La Camera ha approvato ieri, 3 dicembre, in prima lettura, il ddl Valditara, che prevede l’insegnamento dell’educazione sessuo-affettiva e il consenso informato alle scuole medie e superiori. Come riporta Rai News, i voti a favore sono stati 151, quelli contrari 113 e solo un astenuto.
Il provvedimento prevede che i genitori degli alunni minorenni esprimano il proprio consenso all’insegnamento, prima che questo venga effettivamente avviato. La richiesta di consenso, inoltre, deve esprimere le finalità educative, gli argomenti trattati e le attività che si intendono svolgere.
Nel caso in cui dovesse mancare tale adesione, l’istituto deve proporre attività alternative, comprese nel Piano triennale dell’offerta formativa. Sono escluse dall’insegnamento dell’educazione sessuo-affettiva la scuola dell’infanzia e primaria.
Educazione sessuale a scuola
Il ddl Valditara, approvato dalla Camera, prevede attività extracurriculari inerenti all’insegnamento dell’educazione sessuo-affettiva, sia alle medie che alle superiori. Il punto centrale, e che fa discutere, del provvedimento è la richiesta del consenso informato preventivo, in forma scritta, dei genitori di alunni minorenni e degli studenti maggiorenni.
Prima della presentazione di tale consenso, ai diretti interessati deve essere mostrato il materiale didattico che si intende utilizzare durante le attività previste. Dovranno essere rese pubbliche, poi, come fa sapere Rai News, le finalità, gli obiettivi educativi, i contenuti, gli argomenti trattati, i temi e le modalità di svolgimento delle attività previste.
Infine, si dovrà rendere nota l’eventuale presenza di esperti esterni o rappresentanti di enti o associazioni coinvolte nelle tematiche. Nel caso in cui non ci dovesse essere il consenso, la scuola provvederà a organizzare altre attività extracurriculari, sulla base del Piano triennale dell’offerta formativa.
La stessa dinamica verrà messa in atto nella dell’infanzia e in quella primaria, escluse dal testo del ddl Valditara. In questo caso, l’istituto proporrà comunque attività didattiche e progettuali inerenti all’ambito della sessualità.
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Il punto di vista di Valditara

Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha dichiarato ieri, nell’Aula della Camera, secondo quanto riporta Rai News:
L’educazione sessuale è importante per una corretta conoscenza del corpo e della sua evoluzione biologica, per una protezione dai rischi di malattie sessualmente trasmissibili e per una consapevole gestione della sessualità.
Dunque, sempre per il ministro, il ddl basato sul consenso informato non elimina l’educazione sessuale, ma rispetta quanto precisato dalle Indicazioni nazionali. Afferma sempre Valditara:
La legge sul consenso informato ha piuttosto lo scopo di non creare confusione nei bambini insegnando le cosiddette teorie gender, cioè teorie secondo cui accanto ad un genere maschile e femminile ci sarebbero altre identità di genere che non sono né maschili né femminili.
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Cosa dicono le opposizioni
Le opposizioni si sono schierate contro la decisione della Camera, tanto da organizzare un flash-mob davanti a Montecitorio. La segretaria del Partiti Democratico Elly Schlein, riporta Rai News, ha dichiarato:
Questo ddl è il contrario di quello che servirebbe al Paese per contrastare la violenza di genere e per prevenirla.
Tante volte ci siamo messi a disposizione per far fare dei passi avanti al Paese contro la violenza di genere, ma quello che la destra oggi fa è un passo indietro clamoroso.
Sempre dal PD, la parlamentare Sara Ferrari ha espresso in una nota il proprio punto di vista sull’approvazione della Camera del ddl Valditara:
Oggi, al grido “Dio patria famiglia” la maggioranza di centrodestra, guidata dalla Lega, ha affossato l’educazione sessuo-affettiva nelle scuole, che da tutti è considerata il primario strumento di prevenzione della violenza contro le donne e dei femminicidi.
Perfino il sinodo dei vescovi italiani si è impegnato a promuovere percorsi di educazione alla sessualità e all’affettività anche nel rispetto delle diverse identità di genere, mentre il Governo istituisce un percorso ad ostacoli per l’educazione alla sessualità e all’affettività nelle scuole italiane.
Anziché colmare la distanza con altri 20 paesi europei che prevedono l’educazione sessuale obbligatoria nelle scuole, il Governo porta l’Italia a chiudersi culturalmente nella retroguardia, umilia la scuola pubblica e fa un danno ai giovani, a cui nega il diritto ad un’educazione piena, abdicando al suo dovere costituzionale.
Un giorno buio, anche per il contrasto alla terribile piaga sociale della violenza contro le donne che conta oltre 100 femminicidi all’anno nel nostro paese. Oggi la destra al governo si è assunta una responsabilità grave.
Commenti puntenti sono arrivati anche dalla deputata del M5S Gilda Sportiello, che ha parlato di “attacco alla democrazia“, mentre per il leader di Alleanza Verdi e Sinistra Nicola Fratoianni il provvedimento “puzza di ipocrisia, di integralismo, di fondamentalismo“.


