Moda no logo: cos’è il quiet luxury e perché va così tanto

I nuovi tempi impongono un nuovo filo conduttore nel mondo della moda: il quiet luxury. Messi da parte i marchi, il design della moda diventa no logo.

Rosarianna Romano
Rosarianna Romano
Rosarianna Romano, classe 1997. Formazione umanistica e interessi eclettici, sedotta dall'arte e dalla storia contemporanea, ama leggere i libri e la realtà. Nata in Puglia e bolognese d'adozione.
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Moda no logo: cos’è? In poche parole sembra essere l’unica grande tendenza del momento nel mondo del fashion. Il quiet luxury è il filo conduttore degli anni Venti del ventunesimo secolo.

Si tratta di un lusso delicato, quasi sussurrato. Punta a chiamare il cliente sui veri e propri cavalli di battaglia del brand: pochi capi essenziali, duraturi, senza tempo. Che siano borse o cinture. Accessori, insomma, che non tramonteranno mai. L’evergreen prima di tutto.

Sobrietà prima di tutto

La parola chiave del nostro tempo è sobrietà. Più i tempi si fanno incerti, più la moda si fa porto sicuro. Per ricercare un look timeless ma allo stesso tempo di tendenza sono sul piedistallo i brand che promuovono qualità dei materiali e linearità delle forme. Così, le case di moda si adattano alle nuove esigenze del nostro tempo, prima fra tutte quella della sostenibilità.

Questo è il contesto in cui la moda no logo si impone. E, se quest’ultimo sembra ancora padroneggiare gli accessori, sul ready-to-wear, invece, scompare del tutto. I tempi della visibilità del brand attraverso marchi appariscenti. La moda no logo e il quiet luxury è espressione di un consumatore più parsimonioso e oculato, più attento al ciclo di vita del prodotto e più sostenibile.

Com’è nata la moda no logo?

La tendenza del logo nasce con la cultura rap Anni 80. È con il marchio in evidenza e l’ostentazione di capi di design che diventa chiave di rivalsa sociale per le comunità black delle grandi metropoli. Negli Eighties, infatti, i capi firmati non sono più appannaggio soltanto della classe bianca media e alta. Ma sono accessibili anche a quella popolare. Così è stato negli anni Novanta e poi nei 2000, dove artiste come Beyoncé e Jennifer Lopes ostentavano capi firmati da capo a piedi.

Ma, dopo la crisi finanziaria del 2008, s’impone un punto di svolta: l’opulenza (dopo decenni di boom) finisce. E l’austerità fa da padrona. Con lei, anche il minimalismo, nel lifestyle come nella moda. Capi semplici ed essenziali sono la chiave. La regina è la T-shirt bianca. E viva il minimalismo.

La tendenze delle ultime sfilate

Messi da parte pizzi e merletti, anche le recenti sfilate parlano chiaro e dicono tre parole: moda no logo. Per l’autunno Inverno 2023 2024, per esempio, il concetto di stretwear potrebbe essere rivisitato in chiave sartoriale, abbandonando l’oversize per completi dal taglio perfetto.

L’idea di ricchezza invisibile si è fatta largo. Ovunque: anche nelle collezioni di marchi generalmente più appariscenti, da Saint Laurent a Miu Miu. Ma, soprattutto il quiet luxury e la moda no logo potrebbero stare dalla parte dei brand emergenti, o di aziende di tradizione. Insomma, di chi punta sulla qualità dei materiali. Sull’essere chic ma anche funzionali. Per adesso, l’Asia resta in testa nella richiesta di prodotti griffati. Ma in Nord America quest’anno i rivenditori avrebbero acquistato il 43% in meno di prodotti con logo e le vendite di articoli con logo sarebbero diminuite del 16%.

Leggi anche: Trucco per serata estiva: 3 consigli per un make-up leggero e naturale

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