mercoledì, 8 Ottobre 2025
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Dalla Flotilla alle manifestazioni per Gaza, l’attivismo dal basso produce risultati concreti?

Dai dati sugli scioperi alle manifestazioni per Gaza, fino alla Global Sumud Flotilla: in Italia, l’attivismo dal basso mostra un cambiamento sociale in corso.

Gloria Caruso
Gloria Caruso
La scrittura è una strada di cui seguire la rotta, per muoversi con determinazione tra fatti e parole. L’informazione vale solo se è fatta bene: con gli occhi attenti e la mente aperta.

In un’epoca segnata da crisi economiche, conflitti geopolitici, disuguaglianze ambientali e una crescente sfiducia nelle istituzioni, l’attivismo dal basso emerge come una vera e propria leva di trasformazione sociale. Milioni di persone in tutto il mondo si stanno mobilitando, non solo per protestare, ma per proporre soluzioni, influenzare le politiche pubbliche, cambiare le norme. Anche in Italia questi fenomeni non sono astratti: lo dimostra il caso della Global Sumud Flotilla, che negli ultimi giorni ha dato vita a numerose manifestazioni in diverse città.

Non si tratta, del resto, di un episodio isolato: il settore delle ONG e delle Organizzazioni della Società Civile è da tempo molto attivo su questi temi. Gli ultimi dati di Open Cooperazione, relativi al 2023, indicano che le organizzazioni italiane hanno realizzato 5.000 progetti in 122 Paesi nel mondo (più 9% rispetto al 2022), raggiungendo circa1,4 miliardi di euro (una crescita economica di quasi 10 punti percentuali). Sempre gli stessi dati mostrano che gli ambiti di intervento più in crescita sono stati Emergenza e aiuto umanitario, Salute e Educazione, con un aumento percentuale compreso tra il 15 e il 17%.

Sul fronte delle mobilitazioni sociali, gli scioperi mostrano una costante pressione: nel 2024, in Italia, il Garante degli scioperi ha dichiarato 1.603 astensioni dal lavoro, di cui 981 revocate, per un totale effettivo di 622 mobilitazioni realizzate: una media di circa 51 scioperi al mese. Sono numeri che mostrano che non siamo davanti a casi isolati, ma a una conflittualità sociale strutturata e in crescita.

Attivismo come cambiamento: le azioni per Gaza e il caso della Flotilla

L’attivismo dal basso produce effetti misurabili: partecipazione numerica, progetti reali, visibilità politica, cambiamento nel discorso pubblico. Ecco i casi più recenti che mostrano come le mobilitazioni portino a risultati concreti.

  • La manifestazione contro la guerra a Gaza a Piazza San Giovanni lo scorso 7 giugno: come ha dichiarato Silvia Stilli, Presidente dell’Associazione delle Organizzazioni Italiane di cooperazione e solidarietà internazionale (AOI), a L’Unità: “Era ormai matura la volontà di esporsi personalmente, superando la solitudine dei sociali e condividendo l’atto con gli altri”. Questa mobilitazione ha fatto sì che il tema della Palestina, del diritto internazionale e dei crimini umani non fosse confinato a nicchie, ma divenisse oggetto del discorso nazionale, coinvolgendo partiti, istituzioni, media e la stessa opinione pubblica.
  • Lo sciopero del 22 settembre scorso, indetto da sindacati di base in solidarietà con la popolazione di Gaza: i dati provvisori del Dipartimento della Funzione Pubblica indicano che hanno aderito circa 22.781 dipendenti pubblici, pari al 5,96% del totale (su un bacino di 466.884 unità) del pubblico impiego. Sebbene la percentuale non sia altissima, il valore simbolico e la visibilità mediatica sono rilevanti. Come ha dichiarato Silvia Stilli in un’altra intervista rilasciata a L’Unità il 27 settembre:

Un fiume di persone, migliaia e migliaia, hanno invaso le vie e le piazze delle città, grandi e piccole: famiglie intere con figli, studenti, anziani, lavoratrici e lavoratori; bus e metro fermi, scuole chiuse e automobilisti a Roma bloccati nella tangenziale che applaudivano ai manifestanti.

Uno spettacolo di riscatto della coscienza collettiva.

  • L’esempio attuale della Global Sumud Flotilla mostra in modo evidente come un’azione dal basso possa avere un impatto che va oltre il gesto simbolico. Nonostante gli attacchi e le intercettazioni subite, la Flotilla è riuscita a riportare la questione di Gaza al centro dell’agenda internazionale: come riporta l’Ansa, l’ONU ha chiesto un’indagine indipendente e l’Unione Europea ha condannato ufficialmente le violenze. Secondo il recente sondaggio di Izi (azienda di analisi e valutazioni economiche e politiche) per La7, il 72% degli italiani si è dichiarato favorevole alla missione. Le immagini delle navi intercettate hanno alimentato mobilitazioni in Europa e in Italia, incluso lo sciopero generale di ieri. Questo ha trasformato un’iniziativa di cittadini e organizzazioni civili in una pressione politica concreta, capace di smuovere istituzioni e media.

Leggi anche: Il punto sulla Palestina: 15 risposte dell’esperta Michela Mercuri

L’impegno dal basso tra limiti, sfide e possibilità

L’attivismo dal basso si scontra anche con ostacoli concreti. Secondo i dati ISTAT del 2023, la partecipazione civica e politica (intesa come informarsi di politica, parlare di politica, esprimere opinioni su temi sociali e politici, partecipare online a consultazioni) raggiunge il 60,7% della popolazione italiana, in calo rispetto al 63,4% del 2022. Segnali che ci raccontano una società civile attiva, ma che fatica a consolidarsi e a crescere in modo stabile.

Eppure, accanto a questi limiti, ci sono indicatori che mostrano il potenziale trasformativo dell’impegno civico. Come si evince dall’Ansa, una ricerca del 2024 promossa da Forum Terzo Settore e Caritas rivela che il 54% dei volontari italiani ritiene che la propria azione contribuisca a migliorare cultura, stili relazionali, modelli sociali e organizzazione dei servizi. In altre parole, il volontariato non è solo aiuto, ma cambiamento.

Leggi anche: È pace per Gaza? Hamas apre al piano Trump e al rilascio degli ostaggi

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