Un sostegno che cresce insieme ai bambini e che rafforza il diritto a un percorso educativo fin dai primi anni di vita. Dal 1° gennaio 2026 il bonus asilo nido diventa più inclusivo, adattandosi ai bisogni delle famiglie italiane e puntando a rendere più accessibile l’educazione e la cura dei più piccoli, dai 3 ai 36 mesi di vita. Un aiuto economico, ma anche un segnale politico e sociale: investire nell’infanzia significa investire nel futuro del Paese.
La nuova circolare Inps ha confermato l’estensione del contributo: dal prossimo anno il bonus non coprirà soltanto gli asili nido tradizionali, ma anche i micronidi, strutture di dimensioni ridotte pensate per accogliere bambini in un contesto più familiare.
A beneficiare del sostegno saranno anche le sezioni primavera (per i bimbi dai 24 ai 36 mesi) e i servizi integrativi autorizzati, come gli spazi gioco e i servizi educativi domiciliari. Queste realtà, spesso fondamentali nelle comunità locali, offrono non solo custodia ma anche opportunità di crescita e socializzazione, rafforzando il ruolo educativo condiviso tra famiglia e territorio.
Bonus asilo nido: cosa c’è da sapere
Dal 1° gennaio 2026 le domande si potranno presentare online, attraverso la piattaforma Inps, e resteranno valide anche per gli anni successivi fino al compimento del terzo anno del bambini. Per ottenere il contributo sarà necessario allegare almeno una ricevuta di pagamento della retta; nel caso di strutture pubbliche con pagamento differito, basterà dimostrare l’avvenuta iscrizione o l’inserimento in graduatoria. Per chi richiede l’assistenza domiciliare, invece, sarà obbligatorio un certificato del pediatra che attesti l’impossibilità di frequentare l’asilo a causa di patologie croniche gravi.
Non tutte le spese, però, saranno coperte. Restano fuori dal contributo quelle relative ai centri per bambini e famiglie e a servizi che non rientrano nell’ambito educativo per la prima infanzia, come pre-scuola, doposcuola o attività ricreative. Saranno le sedi territoriali Inps a verificare, tramite gli elenchi regionali, che le strutture indicate dai genitori siano effettivamente abilitate.
Gli importi variano a seconda dell’anno di nascita del bambino e dell’Isee familiare.
- per i nati dal 2024 in poi: fino a 3.600 euro annui per famiglie con Isee inferiore a 40.000 euro e fino a 1.500 euro annui per chi supera quella soglia
- per i nati prima del 2024: le fasce restano tre, con un massimo di 3.000 euro annui
In pratica, il sostegno può coprire da 136 a 327 euro al mese, per un massimo di 11 mesi.
Digitalizzazione e continuità: perché è importante

Il bonus asilo nido è un incentivo all’occupazione femminile e alla conciliazione tra vita familiare e lavorativa. Secondo i dati Istat, ancora oggi una parte significativa delle donne lascia il lavoro dopo la nascita di un figlio, spesso per difficoltà legate alla gestione dei costi e alla disponibilità dei servizi per l’infanzia.
Un aspetto importante riguarda la gestione digitale del beneficio. Dal secondo anno in avanti, infatti, le famiglie dovranno confermare la richiesta e riservare le somme attraverso la piattaforma online Inps, rendendo il processo più snello e trasparente.
Allo stesso tempo, l’istituto ha assicurato che entro il 2026 saranno completate tutte le pratiche pendenti relative al 2025, con la possibilità di riesaminare in autotutela le domande respinte secondo la normativa precedente.
L’estensione ai micronidi e ai servizi domiciliari riconosce la pluralità delle soluzioni educative scelte dalle famiglie, promuovendo accessibilità e flessibilità.
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