L’INPS offre la possibilità di andare in pensione tra i 64 e i 71 anni già dal 2025. L’importante è rispettare i requisiti richiesti, relativi alla propria storia contributiva e lavorativa.
Sono necessari, per esempio, 20 anni di contributi, maturati prima del 1996. Vediamo, però, quando sarà possibile andare in pensione nel 2025 e nei prossimi anni e, soprattutto, quali sono i requisiti previsti.
Quando si può andare in pensione?
La maggior parte delle persone può andare in pensione a 67 anni, se ha accumulato 20 anni di contributi, maturati prima del 1996. Chi ha carriere lavorative più lunghe, però, potrà ritirarsi prima di questa età mentre, chi raggiunge i 67 anni ma non i 20 di contributi, dovrà ancora continuare a lavorare.
Esistono, a ogni modo, delle rare eccezioni, dette “rondini bianche”, che rientrano in opzioni contributive particolari o nelle deroghe Amato. La prima espressione si riferisce all’anticipare la pensione in base al calcolo dei soli contributi versati e non sulla quota retributiva.
Le deroghe Amato, invece, circa la pensione di vecchiaia, prevedono il ritiro dal mondo del lavoro se si sono maturati 15 anni di contributi, entro il 31 dicembre 1992.
Per tutti gli altri contribuenti, se a 67 anni se ne sono accumulati 19 di contributi, l’unica possibilità è richiedere l’Assegno Sociale, sempre rispettando i requisiti previsti. Questo tipo di sussidio, in ogni caso, non rappresenta una vera e propria pensione.
Leggi anche: Aumento delle pensioni minime e taglio del cuneo, quali sono i piani del Governo per il 2025
Pensione tra i 64 e i 71 anni

Chi ha iniziato a versare i propri contributi dopo il 1995 può accedere alla pensione alle seguenti età, rispettando i requisiti riportati qui sotto:
- pensione anticipata a 64 anni, se si hanno 20 anni di contributi, dall’importo si almeno 3 volte l’assegno sociale (nel 2025, è di 538,69 euro, per cui la pensione dovrà essere di almeno 1.616,07 euro mensili)
- pensione di vecchiaia a 67 anni, con le condizioni ordinarie sopracitate
- a 71 anni, se al maturare dei requisiti per la pensione di vecchiaia ordinaria non è soddisfatto l’importo della soglia minima dell’assegno pensionistico
È da sottolineare che, nel caso della pensione anticipata, se il contribuente ha aderito a forme di previdenza complementare, le somme di denaro maturate nel tempo possono essere addizionate alla pensione pubblica per raggiungere la soglia prevista. In questo caso, però, i contributi minimi richiesti ammontano a 25 anni.
Leggi anche: L’Inps regola i content creator: partita iva, sponsorizzazioni e tutte le novità
Le pensioni per le lavoratrici
Per quanto riguarda le lavoratrici, esistono delle agevolazioni per il raggiungimento dell’importo minimo della pensione anticipata, in quanto si tiene conto della maternità.
Nello specifico, se si ha un figlio basta un trattamento di almeno 2,8 volte l’assegno sociale, ossia 1.508,32 euro al mese nel 2025. Se si hanno due o più figli, invece, l’importo minimo si abbassa a 2,6 volte l’assegno sociale, corrispondente a 1.400,59 euro mensili nel 2025.
Anche in questo caso, comunque, vale il requisito dell’importo minimo, che non può essere inferiore all’assegno sociale. Nel caso in cui non si riescano a rispettare queste condizioni, si devono attendere i 67 anni, per andare in pensione.
Se non si riescono a raggiungere i requisiti richiesti neanche per la pensione di vecchiaia, per esempio a causa di un importo troppo basso o contributi insufficienti, rimane pur sempre la possibilità di ritirarsi dal lavoro a 71 anni.
A questa età, sono sufficienti solo 5 anni di contributi effettivi e non è richiesto alcun importo minimo della pensione. Quindi, la prestazione viene liquidata, anche se di valore non eccessivo.