Sarà Matteo Zuppi il prossimo papa? Il conclave inizierà il 7 maggio, dopo che si concluderanno i novendiali, preghiere di commemorazione in onore di Papa Francesco, e dovrà eleggere il 267esimo Pontefice della storia della Chiesa cattolica. Uno dei nomi favoriti, che risuonano spesso, è quello del cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna dal 2015 e presidente della Conferenza Episcopale Italiana (Cei) dal 2022.
Zuppi, conosciuto come un “prete di strada”, missionario delle periferie e degli emarginati, sarebbe perfettamente in linea con il pontificato di Papa Francesco, anche per il suo approccio diplomatico. Non a caso è stato inviato da Bergoglio per le missioni di pace in Russia ed Ucraina. Uomo di dialogo unisce riforme e radici europee, ed è ben visto dalla ambienti politici moderati. Anche la sua posizione verso la comunità LGBTQIA+ è allineata con quella di Papa Francesco, così come lui stesso si è espresso, e come riportato da Vanity Fair:
La mia non è una posizione diversa da quella della Chiesa, che è quella dell’accompagnare e dell’accogliere. Come racconta il Vangelo, Gesù si lascia avvicinare da una “peccatrice” e non la giudica.
A ben vedere si arrabbia solo con i religiosi o quelli che si approfittano di Dio, mentre va a casa dei pubblicani e dei peccatori. Ci ha liberato da tutti i pregiudizi… E noi no?
Chi è Matteo Zuppi

Il cardinale Matteo Zuppi ha 69 anni, e proviene da una famiglia profondamente legata alla Chiesa e alla cultura: è il quinto dei sei figli di Enrico Zuppi, direttore per trent’anni dell’Osservatore della Domenica, e di Carla Fumagalli, nipote del cardinale Carlo Confalonieri. Ai giornalisti qualche giorno fa, dopo aver lasciato la congregazione che si è tenuta in Vaticano ha detto: “Sono figlio di giornalisti come faccio a non sopportarvi, mio padre era giornalista”.
Nato a Roma, frequenta il liceo Virgilio, nella stessa scuola dove hanno studiato il cantautore Francesco De Gregori e David Sassoli, giornalista ed ex presidente del Parlamento europeo. Negli anni del liceo si avvicina alla comunità di Sant’Egidio, molto attiva a favore degli immigrati, persone senza fissa dimora, tossicodipendenti, e operante in diversi quartieri popolari di Roma. L’opera poi, negli anni, si estenderà al resto dell’Italia e anche nei paesi in via di sviluppo.
Dopo il seminario si laurea in Lettere all’università La Sapienza, con una tesi sulla Storia del Cristianesimo. Ottiene il primo incarico nel quartiere Trastevere, rimanendovi per trent’anni. Nel 2015 Papa Francesco nomina Matteo Zuppi arcivescovo di Bologna e dal 2022 diviene anche presidente della CEI. Il suo stile lo ha reso popolare in città, dove vive in un pensionato di preti anziani. Lo si vede spesso spostarsi in bicicletta e dialogare con esponenti di ogni colore politico.
Matteo Zuppi, le missioni di pace e il ruolo che dovrebbe avere l’Europa
Matteo Zuppi era già stato mediatore in Mozambico, nel 1992, oltre trent’anni fa. Per questo, oltre che per la grande stima che gli ha sempre manifestato, Papa Francesco lo aveva scelto nel 2023, per portare un messaggio di pace, dapprima a Kiev e poi a Mosca. L’iniziativa, si legge in una nota vaticana, aveva “come scopo principale quello di ascoltare in modo approfondito le Autorità ucraine circa le possibili vie per raggiungere una giusta pace e sostenere gesti di umanità che contribuiscano ad allentare le tensioni”.
Il cardinale ha incontrato in Ucraina il presidente Zelenski, mentre in Russia ha dialogato con il ministro Lavrov e il consigliere di Putin, Yuri Ushakov. Anche se i risultati sono stati limitati, Matteo Zuppi ha cercato di richiamare l’Europa a un ruolo più attivo nella costruzione della pace. In un’omelia in merito a nazionalismi e polarizzazioni ha dichiarato:
Il sogno di un’amicizia tra tutti i popoli si scontra con chi alza muri e cerca sicurezza nelle divisioni.
In un’intervista, si è espresso senza mezzi termini anche nei confronti dell’Unione Europea, invitandola a fare di più, come riportato da Fanpage:
Fa troppo poco, dovrebbe fare molto di più. Deve cercare in tutti i modi di aiutare iniziative per la pace, seguendo l’invito di Papa Francesco a una pace creativa.
Dovremmo cercare una ripresa dello spirito europeo, essere consapevoli di quanto questo sia indispensabile se vogliamo garantire ai nostri figli un futuro di pace.
Il problema dei nazionalismi, qualunque essi siano, è che se si collocano in un respiro ampio, universale, prima o poi diventano pericolosi perché contrappongono e dividono.
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