È morto Eugenio Scalfari. Il fondatore di Repubblica e de L’Espresso aveva 98 anni. Può essere considerato il primo direttore-manager dell’editoria italiana, in quanto è riuscito a creare dal nulla e far crescere in pochi anni le suddette testate, raggiungendo alti livelli di diffusione.
Scalfari è considerato uno dei più grandi giornalisti del XX secolo, i cui campi principali di analisi furono la politica e l’economia.
Uno dei suoi ultimi articoli fu l’intervista a Papa Francesco, che suscitò diverse controversie perché smentita per la seconda volta dalla sala stampa vaticana, che non approvava le parole attribuite al Pontefice. Scalfari si difese dicendo che quello fosse il suo metodo da cinquant’anni, che prevedeva una sorta di rielaborazione a braccio delle interviste.
Chi era Eugenio Scalfari
“Sono nato a Civitavecchia il 6 aprile del 1924 alle ore 10.30, all’ultimo piano d’un palazzo costruito nei primi anni dell’Ottocento nella piazza centrale della città”, inizia così il suo racconto autobiografico. Figlio di genitori calabresi, studia dapprima al liceo Mamiani di Roma per poi trasferirsi a Sanremo, dove termina il liceo e ha come compagno di banco il futuro scrittore Italo Calvino.
Nel 1950 sposa Simonetta, figlia del giornalista Giulio De Benedetti, che muore nel 2006 e dalla quale ha due figlie Enrica e Donata. I due non hanno mai divorziato. Dopo la scomparsa della moglie Eugenio Scalfari conosce Serena Rossetti, segretaria di redazione de L’Espresso e poi di Repubblica, con la quale si lega sentimentalmente e che poi sposerà.
Tra le prime esperienze giornalistiche c’è Roma Fascista e negli anni successivi periodici e riviste legate al fascismo, per poi approdare nei primi anni ’50 a Il Mondo di Pannunzio e a L’Europeo di Arrigo Benedetti. Nel 1955 partecipa alla fondazione del Partito Radicale e nello stesso anno nasce il settimanale L’Espresso di cui è direttore. In cinque anni riesce a superare le mille copie, grazie alla sua capacità amministrativa e organizzativa e alle sue capacità imprenditoriali. Nel 1976 Eugenio Scalfari fonda la Repubblica, che anch’essa sotto la sua direzione in pochi anni diviene per tiratura il principale giornale italiano, mantenendo per diversi anni questo primato.
Eugenio Scalfari, le figlie Enrica e Donata
La prima moglie di Eugenio Scalfari, Simonetta, era la figlia di Giulio Debenedetti, direttore per vent’anni della Stampa dal quale apprese molto, e considerò un importante punto di riferimento.
Il fondatore di Repubblica era molto legato alle sue due figlie, Enrica e Donata, che gli hanno dedicato uno splendido documentario Sentimental Journey. Una fotografa, l’altra giornalista, non hanno vissuto bene il cognome che portavano, scontrandosi con i pregiudizi e faticando il doppio per raggiungere gli obiettivi, come loro stesse hanno raccontato tempo fa in un’intervista a Vanity Fair:
È stato difficile sul lavoro, di me tutti pensavano: “Sta qua perché è la figlia di Scalfari”, e questo ha fatto sì che io, nella mia carriera, sia stata sempre un passo indietro, senza mai oltrepassare una linea.
Chiamarsi Scalfari ha avuto anche i suoi lati positivi. Tornavi a casa da scuola e a pranzo c’era Enrico Berlinguer. Ma sul lavoro – ho fatto quello di mia madre, non di mio padre – è vero che abbiamo dovuto fare il triplo per ottenere la metà.
Leggi anche: Chi è Giorgia Cardinaletti, giornalista che sostituisce Giorgino al Tg1 delle 20
