curiosa di questioni attuali, diritti umani e ambiente. Nel tempo libero legge testi di filosofia orientale. Se non c’è differenza non c’è relazione” è il suo mantra.

Da oggi, 1 luglio, in Francia sarà vietato fumare nei luoghi pubblichi all’aperto. A decretarlo è stata la ministra della Salute e della Famiglia, Catherine Vautrin, la quale ha dichiarato di voler tenere i bambini lontani dal tabacco, garantendo loro il diritto di respirare aria pulita.

Chiunque non rispetterà tale divieto incorrerà in multe di minimo 135 euro. Vediamo meglio come funziona la limitazione e in quali contesti, invece, è consentito fumare all’aperto.

Il decreto in Francia

La ministra francese della Salute e della Famiglia, Catherine Vautrin, ha dichiarato al quotidiano regionale Ouest-France di aver disposto delle limitazioni sull’atto di fumare negli spazi pubblici all’aperto, per proteggere soprattutto i più piccoli dal fumo passivo:

Il tabacco deve scomparire dai luoghi frequentati dai bambini.

La libertà di fumare si ferma dove inizia il diritto dei bambini a respirare aria pulita.

Da oggi, 1 luglio, in Francia sarà, quindi, vietato fumare in spiagge, parchi, giardini pubblici, ingressi delle scuole, pensiline degli autobus e impianti sportivi. Chi non rispetterà il divieto dovrà pagare una multa di minimo 135 euro.

Ci sarà, però, una fase di rodaggio, nei primi mesi successivi alla norma, in cui le sanzioni non verranno applicate, in modo da far abituare le cittadine e i cittadini al decreto.

Leggi anche: Dal 1° gennaio 2025 stretta sul fumo a Milano, cosa cambia rispetto a prima

La situazione nello Stato francese

Secondo quanto stimato dall’Organizzazione mondiale della Sanità, il 35% delle persone francesi fuma sigarette. La stretta della ministra Vautrin, dunque, si inserisce in un programma nazionale che ha come obiettivo il contrasto al fumo, così da avere una generazione “smoke-free” entro il 2032.

Già nel 2008, il Paese francese aveva vietato il fumo in ristoranti e nightclub, per poi includere anche luoghi di lavoro, aeroporti, stazioni ferroviarie e parchi giochi per bambini.

Le restrizioni non coinvolgono, però, solo la Francia ma anche altri Stati europei. In Austria, per esempio, non si può fumare nei parchi giochi per bambini e nelle principali località turistiche. In Inghilterra, invece, le limitazioni riguardano le sigarette elettroniche monouso, per contrastare la loro dispersione nell’ambiente.

Cosa non comprende il divieto?

Il divieto francese di fumare nei luoghi pubblici all’aperto non comprende i dehors e le terrazze aperte di bar e ristoranti. Sono escluse dalle limitazioni anche le sigarette elettroniche, che potranno continuare a essere fumate normalmente.

Queste scelte, però, hanno creato dei dissapori all’interno della Commissione europea, la quale ha raccomandato gli Stati membri di estendere il divieto di fumo anche negli spazi esterni dei locali. Alcune associazioni antifumo e il Comitato nazionale contro il fumo hanno sostenuto a riguardo:

Il divieto, che consente la “denormalizzazione” del consumo di tabacco negli spazi pubblici, è un passo nella giusta direzione, ma rimane insufficiente.

Il legislatore sarebbe potuto andare un po’ oltre, soprattutto inserendo le terrazze dei caffè, che sono veri e propri assortimenti di fumo e fumatori.

Il fumo passivo, sebbene più tossico in un ambiente chiuso, è particolarmente tossico anche in un ambiente aperto, in particolare nelle aree coperte come terrazze e pensiline.

Ci troviamo di fronte a una vera e propria lobby di produttori di tabacco che opera attraverso i proprietari di bar e ristoranti.

Un buon numero di questi proprietari di bar e ristoranti sono anche tabaccai.

Il Governo probabilmente non voleva entrare in una situazione di stallo con questa professione.

Chi lavora nel settore alberghiero e nella ristorazione, infatti, si oppone al divieto, ritenendo che esso sposta solo il problema, in quanto: chi si trova sulle terrazze andrebbe a fumare accanto ai locali. Fumatori e non fumatori possono coesistere nei dehors, ultimi luoghi di convivialità e libertà“.

Divieto di fumo all’aperto, la situazione in Italia

Per quanto riguarda la situazione in Italia, a essere la prima grande città della Penisola completamente smoke-free troviamo Milano. Dall’1 gennaio 2025, infatti, come riportato nel Regolamento per la qualità dell’aria approvato dal Comune, non è consentito fumare negli spazi pubblici all’aperto, incluse strade e tavolini fuori a bar e ristoranti.

La norma va a estendere i divieti già presenti dal 2021, circa il divieto di fumo in parchi, luoghi sportivi e fermate degli autobus. Inoltre, non è consentito utilizzare la sigaretta se non si è almeno a 10 metri di distanza dalle altre persone.

Tornando un po’ indietro nel tempo, Bibione, in Veneto, è stata la prima località balneare italiana a vietare il fumo in spiaggia, nel 2019. Sono seguiti, poi, la Costa Smeralda e altri lidi dell’Emilia-Romagna e del Lazio.

La Puglia, invece, è diventata nel 2023 la prima regione completamente smoke-free sulle spiagge. A Torino, infine, è vietato fumare a meno di cinque metri da altre persone, se non si ha l’esplicito consenso. No categorico, però, in presenza di minori e donne incinta.

In Italia, dunque, sono solo alcune località ad aver disposto delle limitazioni rispetto al fumo nei luoghi pubblici all’aperto. Ora che la Francia ha imposto le limitazioni in tutto il Paese, la Penisola si accoderà? Per il momento non ci sono proposte a riguardo.

Leggi anche: A Milano è ufficialmente vietato fumare all’aperto

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Giorgia Fazio
Giorgia Fazio
Estremamente curiosa di questioni attuali, diritti umani e ambiente. Nel tempo libero legge testi di filosofia orientale. Se non c’è differenza non c’è relazione” è il suo mantra.

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