Muccino: “Mio fratello è scomparso da 15 anni senza dirmi il perché. È come un lutto”

Gabriele Muccino è tornato a parlare dell'assenza di rapporti con il fratello Silvio, da ben 15 anni, vissuta da lui come un lutto e un'esperienza lacerante.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Gabriele Muccino in una recente intervista al Corriere della Sera ha fornito dei dettagli relativi alla propria adolescenza vissuta “in solitudine”, al rapporto con gli altri e al debutto nel mondo del cinema, che gli ha concesso la possibilità di esistere, come lui stesso ha ammesso.

Il regista ha voluto ripercorrere alcune sue disavventure giovanili, i successi iniziali della sua carriera, gli anni a Hollywood e non poteva mancare il discorso sul fratello Silvio, con il quale non parla da 15 anni e il cui allontanamento è stato vissuto da parte sua come un vero e proprio lutto.

Muccino ha anche chiarito che il cinema è stato per lui quasi terapeutico ed è riuscito a tirar fuori nei film tutto il suo mondo interiore, che teneva nascosto agli altri, essendo “alienato” dalla società. Non a caso molte delle sue pellicole ripresentano alcuni aspetti autobiografici. “Ho usato il cinema come strumento per sciogliere quella che sarebbe stata un’esistenza implosa. Ho sfruttato la drammaturgia per dare ordine al caos della vita”, avrebbe dichiarato lui stesso al quotidiano.

Gabriele Muccino: “Ho rischiato di perdere la vita”

muccino_gabriele e silvio

Gabriele Muccino da bambino e adolescente soffriva di balbuzie, aspetto che lo allontanava dai propri coetanei e lo faceva stare un po’ appartato rispetto a loro. Poi il regista ha raccontato un episodio risalente a quando era appena maggiorenne in cui rischiò di perdere la vita:

Avevo 18 anni ed ero a Rodi: andavo sempre su una spiaggetta dove avevo conosciuto una ragazza inglese di cui non ricordo il nome.

Una notte caddi con il motorino in un burrone: fu molto brutta, tra quelle rocce andai vicino alla morte. Pieno di sangue riuscii a tirarmi fuori di lì, forse grazie all’adrenalina.

Gabriele Muccino e il distacco insanabile con il fratello Silvio

muccino

Gabriele Muccino ha voluto affrontare anche l’argomento doloroso riguardante il fratello Silvio. Il loro allontanamento risale al 2007 e ha rappresentato per lui un dei momenti più dolorosi, a livello psicologico, della sua esistenza:

Con lui ho vissuto un lutto, un lutto di una persona vivente, che non vedo dal 2007.

È stata un’esperienza per me aberrante da un punto di vista psicologico: mi ha scarnificato.

Rimane una delle cose più incomprensibili, ingiustificabili e forse anche imperdonabili.

Non è contemplato da parte di Gabriele un ricongiungimento o la possibilità di un riavvicinamento, e spiega anche il perché:

A un certo punto, quando questo lutto si è elaborato, quando ho smesso di soffrire, sono passati ormai 15 anni.

ti rendi conto che quella persona non la vuoi più incontrare, non hai più nulla da raccontare perché fondamentalmente non la stimi, non la ammiri e non la conosci più.

Quando tuo fratello scompare senza neanche dirti perché per una vita intera, il corpo soffre […]. Era un pezzo di me. Mi ha tolto una parte enorme della mia vita e ora quella parte lì se ne è andata.

Per il regista non è possibile neanche un riavvicinamento dal punto di vista lavorativo, nell’ambito del cinema, magari raccontando la loro storia di fratelli, perché essendo una storia irrisolta difficilmente si potrebbe raccontare. Forzare un lieto fine che non c’è e non potrà esistere non rappresenta per Muccino qualcosa di onesto e non sarebbe il cinema che lui ha sempre raccontato.

Leggi anche: Chi era Roberto Brunetti, l’attore detto Er patata, morto a 55

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