Due anni senza Giulia Cecchettin, il padre: “Il mio mondo si è fermato, io no”

A due anni dal femminicidio di Giulia Cecchettin, il padre Gino ha fatto un bilancio di quella che è la sua vita adesso, oltre che sulla situazione in Italia circa centri antiviolenza ed educazione affettiva a scuola.

Giorgia Fazio
Giorgia Fazio
Estremamente curiosa di questioni attuali, diritti umani e ambiente. Nel tempo libero legge testi di filosofia orientale. Se non c’è differenza non c’è relazione” è il suo mantra.
spot_img

Sono passati ieri, 11 novembre, due anni dal femminicidio di Giulia Cecchettin, la 22enne di Vigonovo strappata alla vita dalla follia dell’ex fidanzato Filippo Turetta. Quest’ultimo, reo confesso, è stato condannato all’ergastolo.

Da quel tragico giorno del 2023, Gino Cecchettin e la famiglia non si sono mai arresi davanti alla lotta contro la violenza di genere. Dal loro impegno è nata, quindi, la Fondazione che porta il nome della giovane e di cui il padre è presidente.

Proprio ieri, come riporta Rai News, Cecchettin ha tenuto un’audizione in Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio. Ai presenti ha reso noto il suo impegno nel finanziare i centri antiviolenza, oltre a esprimere il suo punto di vista sulla situazione educativa in Italia.

Due anni senza Giulia Cecchettin

A due anni dall’uccisione di Giulia Cecchettin, il padre Gino ha parlato, durante l’audizione che ha tenuto nella Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, di come dal 2023 stia vivendo in un dolore permanente. Queste le sue parole, riportate da Rai News:

Grazie mille per il sostegno morale.

Oggi tutti mi sono vicini perché ricorre il secondo anno dalla mancanza di Giulia.

Io parto invece da un presupposto che per me non ci sono ricorrenze, perché ogni giorno per me è una ricorrenza e più volte al giorno il mio pensiero va lì.

Quindi per me oggi non è diverso da ieri non sarà diverso da domani.

E poi ancora, come emerge dalle dichiarazioni su SkyTg24:

Ci sono dolori che non si allevieranno mai, con nessun tipo di pena.

Mi sembra ieri che potevo parlare con lei, e invece sono già passati due anni.

Ogni giorno ha la sua dose di dolore, a volte molto intenso.

Però c’è anche la felicità per avere vissuto con lei.

Non sono un politico, non sono un esperto, sono semplicemente un padre che ha visto la propria vita cambiare per sempre due anni fa.

Ho perso mia figlia, una ragazza piena di vita, curiosa, generosa, capace di vedere il bene anche dove non c’era.

Da quel giorno il mio mondo si è fermato, ma non potevo restare fermo anch’io.

Gli eventi come questi ti cambiano per sempre, non c’è futuro, ti viene tolto anche il futuro.

Un futuro fatto di abbracci, di ricordi e di giornate che non ci saranno più.

Che in qualche modo dovevo riempire e quindi ho scelto di reagire di dare un senso a quel dolore che rischiava di distruggermi.

Proprio da questa volontà di trasformare il dolore in forza è nata la Fondazione Giulia Cecchettin, il cui obiettivo, come dichiarato dallo stesso Gino, è evitare che vicende simili a quelle della figlia possano capitare ancora. Le parole di Cecchettin su SkyTg24: “Non possiamo cambiare ciò che è stato, ma possiamo cambiare ciò che sarà. Per Giulia e per tutte le Giulia che verranno, vi chiedo di fare una scelta coraggiosa, di credere nell’educazione come prima forma di giustizia, come la vera forma di prevenzione“.

Leggi anche: Nasce la Fondazione Giulia Cecchettin, il papà Gino: “Portiamo avanti il suo modo di vedere la vita”

L’importanza dell’educazione affettiva

Durante l’audizione in Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, Gino Cecchettin ha ribadito l’importanza dell’educazione affettiva nelle scuole, fin dai primi anni dell’infanzia:

So bene che ci sono paure, resistenze e incomprensioni, ma vi assicuro che l’educazione affettiva non è un pericolo è una protezione, non toglie nulla a nessuno, ma aggiunge qualcosa a tutti: consapevolezza, rispetto e umanità.

Una scuola che non parla di affettività, di rispetto, di parità è una scuola che lascia soli i ragazzi di fronte a un mondo che grida messaggi distorti.

Parlo da genitore dell’importanza della famiglia e dei corsi di affettività nelle scuole, anche di più basso ordine.

Io penso che l’educazione serva a partire dalla scuola dell’infanzia.

È chiaro che per ogni livello di scolarità servono le parole giuste la formazione giusta, ma certi concetti fondamentali che dovrebbero essere iniziati con l’educazione dei genitori si possono fare tranquillamente a scuola.

Quando la scuola tace parlano i social, parlano i modelli tossici, parlano i silenzi degli adulti.

Noi abbiamo il dovere di dare ai giovani strumenti per orientarsi non solo nozioni per studiare e credo che l’educazione sia l’unica risposta sistematica possibile, perché non possiamo delegare ai tribunali ciò che spetta alla scuola, alla famiglia, alle istituzioni culturali e lì nelle aule nei luoghi di formazione che possiamo insegnare ai nostri ragazzi a riconoscere la violenza prima che si trasformi in gesto, prima che diventi tragedia.   

L’educazione al rispetto, all’empatia e alla libertà reciproca, quindi, è la chiave per Gino Cecchettin affinché non ci siano più atti di violenza, che oggi purtroppo viene intesa come “un’emergenza“, ma che altro non è che:

Un fenomeno strutturale radicato nella nostra cultura, nei linguaggi, nei modelli di relazione, negli stereotipi che continuiamo a tramandare.

Non nasce all’improvviso, non è un raptus, cresce lentamente in una società che troppo spesso giustifica, minimizza, o resta in silenzio.

Rai News ha sottolineato un passaggio importante dell’audizione di Cecchettin, in cui Gino sottolinea quanto “parlare di educazione affettiva significa insegnare ai ragazzi a conoscere se stessi, a gestire le emozioni, a riconoscere i confini e chiedere e dare consenso. Significa insegnare che l’amore non è possesso, che la forza non è dominio, che il rispetto è la base di ogni relazione“.

Leggi anche: Fondazione Giulia Cecchettin, il papà Gino: “Nel nome di mia figlia scelgo di far crescere l’amore”

Cecchettin sui centri antiviolenza

Gino Cecchettin ha confermato, inoltre, l’impegno della Fondazione nel sostenere economicamente i centri antiviolenza, in Italia in numero nettamente inferiore al necessario. Riporta SkyTg24:

Con Differenza donna, abbiamo fatto nascere un centro antiviolenza nuovo su Roma, proprio perché siamo convinti dell’importanza di questa struttura che è la prima al soccorso delle donne.

Cosa si può fare di più?

Sostenere queste associazioni, sostenere dal punto di vista finanziario i centri di violenza nel modo che possa essere utile per ogni donna vittima di violenza.

Dal rapporto Stato-Regioni ne servirebbero almeno 10 volte tanto, quindi è chiaro che molte donne non trovano risposta perché intasati da tantissime richieste.

Quello che possono fare le istituzioni è garantire sussistenza, sufficienza ed eventualmente parlare con le associazioni che gestiscono i centri antiviolenza e capire come fare per adeguare il numero di questi centri.

Si ricollega alle istituzioni e, in particolare, alla magistratura, il discorso di Cecchettin sui cambiamenti che dovrebbero avvenire in tali ambiti, prendendo in considerazione l’evoluzione della società. Durante l’audizione, quindi, l’uomo ha dichiarato:

Io non ho studiato legge e quindi non ho le competenze per giudicare.

Però faccio mie le parole di esimi procuratori e presidenti di tribunali, secondo i quali servirebbe fare formazione anche negli ambienti della magistratura.

I tempi sono cambiati ed è importante adeguarsi a una società che cambia.

Non si può ragionare con gli stessi modelli del secolo scorso.

Serve un passo diverso nel linguaggio, nella considerazione di certi reati e nell’applicazione delle pene.

Si ricorda, a tal proposito, che l’assassino di Giulia Cecchettin, Filippo Turetta, ha rinunciato ai motivi d’appello contro la condanna all’ergastolo per il femminicidio, facendo sì che la vicenda processuale si chiuda il prossimo 14 novembre.

spot_img

Correlati

Chi è Mia Diop, la nuova vicepresidente 23enne della Toscana

È ufficiale: Mia Diop, consigliera comunale del Partito Democratico a Livorno, è stata nominata...

Al via il concorso INPS-INAIL: requisiti di ammissione e come fare domanda

Aperto il concorso INPS e INAIL, che prevede l'assunzione di 448 nuovi ispettori di...

Chi era Alberto Bertone, patron di Acqua Sant’Anna e imprenditore visionario

Si è spento stanotte Alberto Bertone, l'uomo che insieme a suo padre Giuseppe ha...
Giorgia Fazio
Giorgia Fazio
Estremamente curiosa di questioni attuali, diritti umani e ambiente. Nel tempo libero legge testi di filosofia orientale. Se non c’è differenza non c’è relazione” è il suo mantra.
spot_img